Si avvicina il momento in cui docenti e studenti torneranno in classe: "Troveranno qualche novità, tutt'altro che rilevante, in particolare sull'alternanza scuola-lavoro, sul patto di corresponsabilità, passando per l'educazione civica. Ma i mutamenti da fare erano altri, a iniziare dalle regole per gestire concorsi e carriere del personale". Lo sottolinea l'Anief che ha deciso di rendere pubblici tre casi esemplari "riguardanti docenti precari che chiedono l'assunzione in ruolo, il personale Ata interessato a passare di livello e insegnanti che aspirano a diventare presidi, nei quali l'amministrazione scolastica ha emanato delle regole che danneggiano in modo inesorabile il loro futuro professionale"
"La mancata attuazione del decreto salva precari non ha complicato più di tanto la situazione: avrebbe stabilizzato circa 30.000 docenti sui 200.000 da stabilizzare. Sarebbe stata una goccia del mare, gradita per carità, ma non avrebbe certamente risolto il problema. Come non avrebbe risolto il problema quello che lo Stato fa ogni quattro, cinque anni, organizzare cioè corsi abilitanti, rendendosi conto che ci sono migliaia di persone laureate e non abilitate, chiamate a insegnare nelle nostre scuole per due, tre, quattro anni, a cui giustamente lo Stato riconosce l'abilitazione". Lo ha detto a Radio Cusano Campus, Marcello Pacifico presidente della associazione di categoria Anief.(ANSA).
I docenti e gli studenti che torneranno in classe troveranno qualche novità, in particolare sull'Alternanza Scuola Lavoro, sul patto di corresponsabilità, passando per l'educazione civica. "Ma i mutamenti da fare erano altri. A iniziare dalle regole per gestire concorsi e carriere del personale". Lo afferma in una nota Anief che rende pubblici tre casi esemplari - riguardanti docenti precari che chiedono l'assunzione in ruolo, il personale Ata interessato a passare di livello e insegnanti che aspirano a diventare presidi - nei quali "l'amministrazione scolastica ha emanato delle regole che danneggiano in modo inesorabile il loro futuro professionale", sottolinea l'associazione di categoria
"Tramonta definitivamente il contenitore di disposizioni, predisposto nei primi giorni di agosto dal Consiglio dei Ministri con l'anomala formula del 'salvo-intese', per andare incontro ad una parte del personale non di ruolo. A questo punto, spetterà al nuovo Esecutivo di farsi carico del complesso problema della supplentite che nessuno è riuscito non solo a debellare ma nemmeno a ridurre"
Il decreto legislativo sull'inclusione scolastica è stato pubblicato in Gazzetta: il provvedimento contiene la nuova normativa sull'assegnazione delle ore di sostegno agli alunni disabili (da decidere anche d'intesa con le famiglie), con la redazione di un rinnovato Piano didattico individualizzato, che nelle intenzioni del legislatore dovrebbe guardare con maggiore attenzione alle caratteristiche del singolo studente. Sono molti, però - sottolinea il sindacato Anief - i punti mancanti nel decreto di riforma
Se salta il decreto salva-precari, addio anche alla piccola ''ciambella di salvataggio'' che lo scorso mese di luglio il governo aveva predisposto per i 50mila docenti con diploma magistrale rimasti intrappolati a seguito della doppia sentenza negativa della plenaria del Consiglio di Stato: per evitare il danno del licenziamento connesso a quello dell'abbandono della scuola dove sono in servizio, spiega Anief, "si era infatti predisposta la proroga bis della conferma dei contratti sottoscritti a inizio anno scolastico, per scongiurare anche un danno alle scuole, alla didattica e agli alunni del primo ciclo scolastico, che in corso d'anno si sarebbero ritrovati senza il loro maestro. E parallelamente un altro concorso riservato. Solo che si trattava di palliativi, non di soluzioni"
"Quest'anno si parte con 70 mila alunni in meno, ma le classi pollaio rimangono". Questo l'allarme dell'Anief, che ricorda le conseguenze della denatalità sulla scuola italiana, annunciate mesi fa dal Miur, che stimò 43 mila alunni complessivi in meno in un solo anno, di cui 23 mila alla primaria e 20 mila alla secondaria. Assenze che pesano anche sul fronte delle classi in meno e della riduzione di organici del personale
Leggi l'articolo
Settembre in arrivo e parte la caccia al supplente, con 200 mila posti da assegnare nella scuola. È l'allarme che lancia l'Anief secondo cui "tantissimi posti saranno assegnati con Mad (Messa a disposizione) al preside, basterà una domandina"
Parte la caccia al supplente, con 200 mila posti da assegnare per l'inizio dell'anno scolastico 2019/2020. Lo sottolinea l'associazione sindacale Anief che segnala anche che potrebbero essere "tantissime le 'messe a disposizione' (Mad):, basta una domandina al preside e si insegna tutto l'anno"
"Con la fine del governo gialloverde e le consultazioni dei leader politici da parte del Capo dello Stato, si chiude uno delle più buie gestioni dell'istruzione italiana, con il mondo della scuola che non a caso 'saluta Bussetti senza rimpianti': a spiegarne i motivi, con tanto di 'numeri di un fallimento annunciato', è la stampa specializzata, che descrive il personale scolastico 'profondamente deluso dalla gestione del ministro leghista, tra progetti di autonomia differenziata e carenza di soluzioni concrete per l'annoso problema del precariato'. È notizia di queste ore che solo in Veneto ci sono quasi 8 mila cattedre destinate ai precari, di cui 2.284 di sostegno". E' quanto si legge in una nota dell'Anief.
