La decisione è stata presa in modo unilaterale dall’Ufficio Scolastico Regionale: dalle buste paga dei presidi, riguardanti gli anni scolastici che vanno dal settembre 2012 all’agosto 2015, sottratti dai 2.300 ai 4.300 euro, a seconda della fascia. Tutto questo avviene, secondo l’Usr Sicilia, in applicazione della Legge 122/2010, che ha stabilito il blocco degli stipendi: l’Usr Sicilia, però, non ha bloccato gli stipendi, li ha tagliati. La decisione è illegittima e pericolosa: perché altre regioni potrebbero presto seguirne le orme.
Grazie ad un investimento di un miliardo, promosso dal ministro della pubblica istruzione transalpino, Najat Vallaud-Belkacem, la busta paga dei docenti d’Oltralpe presto arriverà in media a 3.900 euro lordi: una cifra vicina a quanto dovrebbe essere assegnato ai tre milioni di dipendenti pubblici italiani, se solo si allineassero gli stipendi alla metà degli aumenti dell'inflazione cresciuti negli ultimi otto anni. Con i salari dei docenti, fermi a 1.300-1.500 euro, scivolati sotto pure a quelli degli impiegati. Per questo, Anief ribadisce la necessità di ricorrere al giudice del lavoro per ottenere giustizia.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal):si tagliano i fondi per adeguare gli stipendi, fermi dal 2009, al costo della vita e per diversi anni si blocca pure la progressione di carriera (tanto che nel DEF 2016 l'indicizzazione dell’indennità di vacanza contrattuale viene bloccata almeno sino al 2018 e forse anche fino al 2021), salvo poi mettere nel piatto delle briciole frutto di ulteriori risparmi e tagli che dovrebbero premiare solo alcuni dimenticando il lavoro di tutti.
Sono diverse le modifiche su cui a breve si esprimerà Palazzo Madama: ancora risorse per il piano “Scuole Belle”, sì al raddoppio dei compensi dei commissari del concorso a cattedra e all’assunzione degli insegnanti precari risultati idonei all’ultimo concorso; assegnazione di mille euro, alle scuole paritarie, per ogni alunno disabile iscritto; proroga al 15 settembre 2016 delle prossime immissioni in ruolo, vigenza triennale delle nuove graduatorie di merito, reclutamento straordinario per Invalsi. Il giovane sindacato plaude alla nuova norma che obbliga al pagamento degli incarichi a tempo determinato e delle supplenze brevi o saltuarie degli insegnanti “entro 30 giorni dall'ultimo giorno del mese di riferimento”, ma anche alla possibilità di richiesta di assegnazione provvisoria, anche su organico di fatto, da parte degli assunti con la Buona Scuola.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quello del diritto di pagamento a breve degli stipendi e dell’accesso alla mobilità immediato anche degli ultimi immessi in ruolo, sono due cavalli di battaglia del sindacato, la cui azione ancora una volta ha portato risultati concreti. Andando così a dare una risposta a coloro che dicono che il nostro sindacato riesce ad operare e vincere solo in tribunale.
In dieci anni, persi 200 mila posti nella scuola; dal 2008, stipendi e indennità di vacanza contrattuale bloccati a dispetto dell'aumento del 20% dell'inflazione, precariato ancora discriminato nei contratti a termine; dal 2011, in pensione sempre più tardi e con assegni sempre più ridotti. Senza un piano di sviluppo economico e di riconversione industriale che tuteli i diritti dei lavoratori e non li calpesti, soltanto in tribunale si potra' ricercare un argine al tradimento del pilastro fondamentale della Repubblica: la tutela del lavoro.
Secondo Anief, l’accordo sottoscritto stamane ha buone possibilità di falsare l'ultima rilevazione delle elezioni Rsu, appena concluse e delle deleghe nel caso in cui la norma contrattuale sia interpretata in maniera restrittiva per le organizzazioni sindacali che potrebbero raggiungere il 5% in caso di fusione entro 30 giorni dalla sua approvazione. Per questo, il sindacato impugnerà l’accordo. Inoltre, per salvare gli stipendi, l’organizzazione sindacale ha già messo a disposizione il modello di diffida per richiedere l'adeguamento dei valori dell'indennità di vacanza contrattuale alla metà dell'inflazione, come registrata a partire dal settembre 2015 rispetto al blocco vigente dal 2008.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): quanto deciso oggi con la parte pubblica, non è altro che l’attuazione del Decreto Legislativo 150/2009 di riforma della PA, con l’assegnazione degli incentivi sganciati definitivamente dalla distribuzione a pioggia e ora legata alle performances del singolo lavoratore. In perfetto stile aziendale-privato. Una logica, tra l’altro, anticipata nella Scuola, dove la Legge 107/2015 ha introdotto un nuovo criterio della valutazione, basato proprio sul dare gli aumenti a pochi lavoratori, lasciando l’80 per cento del personale a bocca asciutta.