Ancora un insegnante precario che si vede negare per anni la Carta del docente, presenta ricorso e recupera 2mila euro riconducibili a quattro supplenze annuali svolte tra il 2018 e il 2022. A decidere per l’assegnazione della somma al docente è stata la sezione Lavoro del tribunale di Rovigo sostenendo che “con recente decisione, il Consiglio di Stato (sentenza n. 1842/2022) ha annullato il D.P.C.M. n. 32313 del 2015, evidenziando come una interpretazione costituzionalmente orientata della L. n. 107/2015 impone di riconoscere il bonus di € 500,00 anche al personale assunto a tempo determinato, stante la contrarietà di detta esclusione rispetto ai precetti degli artt. 3, 35 e 97 Cost. e degli artt. 29, 63 e 64 del C.C.N.L. del 29/11/2007, secondo cui l’obbligo formativo grava anche sui docenti precari”. Inoltre, ha ricordato sulla vicenda è intervenuta anche la Corte di giustizia dell’Unione Europea, che ha bocciato “la normativa nazionale che riserva al solo personale docente a tempo indeterminato del Ministero, e non al personale docente a tempo determinato di tale Ministero, il beneficio di un vantaggio finanziario dell’importo di EUR 500 all’anno, concesso al fine di sostenere la formazione continua dei docenti e di valorizzarne le competenze professionali”.