Pacifico, 'si pensa alle sanzioni su più livelli, ma senza sdoppiamento classi sarà class action epocale'
''No alla caccia all'untore. Le scuole non saranno in sicurezza perché il generale Francesco Figliuolo vuole tutti i docenti vaccinati: continueranno a essere insicure anche dopo''. A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, anticipando la posizione che il sindacato nazionale porterà avanti nell'incontro di oggi con il ministro dell'Istruzione, durante la quale il ministro Patrizio Bianchi riferirà gli esiti del colloquio tenuto ieri a Palazzo Chigi con il premier Mario Draghi. Anief ribadisce la sua posizione su come organizzare il rientro a scuola a settembre. La vaccinazione è auspicabile, ma non si può imporre, considerando anche che sarebbe una anomalia all'interno della stessa Unione europea e che una risoluzione del Consiglio d'Europa dallo scorso mese di marzo sull'obbligo vaccinale dice l'esatto contrario. La vaccinazione, tra l'altro, non è nemmeno risolutiva. Il vero problema delle nostre scuole rimane quello dell'ammassamento degli alunni nelle aule, frutto del decreto del Presidente della Repubblica n. 81 del 20 marzo 2009, con cui si è stabilito che si possono formare anche classi fino a un massimo di 26-28 alunni nella scuola dell'infanzia e primaria, fino a 27-30 alunni alle medie e fino a 30-33 alunni alle superiori.
Si è appena concluso il secondo incontro tra l’A.Ra.N. e le rappresentanze confederali dei comparti per la definizione del nuovo ACQ sulle elezioni RSU. La delegazione CISL vorrebbe impedire il voto ai precari della scuola al 30 giugno, peraltro non confermato l’anno successivo. Per Pacifico sarebbe l’ennesima beffa per i precari. Chi ha paura del loro voto? Aggiornamento a settembre
La certificazione 'verde' contro il Covid-19 potrebbe diventare indispensabile anche per varcare la soglia degli istituti scolastici, nonostante le classi pollaio. E il sindacato Anief è pronto a una clamorosa class action per garantire la sicurezza di alunne e alunni. Già dal 5 agosto, invece, la certificazione verde sarà valida per accedere a bar e ristoranti al chiuso, piscine, palestre, cinema e teatri. E pure per fare i concorsi. Un'imposizione, quest'ultima, chiaramente incostituzionale, secondo il sindacato
"Anief continua a ritenersi contraria a qualsiasi obbligo di vaccinazione, non certo per motivi ideologici, ma semplicemente perché la vera priorità rimane quella si svolgere le lezioni a scuola in sicurezza in ambienti sufficientemente ampi. Nessun riferimento, del resto, è stato sinora fatto dai rappresentanti del Governo sull'obbligo vaccinale: lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza, ha ricordato qualche giorno fa che fino ad oggi 'siamo all'85% di persone che operano nelle scuole che hanno ricevuto almeno la prima dose: è sbagliato far passare un messaggio che non riconosca che siamo di fronte a un dato robusto. Detto questo dobbiamo ancora lavorare perchè questo numero possa salire'. Ma non è obbligandoli che si potrà risolvere la questione. Ancora di più perché il Garante della Privacy si è espresso sul fatto che 'è illegittimo per il datore di lavoro chiedere i dati delle vaccinazioni ai propri lavoratori, a meno di un intervento legislativo'". E' quanto si legge in una nota dell'Anief
"Nel pnrr il governo ha messo 28 miliardi per la scuola ma non ho visto un euro per sdoppiare le classi, questo è un problema fondamentale, perché il virus circolerà ancora per uno o due anni. E al di là del Covid-19, un minor rapporto alunni-classi dà migliori risultati sugli apprendimenti. Prima di pensare a un eventuale obbligo vaccinale, che dovrebbe essere esteso anche a tutti gli studenti oltre agli insegnanti e agli ata, bisogna affrontare queste problematiche". Così si è espresso il presidente nazionale del sindacato Anief, Marcello Pacifico, commentando la proposta di rendere obbligatori i vaccini per consentire il rientro a scuola in presenza
"Non ci piace il provvedimento approvato del Sostegni bis, noi la strada corretta l'avevamo indicata, assieme a quasi tutti gli altri sindacati rappresentativi. Però non siamo stati seguiti. Ne prendiamo atto. Ognuno però si deve prendere le proprie responsabilità. Quando a settembre prenderà il via l'anno più difficile del dopoguerra, peggiore sicuramente degli ultimi due contrassegnati dal Covid, gli italiani è bene che sappiano a chi rivolgersi: ai banchi di quella politica che mette la scuola al primo posto nei proclami e nelle campagne elettorali, ma poi la abbandona sistematicamente, anteponendo altre esigenze". A dirlo Marcello Pacifico, presidente Anief