Dal rientro delle vacanze pasquali anche in zona rossa per infanzia, primaria e prima media. Marcello Pacifico (Anief): “Deludenti le risposte del ministero nell’incontro chiesto dalle altre sigle sindacali. Noi vogliamo impegni precisi, così non è possibile insegnare e lavorare in sicurezza. Le scuole potrebbero trasformarsi in luoghi ideali di contagio. Non bisogna rischiare con la salute delle famiglie dopo i sacrifici chiesti sull'integrazione delle attività produttive”.
Nessuna novità dal ministero dell’Istruzione sulla politica intrapresa dal Governo a proposito delle nuove raccomandazioni sulle fasce di età e sulle priorità per le vaccinazioni anche AstraZeneca: l’incontro svolto oggi al ministero dell’Istruzione, tra i vertici del dicastero e i cinque sindacati che ne avevano fatto richiesta, è servito solo a confermare la linea annunciata nell’ordinanza numero 6 firmata dal commissario straordinario all’emergenza, Francesco Figliuolo, con la quale si dà priorità assoluta alle somministrazioni di vaccino anti-Covid alle persone più a rischio e avanti negli anni perché “risultano più vulnerabili qualora infettati dal virus Sars-Cov-2”. Le vaccinazioni del personale, anche in vista dell’applicazione dei Protocolli di sicurezza per gli Esami di Stato di giugno, subiranno quindi una battuta d’arresto.
Marcello Pacifico, presidente Anief, esprime il suo disappunto: “sul più bello, proprio mentre torneranno a scuola per svolgere le lezioni in presenza, anche nelle zone rosse, dove c’è meno sicurezza, almeno 400 mila insegnanti, educatori e Ata saranno costretti a farlo senza vaccinazione. È appurato, oramai, che AstraZeneca non offra garanzie rispetto al contagio nella fascia di età 60. Vaccinarsi, comunque, continua a essere un’arma importante contro il Covid, anzi la più importante. Sebbene non debba essere obbligatorio, va data la possibilità al personale scolastico di farlo subito. Chi è in prima linea, come rischi, non deve attendere. Tornare in classe in sicurezza non può rimanere uno slogan: siamo ancora in attesa dei tracciamenti e dei test rapidi periodici, più volti annunciati a livello non solo politico, oltre che di un filo diretto tra le Asl e le scuole. Come non può andare bene che nemmeno si programmino gli spazi e gli organici aggiuntivi in vista del prossimo anno scolastico, all’inizio del quale – conclude Pacifico – mancano ormai poco più di quattro mesi, ovvero pochissimo”. Le scuole hanno bisogno di spazi, di aule, di personale, dopo aver avuto i banchi.
È finito con un nulla di fatto l’incontro tenuto oggi al ministero dell’Istruzione su vaccini e sicurezza del personale scolastico: non ci sarà alcuna corsia preferenziale. Restano esclusi, al momento, docenti e personale amministrativo che non hanno ancora ricevuto la prima dose. Mentre, chi ha già fatto la prima dose, farà la seconda, sempre con AstraZeneca come previsto. La linea risponde, nei fatti, all’ultima ordinanza del commissario Francesco Paolo Figliuolo che prevede come categorie prioritarie gli over 80/70/60, seguendo quindi il principio dell’età, ma anche della “fragilità” delle persone.
“Con riferimento al tema vaccinazioni – riferisce il Ministero - , è stato chiarito che oltre il 72% del personale scolastico ha ricevuto la prima dose: in tutti questi casi si procederà con la seconda somministrazione. Sulla prosecuzione del piano vaccinale e sui suoi numeri, con riferimento alla scuola, il confronto fra Ministero, Struttura commissariale e Sindacati sarà permanente, in modo da accompagnare la comunità scolastica in questa particolare fase della pandemia garantendo la massima chiarezza comunicativa. Quanto ai Protocolli di sicurezza per i prossimi Esami di Stato, il Ministero incontrerà i Sindacati già questo venerdì”.
L’incontro, al quale ha partecipato anche un medico designato dalla struttura del Commissario straordinario per l’emergenza epidemiologica, è servito quindi solo a confermare quanto già noto. Anief ha inviato, nel frattempo, una lettera di protesta per questa gestione dell'emergenza che appare improvvisata nonostante i ripetuti solleciti.
A questo proposito, Marcello Pacifico, presidente Anief, ricorda che “un quarto del personale della scuola viene messo in attesa delle vaccinazioni proprio mentre il Governo ha deciso di far tornare tutti gli studenti in presenza per l’ultimo mese di scuola, anche alle superiori. È una contraddizione. Proprio quando serviva massima copertura anti-Covid si decide che gli insegnanti e il personale Ata possono aspettare. Anief fin dai primi giorni aveva espresso dubbi sul perché negli Stati Uniti e in Israele non era stato autorizzato questo vaccino, chiedendo risposte. È anche vero che vaccinarsi rimane l'unica soluzione per poter limitare gli effetti lesivi, anche mortali, del virus. È una esigenza imprescindibile, anche se deve sempre poggiare su basi volontarie. Come deve essere introdotta una volta per tutte un’equa indennità dovuta al rischio biologico che il personale scolastico si prende nell’esercizio del suo lavoro. Tutti punti che, assieme all’ampliamento degli spazi e degli organici, assieme alle stabilizzazioni, chiederemo ai dirigenti del ministero dell’Istruzione durante il prossimo incontro sulla sicurezza”.
PER APPROFONDIMENTI:
Amministrativi con contratto fino al 31 agosto, l’amministrazione cancella due mesi
Mancano all’appello 20 mila posti da collaboratore scolastico
VACCINI – AstraZeneca, l’Italia sospende l'utilizzo. Anief: il ministro Speranza faccia chiarezza
VACCINI – AstraZeneca, stop alla somministrazione. Anief: perché in Europa via libera facile?
Rientro a scuola, che fine hanno fatto test rapidi e gli altri dispositivi per tornare in sicurezza?
Domani tornano in classe 2 alunni su 3, dove sono i tracciamenti annunciati? ...