Roma, 16 lug. (AdnKronos) - È quanto lamenta l'Anief ricordando che a seguito dei pensionamenti con Quota 100, si liberano ancora 20 mila cattedre e unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario: peccato che andranno in supplenza e non alle immissioni in ruolo. Tutto, prosegue l'Anief, per colpa dell'incapacità della burocrazia ministeriale e del Governo di autorizzare le assunzioni a tempo indeterminato dal prossimo 1° settembre.
Roma, 14 lug. (AdnKronos) - "Possiamo dire che, con i dovuti paragoni, che quest'anno vivremo la Caporetto del precariato scolastico italiano". A dirlo è Marcello Pacifico dell'Anief sottolineando che "ci sono da coprire i 64 mila posti vacanti segnalati dal Miur, a cui ne vanno aggiunti più del doppio tra gli 50 mila di sostegno in deroga e quelli che si continuano ad 'imboscare' in modo illegittimo su organico di fatto".
ROMA, 16 LUG - A seguito dei pensionamenti con Quota 100, si liberano ancora 20 mila cattedre e unità di personale amministrativo, tecnico e ausiliario: peccato che andranno in supplenza e non alle immissioni in ruolo. A sostenerlo è il sindacato Anief, che accusa di incapacità il ministero e il Governo che non autorizzano assunzioni a tempo indeterminato dal prossimo 1 settembre. "È una vergogna - dice Marcello Pacifico, leader del sindacato -, perché il numero delle domande si conosce da diversi mesi. Poi ci si lamenta se qualcuno non ci sta e ricorre in tribunale. Noi citeremo questa volta chi ha prodotto questo danno, per responsabilità dirigenziale erariale alla Corte dei Conti e vigileremo se i posti liberati dai pensionamenti saranno attribuiti come annuali o solo fino al termine delle attività didattiche. Bisogna finirla di governare sulla pelle dei lavoratori precari".
Pacifico (Anief): “Con le nostre proposte puntiamo a migliorare l’efficienza dell’azione amministrativa, con l’armonizzazione delle regole comuni ai settori pubblico e privato, relative all’accesso delle organizzazioni sindacali rappresentative, anche se non firmatarie del contratto collettivo nazionale di comparto, alla contrattazione collettiva integrativa”
L'Anief ha inviato le sue proposte ai parlamentari sulla riforma della scuola. Il sindacato chiede di adeguare l'organico di fatto all'organico di diritto, inserire il tetto di numero 20 alunni per classe, di potenziare l'organico Ata del 10%, di stabilizzare l'organico addetto ai servizi di assistente all'autonomia e alla comunicazione, di attribuire le ore di sostegno indicate nel Pei, di garantire l'iscrizione all'ultimo anno della scuola secondaria, di valutare il servizio pre-ruolo svolto su posti di sostegno nei vincoli relativi alla mobilità volontaria
"A fine estate avremo il record di supplenze annuali, però con più di 200mila precari in lista di attesa e il ministro dell'Istruzione secondo il quale mancano insegnanti. Anief chiede di tornare alla normalità, con un semplice doppio canale di reclutamento e un facile e immediato sistema di attribuzione delle supplenze. Il Miur e i sindacati devono finirla di giocare con l'abuso dei contratti a termine alimentato da una guerra tra poveri e immorali clientele. Attualmente sono cinque le graduatorie dei tanti insegnanti che aspirano a un posto fisso nella scuola (gm, gmre, gae, gi, mad) e si potrebbe aggiungere una sesta (gps)". È quanto si legge in una nota dell'Anief.
Nel corso della settimana la Commissione XI Lavoro di Montecitorio svolgerà quindi audizioni informali di rappresentanti delle organizzazioni sindacali delle organizzazioni sindacali ANIEF, CGS, Confintesa e FILP, nell'ambito dell'esame delle proposte di legge C. 707 Polverini, recante Norme in materia di rappresentanza sindacale nei luoghi di lavoro, di rappresentatività delle organizzazioni sindacali e di efficacia dei contratti collettivi di lavoro, nonché delega al Governo per l'introduzione di disposizioni sulla collaborazione dei lavoratori alla gestione delle aziende, in attuazione dell'articolo 46 della Costituzione, e C. 788 Gribaudo, recante Norme sull'accertamento della rappresentatività delle organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro privati.
