Tempo pieno a rischio, nodo risorse, organici da rafforzare, istituti da ridisegnare sotto il profilo degli spazi, orari ancora tutti da immaginare. Sono tante le incognite per la riapertura delle scuole a settembre. Anche sulla data di inizio pesa come una tagliola la questione dei seggi elettorali. E se al proposito i presidi chiedono di "evitare di far perdere ulteriori giorni di scuola ai nostri studenti", dalla Campania il governatore Vincenzo De Luca smentisce spostamenti riguardanti l'inizio dell'anno scolastico o dei seggi. "Stupidaggini", dice bollando le voci in merito. Uno dei temi principali resta quello delle risorse, che dovrebbe essere oggetto di confronto tra il ministero dell'Istruzione e i sindacati già nei prossimi giorni. Intanto nelle prossime settimane si procederà agli acquisti di banchi, monoposto o che garantiscano il distanziamento di un metro "da bocca a bocca", e di mascherine. Saranno effettuati dal Commissario all'emergenza Domenico Arcuri, che provvederà anche allo smaltimento dei banchi da eliminare. Gli acquisti avverranno in tempo per l'avvio delle lezioni, assicurano i collaboratori di Arcuri. Ma i nodi sono parecchi, a partire dagli orari, e la Cisl, per esempio, fa presente che "le scuole si chiedono se è possibile in ultima istanza ridurre il tempo scuola anche solo attraverso delibera del consiglio di istituto, venendo meno al patto formativo con le famiglie (ad esempio passando dal tempo pieno alle 27 ore), se vi sarà e in che misura organico aggiuntivo, come gestire eventuali locali esterni alle istituzioni scolastiche, come gestire gli alunni con grave disabilità o disturbi comportamentali". C'è poi il problema trasporti da affrontare anche con le associazioni degli enti locali, Anci (Comuni) e Upi (Province). Gli ingressi scaglionati sono essenziali, ma gli orari finora ipotizzati, come una presenza a scuola per le secondarie dalle 10 alle 15, per la Cisl Scuola guidata da Maddalena Gissi "non appaiono sostenibili nell'organizzazione della giornata scolastica e impegnerebbero gli alunni in modo del tutto inopportuno". Tutta da immaginare poi è la ripresa delle attività negli asili, dove il concetto di banco è inesistente e il distanziamento sociale difficile da far rispettare. In questo caso "la riduzione dei gruppi deve essere consistente", rilevano i rappresentanti dei docenti. E ancora: il capitolo test sierologici, la gestione di eventuali casi di Covid, il trattamento delle persone più a rischio, tra gli insegnanti ma anche tra gli studenti. Intanto sono state pubblicate in Gazzetta Ufficiale le modifiche e integrazioni al decreto che regola la procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l'immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno. L'Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief) parla di "esclusione immotivata di diverse categorie di docenti" e annuncia ricorsi.
(ANSA) - ROMA, 11 LUG - L'Associazione nazionale insegnanti e formatori (Anief) si dichiara "contro l'esclusione immotivata di diverse categorie di docenti al bando del concorso straordinario per la scuola secondaria di primo e secondo grado" e ha attivato apposite consulenze per i ricorsi. Marcello Pacifico, presidente Anief, sottolinea: "Non comprendiamo il motivo di innalzare certi paletti, che lasciano fuori dalle procedure concorsuali chi a nostro avviso ha invece diritto a parteciparvi. Certe preclusioni immotivate sono alla base di quella 'supplentite' cronica che caratterizza l'insegnamento in Italia, con oramai un insegnante precario ogni tre in organico, che quest'anno porterà all'assegnazione di almeno 250 mila contratti a tempo determinato - conclude Pacifico -. Purtroppo, finché al ministero dell'Istruzione continueranno a considerare il precario un individuo da respingere e non un professionista della formazione da valorizzare, non ne usciremo mai".
