La certificazione 'verde' contro il Covid-19 potrebbe diventare indispensabile anche per varcare la soglia degli istituti scolastici, nonostante le classi pollaio. E il sindacato Anief è pronto a una clamorosa class action per garantire la sicurezza di alunne e alunni. Già dal 5 agosto, invece, la certificazione verde sarà valida per accedere a bar e ristoranti al chiuso, piscine, palestre, cinema e teatri. E pure per fare i concorsi. Un'imposizione, quest'ultima, chiaramente incostituzionale, secondo il sindacato
"Anief continua a ritenersi contraria a qualsiasi obbligo di vaccinazione, non certo per motivi ideologici, ma semplicemente perché la vera priorità rimane quella si svolgere le lezioni a scuola in sicurezza in ambienti sufficientemente ampi. Nessun riferimento, del resto, è stato sinora fatto dai rappresentanti del Governo sull'obbligo vaccinale: lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ricordato qualche giorno fa che fino ad oggi 'siamo all'85% di persone che operano nelle scuole che hanno ricevuto almeno la prima dose: è sbagliato far passare un messaggio che non riconosca che siamo di fronte a un dato robusto. Detto questo dobbiamo ancora lavorare perchè questo numero possa salire'. Ma non è obbligandoli che si potrà risolvere la questione. Ancora di più perché il Garante della Privacy si è espresso sul fatto che 'è illegittimo per il datore di lavoro chiedere i dati delle vaccinazioni ai propri lavoratori, a meno di un intervento legislativo'". E' quanto si legge in una nota dell'Anief
"Nel pnrr il governo ha messo 28 miliardi per la scuola ma non ho visto un euro per sdoppiare le classi, questo è un problema fondamentale, perché il virus circolerà ancora per uno o due anni. E al di là del Covid-19, un minor rapporto alunni-classi dà migliori risultati sugli apprendimenti. Prima di pensare a un eventuale obbligo vaccinale, che dovrebbe essere esteso anche a tutti gli studenti oltre agli insegnanti e agli ata, bisogna affrontare queste problematiche". Così si è espresso il presidente nazionale del sindacato Anief, Marcello Pacifico, commentando la proposta di rendere obbligatori i vaccini per consentire il rientro a scuola in presenza
"Non ci piace il provvedimento approvato del Sostegni bis, noi la strada corretta l'avevamo indicata, assieme a quasi tutti gli altri sindacati rappresentativi. Però non siamo stati seguiti. Ne prendiamo atto. Ognuno però si deve prendere le proprie responsabilità. Quando a settembre prenderà il via l'anno più difficile del dopoguerra, peggiore sicuramente degli ultimi due contrassegnati dal Covid, gli italiani è bene che sappiano a chi rivolgersi: ai banchi di quella politica che mette la scuola al primo posto nei proclami e nelle campagne elettorali, ma poi la abbandona sistematicamente, anteponendo altre esigenze". A dirlo Marcello Pacifico, presidente Anief
"Parlando oggi a Palazzo Madama il ministro dell'Istruzione ha tenuto a dire che quest'anno la mobilità degli insegnanti ha soddisfatto il 60% delle domande, facendo intendere che è un risultato raggiunto anche grazie alla decisione del Governo di ridurre da 5 a 3 anni il vincolo di permanenza dei docenti nelle sedi per garantire la continuità didattica. Una scelta, ha spiegato, che "di fatto è stata necessaria per garantire equità tra esigenze contrapposte, l'adeguata stabilità degli organici e l'interesse degli studenti"". Lo afferma Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, il quale ritiene che "la percentuale poteva essere molto più alta, perché alla luce dell'emergenza Covid19 e delle varie sentenze che si sono succedute in merito alla necessità di non calpestare il diritto alla famiglia laddove vi siano posti vacanti, il vincolo doveva essere portato ad un solo anno, permettendo a tutto il personale docenti di potersi liberamente spostare dopo aver superato l'annualità di prova. Anche perché le cattedre per accoglierli in molti casi c'erano. Ed ora andranno ai precari, perché anche le immissioni in ruolo sono state compromesse da scelte sbagliate". (ANSA).
(ANSA) - ROMA, 14 LUG - "L'Invalsi ha scoperto quello che si sapeva da mesi: la pandemia e la Dad hanno fatto danni enormi sull'apprendimento dei ragazzi, soprattutto alle superiori. Alle medie il 39% degli studenti non ha raggiunto risultati adeguati in italiano, il dato sale al 45% in matematica. Alle superiori il dato sale rispettivamente al 44% e al 51% con un + 9%. In molte regioni del Sud oltre la metà degli studenti non raggiunge la soglia minima di competenze in Italiano: Campania e Calabria 64%, Puglia 59%, Sicilia 57%, Sardegna 53%, Abruzzo 50%. In Campania il 73% degli studenti è sotto il livello minimo di competenza in matematica, in Sicilia 70%, 69% Puglia. Secondo il sindacato Anief, quanto espresso oggi dal Rapporto Invalsi 2021 era altamente prevedibile. Con l'aggravante che ora i livelli di competenze dell'Italia faranno registrare un ulteriore calo nella classifica internazionale sugli apprendimenti degli studenti dell'area Ocse". Lo afferma il sindacato Anief. "L'istituto nazionale di valutazione - dice il suo presidente nazionale Marcello Pacifico - ha rilevato quello che tutti si aspettavano. La riduzione delle conoscenze da parte degli alunni era inevitabile, perché la didattica a distanza e integrata non ha la stessa efficacia di quella in presenza. Noi ci siamo sempre espressi per la non esecuzione dei test nel 2021, invece si è preferito andare avanti e rilevare l'ovvio. A questo punto, però, è bene che il governo e il ministero dell'Istruzione si prendano le loro responsabilità". (ANSA).