Il sindacalista autonomo chiede al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte di non svendere l'unità nazionale: la scuola è già autonoma, può interagire col territorio e rispondere alle realtà del Paese. Sta allo Stato garantire servizi standard. Noi, assieme alla stragrande maggioranza dei lavoratori della scuola, siamo contro la secessione mascherata. In Spagna, chi nella Catalogna ha cercato di minare l'unità nazionale è stato processato e condannato. Persino la Sicilia autonoma non ha mai assunto i suoi insegnanti. Il dibattito è pretestuoso. Siamo pronti a offrire le consulenze del nostro ufficio legale per far dichiarare la norma incostituzionale dalla Consulta. La volontà di un elettore su dieci non può dividere l'Unita d'Italia raggiunta da 150 anni.
Dopo le parole durissime di sabato sera, i Governatori di Lombardia e Veneto, Attilio Fontana e Luca Zaia, hanno scritto al presidente del Consiglio per comunicargli che sono decisi a non firmare l'intesa sull'autonomia differenziata, se sarà quella derivante dagli ultimi accordi presi tra i ministri della maggioranza parlamentare: "Vogliamo una autonomia vera, non un pannicello caldo che produrrebbe ulteriori guai”, si legge nella lettera, e “se si continua con una farsa, come accaduto finora, è evidente che non firmeremo nulla".
“Noi – continuano Fontana e Zaia - restiamo aperti al dialogo con Lei, Presidente Conte, e pronti a cambiare opinione se il testo delle intese sarà capace di rispondere alle esigenze della vita vera che abbiamo provato a descrivere”. I due presidenti di regione rivendicano “una bozza di intesa seria” e “con altrettanta velocità” si impegnano “a replicare in modo costruttivo". Quindi avvertono il premier: sia “però chiaro che noi non firmeremo un accordo senza qualità come quello per ora che si sta profilando”.
Per il presidente del sindacato della scuola Anief, Marcello Pacifico - che continua a reclamare un decreto urgente per salvare la scuola dal caos sicuro di inizio del prossimo anno scolastico - le parole dei due Governatori rappresentano un evidente tentativo di mettere il premier con le spalle al muro. Intimandogli di approvare una legge, per il presunto bene di tutti i cittadini italiani, ben sapendo che le cose non stanno così: “I vantaggi derivanti dall’autonomia differenziata trasformata in legge così come la vorrebbe la Lega – dice il leader dell’Anief – si materializzerebbero esclusivamente per i cittadini e gli alunni delle regioni che rappresentano Fontana e Zaia. Probabilmente anche per qualche altra regione. Di sicuro, non per quelle oggi già prive di svariate risorse e servizi, che dalla regionalizzazione avrebbero alla lunga solo da perdere”.
Il professor Marcello Pacifico si rivolge al presidente del Consiglio, a nome di migliaia di lavoratori che rappresenta, ma anche di tantissimi non iscritti all’Anief ma lo stesso ben convinti del male che incarna l’autonomia differenziata della Lega: “Il premier Giuseppe Conte si confermi, in qualità di Capo del Governo, garante di quell'unità nazionale che la scuola pubblica italiana incarna da quando è stata costituita. Uscire fuori dall’offerta formativa nazionale, trasformandola in un ‘affare’ locale, da gestire in base non alle esigenze degli alunni, le quali evidentemente sono le stesse in Sicilia come in Veneto, in Friuli come in Calabria, associandola invece alle risorse della regione dove sono collocati gli istituti, rappresenterebbe un ritorno all’Ottocento”.
“Si tratterebbe – continua il sindacalista autonomo - pure di un evidente arretramento rispetto ai principi basilari della Costituzione italiana, scritti a chiare lettere a partire dagli articoli 3, 33 e 34. Siamo così convinti di quello che diciamo che il nostro sindacato si dice pronto sin d’ora a patrocinare, presso la Consulta, un maxi-ricorso per dimostrare l’incostituzionalità dell’infausto progetto leghista. Se giovedì potrebbe essere la giornata decisiva per capire il destino del Governo gialloverde – conclude Pacifico – allora è bene che sulla decisione si tenga conto di questi aspetti imprescindibili per il futuro del nostro Paese”.
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