"Mentre l'attenzione dei sindacati e di alcuni rappresentanti della Lega è tutta concentrata sul decreto scuola, destinato a non arrivare mai in Gazzetta Ufficiale perché manca l'accordo del primo partito del Parlamento, le nomine in ruolo del personale docente stanno andando a rotoli": lo sostiene il sindacato Anief secondo il quale le notizie sulle tante convocazioni andate deserte giunte nei giorni scorsi dai propri delegati sparsi nei vari territori, soprattutto del Nord Italia, a partire da Piemonte, Veneto e Liguria, vengono confermate anche da altri sindacati
Pacifico_20190823_ok from Anief on Vimeo.
"Con la crisi di governo i sindacati maggiori si rivolgono alle forze politiche per salvare il decreto precari della scuola ma è sola propaganda e opportunismo perché la maggioranza che ha approvato quelle intese non esiste più. Anief attende la formazione di un nuovo esecutivo per portare avanti subito i sei punti di legislatura sulla scuola: adeguamento degli organici di fatto a quelli di diritto e organici differenziati per territorio; reclutamento dalle attuali graduatorie (gae, gm, gmre, gi); stabilizzazione dei precari docenti, ata, educatori e assistenti alla comunicazione, lsu; conferma dei ruoli degli insegnanti assunti con riserva dopo il superamento dell'anno di prova; parità di trattamento tra personale precario e di ruolo con rivisitazione della ricostruzione di carriera; utilizzo delle risorse risparmiate nella scuola per rinnovare i contratti immediatamente con aumenti medi di 200 euro mensili e mobilità ordinaria annuale insieme a corsi abilitanti ordinari". E' quanto si legge in una nota dell'Anief
tgs_gds_20190821 from Anief on Vimeo.
Pacifico_20190821_m from Anief on Vimeo.
Pacifico_20190820 from Anief on Vimeo.
Per il quarto anno consecutivo, i posti per assumere insegnanti a tempo indeterminato rimangono vacanti. Lo sostiene il sindacato Anief secondo il quale, con il prossimo anno, si batterà il record per il quarto anno consecutivo: più del 50% delle nomine non assegnate e più di 150 mila precari al 30 giugno su 500 mila in lista. ANIEF ha effettuato un monitoraggio su quanto sta avvenendo negli Uffici scolastici regionali. La colpa, per il presidente del sindacato, Marcello Pacifico, è delle errate politiche di reclutamento adottate a partire dal 2015
Potrebbero essere più di 30 mila le cattedre vuote, quasi tutte quelle su sostegno, la conferma proviene dai dati raccolti dai delegati sindacali nel territorio, ma non perché mancano i supplenti. Anief spiega perché ha fallito anche il ministro Bussetti e cosa dovrà fare il nuovo ministro al Miur per fare incontrare domanda e offerta ed evitare una multa salatissima dall'Europa
Le disposizioni di modifica del decreto legislativo n. 66/2017, già approvate dal governo gialloverde, rischiano di non entrare in vigore a causa della mancata approvazione dei decreti attuativi che, in caso di crisi dell’esecutivo, potrebbe non vedere mai la luce. Lo ha rimarcato anche il sottosegretario all’Istruzione Salvatore Giuliano, ricordando che mancano le misure di accompagnamento, cioè la formazione del personale scolastico e l’esonero della docenza per circa 450 insegnanti, attraverso il quale far avviare i gruppi territoriali per l’inclusione che avrebbero dovuto supportare le scuole a elaborare il piano di inclusione degli alunni.
Secondo Anief, le osservazioni del sottosegretario Giuliano sono pertinenti, perché in effetti senza i decreti di attuazione le correzioni alla riforma prevista dalla Legge 107/15 non potranno essere adottate. Tuttavia, sono anche altre le disposizioni a rischio, come le nuove assegnazioni delle ore settimanali e la formazione delle commissioni mediche. Ma, soprattutto, rimane il rammarico per l’ennesima occasione mancata per andare a fare ordine in un sistema che regola la permanenza a scuola di 300 mila alunni disabili e oltre 150 mila docenti di sostegno: Anief ha rilevato più volte quali sono.
Il sistema scolastico italiano continua a perdere troppi alunni per strada: 130 mila nuovi iscritti alle superiori non prenderanno mai il diploma; chi ci arriva è costretto spesso ad accontentarsi di un lavoro non attinente agli studi e appena il 18% consegue la laurea. La “fotografia” è della rivista specializzata Tuttoscuola, che attraverso un focus nazionale ha messo il dito nella piaga della dispersione scolastica italiana, aggravata dalla scarsa spendibilità di diversi corsi di studio e dal mancato collegamento con l’istruzione terziaria.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “avere cercato di approvare l’autonomia regionale differenziata in questa situazione, che crea cittadini senza futuro e un danno alla società intera oltre che al Pil, è stato da irresponsabili. Per contrastare il fenomeno della dispersione, bisogna agire all’opposto: le scuole collocate in aree più a rischio, con alti tassi di abbandono e di scarso tessuto socio-culturale, vanno necessariamente pungolate con il coinvolgimento formale di esperti esterni, psicologi, assistenti sociali, di una rete territoriale pronta a subentrare nei momenti critici. È poi necessario supportare il sistema scolastico delle regioni più arretrate con finanziamenti ad hoc, anche europei, rinforzare gli organici di docenti e personale Ata, anticipare l’obbligo scolastico a 5 anni e posticiparlo sino alla maggiore età”.