"Non è solo l'Anief a essere deluso per le modalità adottate dal ministero dell'Istruzione per entrare a far parte delle graduatorie provinciali supplenza (Gps): in queste ultime ore, anche se il Consiglio superiore della pubblica istruzione ha espresso apprezzamento per l'istituzione delle nuove, per il Cspi appare però anche indispensabile predisporre delle procedure che consentano di individuare tempestivamente e con certezza il personale supplente avente diritto". Lo spiega una nota dell'Anief
"Con il ritorno in classe giungono nuove indicazioni, che provengono dal ministero della Salute e che riguardano la necessità, per i dipendenti pubblici ma soprattutto per il personale della scuola, di fare dei tamponi. Fermo restando che il tampone è una delle misure cautelative utili, va detto che è limitato a un determinato momento. Poiché gli insegnanti e il personale Ata saranno sempre a contatto con gli alunni tutto l'anno scolastico, significa che, così come per i medici e gli infermieri, dovrebbero fare dei tamponi periodici. Tutto questo, però, non impedisce la diffusione del Coronavirus, perché la migliore forma di arresto è, come è stato detto in tutti i modi dai membri del Comitato tecnico scientifico, il distanziamento sociale, la distanza cioè di un metro tra alunno-alunno e alunno-insegnante". Così il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico
"Gli assistenti tecnici assunti per pochi mesi per fare fronte all'emergenza Covid-19, poi licenziati lo scorso 30 giugno, vanno lasciati al loro posto: lo prevede un emendamento al Decreto Rilancio, già approvato dalle Commissioni della Camera, che oggi approda nell'Aula di Montecitorio. Una manovra che si riallaccia al Piano nazionale di riforma, che accompagna il Def e che dovrebbe arrivare sul tavolo del prossimo CdM, il quale prevede di assicurare la fibra in tutti gli istituti entro due anni. Diventa così la regola il supporto tecnico-professionale assicurato durante la didattica a distanza a famiglie, alunni e lavoratori che hanno riscontrato difficoltà di collegamento alle piattaforme e nella gestione dei software. Per il sindacato, questi tecnici devono essere assunti in pianta stabile". Così una nota dell'Anief.
Il governo e gli addetti ai lavori sono impegnati da settimane nella ricerca della formula migliore per consentire, a settembre, una serena riapertura delle scuole. Ma il quadro è ancora dominato da troppe ombre. Uno degli scogli più difficili da aggirare rimane quello del distanziamento nelle classi e all'interno degli istituti, ambito sul quale si stanno applicando ormai da tempo anche 'genietti' del coding con algoritmi utili alla bisogna. Poi c'è l'impegno del governo, che forte delle grandi difficoltà imposte dal covid a tutto il mondo dell'istruzione cerca di rafforzare le possibili soluzioni future, a partire ovviamente dalla digitalizzazione e la formazione dei prof e del personale amministrativo
ROMA, 5 JUL - "L'obiettivo da porsi, tutti assieme, è quello di tornare a delle scuole a misura d'uomo, creando classi con al massimo 15 alunni e assumendo 200 mila docenti e Ata nuovi. Questi emendamenti, seppure depotenziati, vanno in direzione della proposta dello stesso M5S che prevede la formazione di classi con più di 22 alunni e 20 in presenza di alunni disabili, primo firmatario l'attuale ministro Azzolina. Con numeri ancora più ridotti nelle zone colpite dal coronavirus". Lo afferma in una nota Marcello Pacifico dell'Anief. "Sugli organici - aggiunge - noi abbiamo chiesto l'assunzione di 150-160 mila docenti per coprire posti vacanti e turn over tramite le nuove graduatorie di istituto trasformate in provinciali (il cui bando però deve essere profondamente modificato nel rispetto delle vigenti tabelle di valutazione dei titoli e dell'aggiornamento per tutti i laureati anche senza i 24 CFU), più almeno 40 mila unità di personale Ata aggiuntive: in un colpo solo, considerando anche la stabilizzazione di tutti i Dsga facenti funzione e degli educatori precari, si risolverebbero i problemi di gestione del ritorno in classe a settembre e si risponderebbe pure alla sentenza Rossato della Corte di Giustizia europea sui risarcimenti danni sull'abuso dei contratti a termine". (ANSA).