Il problema delle cattedre scoperte, lanciato dall'Anief per l'anno scolastico in arrivo, si sta sempre più concretizzando: ci sono alcune regioni dove i dirigenti scolastici o i presidi reggenti saranno costretti ad affidare miriadi di posti liberi a docenti non abilitati e persino senza esperienza. Soprattutto al Nord, dove la vacanza di posti è maggiore e quest'anno si è acuita per via dell'incremento di pensionamenti legato all'anticipo permesso da Quota 100, si prevede un massiccio ricorso agli aspiranti docenti individuati con la sola messa a disposizione
"Ha del paradossale la richiesta formulata al Mef dal ministro dell'Istruzione di assumere in ruolo 58.627 docenti per il prossimo anno scolastico, dei quali 14.552 di sostegno. La verità è che dilatandosi i tempi di uscita e attuazione dei concorsi, visto che anche quello doppio del primo ciclo - ordinario e riservato - risulta in alto mare, considerando la loro lentezza e difficoltà di attuazione, si sta andando dritti spediti verso il record delle 200 mila supplenze annuali, come ha sottolineato pochi giorni fa dalla Corte dei Conti". A dirlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
Come se nulla fosse, come se questi problemi fossero “bazzecole” e non macigni su un sistema organizzativo scolastico nazionale che già fa acqua da tutte le parti, dal ministro dell’Istruzione continuano a giungere dichiarazioni rasserenanti: “Stiamo lavorando – dice Marco Bussetti - per concludere con largo anticipo le procedure necessarie per avviare il nuovo anno. Abbiamo anticipato di un mese la mobilità degli insegnanti. Ora procederemo rapidamente con le assunzioni e, subito dopo, con le supplenze”.
“Ma di quali assunzioni in ruolo parla il ministro?”, ribatte Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief. “Se l’anno scorso – prosegue il sindacalista - la maggior parte delle convocazioni degli Uffici scolastici andarono deserte, perché i candidati abilitati, selezionati e formati e pronti a sottoscriverle erano messi ai margini, collocati in graduatorie non utili per le collocazioni a tempo indeterminato, quest’anno potrà solo andare peggio. Prevediamo che 3 immissioni in ruolo su 4 non si realizzeranno e andranno ad aumentare il già altissimo numero di supplenze annuali, anche con ripercussioni negative sulla continuità didattica. Avere anticipato i tempi di qualche settimana non cambia la sostanza delle cose, perché quello che doveva essere fatto, riaprire le GaE e utilizzare anche la seconda fascia delle graduatorie d’istituto per il doppio canale di reclutamento, è rimasto lettera morta”.
A proposito della questione stipendiale e delle possibili gabbie salariali che l’autonomia differenziata comporterebbe, con “200/300 euro di aumento in regioni dove il costo della vita é superiore di 1/3 rispetto alle altre regioni”, oggi il parlamentare grillino ha detto che regionalizzare i salari indebolirebbe “i lavoratori e i loro diritti proprio mentre Luigi Di Maio ha fatto misure che stanno riducendo il precariato e vuole rispondere ai bassi salari con il salario minimo. La considererei una misura contro gli italiani. Un piccolo vantaggio immediato per qualcuno diventerebbe un grande danno per tutti dopo pochi anni”. Di conseguenza, “la contrattazione nazionale deve restare”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, approvare la regionalizzazionesignificherebbe tornare indietro di cento anni. Senza più garanzie sul salario minimo e anche sull’orario e i carichi di lavoro, oltre che sulla libertà d’insegnamento. Perché ogni regione potrebbe imporre la sua linea localistica, sganciandola dall’unitarietà nazionale che è oggi garanzia di un’offerta formativa di qualità e senza intromissioni di parte.
"Il Governo è pronto da aprile, a seguito dell'accordo, a incrementare la retribuzione di un milione di insegnanti e Ata, ma i ritardi nella definizione del contratto quadro sulla rappresentatività e le nuove risorse che devono essere approntate per evitare la procedura d'infrazione dell'Europa potrebbero far saltare tutto".
Molte le sigle sindacali, tra i quali And, Adida, Cobas, Unicobas e Anief, che saranno presenti alla manifestazione nazionale domani, a piazza Montecitorio a Roma, per dire "No alla regionalizzazione scolastica e difendere la Scuola di Stato". Tra gli interventi anche quello del presidente del giovane sindacato Anief Marcello Pacifico: "Confermo l'adesione all'evento. La scuola è di tutti, è un bene comune di cui devono fruire indistintamente, con le medesime modalità, gli stessi servizi e con un'offerta formativa che prenda ispirazioni dalle Indicazioni Nazionali, tutti gli studenti italiani. Ci siamo opposti sempre alla regionalizzazione scolastica e siamo pronti a urlare forte il nostro dissenso a Roma, capitale della Repubblica Italiana. Forse è il caso di ricordarlo a chi pare lo abbia dimenticato".