Marcello Pacifico: cosa accadrebbe negli istituti collocati in zone con un livello culturale depresso o un tessuto economico limitato, come tante aree del Sud ma anche alle isole o alle zone montane?
Marcello Pacifico: cosa accadrebbe negli istituti collocati in zone con un livello culturale depresso o un tessuto economico limitato, come tante aree del Sud ma anche alle isole o alle zone montane?
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): vorremmo sapere se il premier è a conoscenza del fatto che questi docenti verranno immessi in ruolo mantenendo lo stato di immobilità stipendiale per così tanto tempo. Qualora il Governo voglia continuare a mantenere le buste paga dei nostri docenti tra i 4 e i 5 punti sotto l’inflazione, puntando ad introdurre solo il merito a partire dal 2018, siamo pronti a rivolgerci al giudice del lavoro. E se necessario alla Corte di Giustizia europea.
Il presidente Marcello Pacifico: parteciperemo al dibattito sulla bozza di riforma e sui tanti argomenti ‘caldi’ che contiene, nel corso degli oltre 300 seminari scolastici programmati dal sindacato per i prossimi mesi. Quella del Governo è un’iniziativa nuova e da apprezzare, a patto che poi si seguano le indicazioni prevalenti che arriveranno dalla base.
Anief apprezza lo sforzo dell’esecutivo di rendere obbligatorie le attività di alternanza Scuola-Lavoro negli ultimi tre anni di tutti gli istituti tecnici e professionali. E approva l’idea del Ministro Stefania Giannini di potenziare il valore, in sede di esami conclusivi del secondo ciclo, delle esperienze svolte dagli studenti negli ambiti produttivi e culturali.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è un modello che in Germania funziona. Se sostenuto con investimenti adeguati, contando pure sul sostegno del Ministero del Lavoro, non potrà che ridurre il drammatico dato dei 700mila giovani tra i 15 ed i 25 anni che oggi in Italia non studiano e non lavorano. Ad iniziare dal Sud, dove lo sforzo dovrà essere doppio.
Il gap tra i due modelli di revisione del sistema scolastico italiano non è da poco: se fosse riuscito a portarlo a termine, l’ultimo Governo Berlusconi avrebbe fatto accedere al merito 70mila docenti in più rispetto a quanto si vorrebbe fare oggi. La responsabilità è anche dei sindacati che nel 2011 si piegarono alla riforma in cambio della proroga della rappresentatività sindacale e del rinvio delle elezioni RSU.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è una cifra considerevole, soprattutto in regime di lungo blocco contrattuale come quello che stiamo vivendo e che potrebbe durare fino al 2017, come si legge nell’ultima Finanziaria, se è vero che i valori dell’indennità di vacanza contrattuale saranno ancorati fino a quella data ai valori del 2009 senza possibilità di recupero. Il sindacato non è di fondo contrario alla ‘carriera’ dei docenti, ma deve essere determinata attraverso criteri obiettivi e trasparenti con adeguate risorse nelle leggi di stabilità senza ricorrere a nuovi tagli e risparmi, e con aumenti minimi per tutti legati all’aumento del costo della vita. È impensabile che siano i soli dirigenti scolastici a stabilire chi e perché debba avere accesso a questi incentivi, in assenza di una riforma che si occupi anche della valutazione del loro operato.