Novembre è ormai finito e fanno capolino, come “funghi”, diverse migliaia di nuovi posti di sostegno: gli uffici scolastici pubblicano, infatti, l’esigenza di coprire tantissime cattedre, che senza la burocrazia e le leggi sbagliate si sarebbero potute tranquillamente materializzare prima dell’inizio del nuovo anno scolastico, dal momento che le diagnosi funzionali degli alunni vengono presentante già pima di giugno e quindi con notevole anticipo. Accade, invece, che solo in questi giorni diversi Uffici Scolastici hanno pubblicato gli elenchi dei tanti posti da assegnare: i più recenti sono quelli di Cuneo, Bari, Milano, Brindisi, Sassari, Ferrara, Taranto, Messina e Lecce.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è giunta l’ora di garantire ai nostri studenti docenti specializzati, con corsi regolari e con posti equamente distribuiti, non di certo come accaduto nell’ultimo ciclo specializzante, rispettando i tempi e le quantità fissate nelle esigenze certificate dal Pei, assegnando con sollecitudine posti in deroga ogni volta che la scuola lo richieda senza ricorrere ai tribunali. Se il ministro Lorenzo Fioramonti dovesse decidere di convocarci al Miur per un confronto sul tema, saremmo ben lieti di spiegare come si fa a non arrivare a Natale con tanti alunni che ancora attendono il loro docente di didattica speciale”.
Con colpevole ritardo, gli uffici periferici del Miur fanno sapere che ci sono da coprire tanti posti in deroga sul sostegno. “In questo modo – scrive Orizzonte Scuola - il fabbisogno stimato con l’organico di diritto regione per regione non corrisponde alle esigenze reali e ad essere penalizzati sono non soltanto gli alunni, ma anche gli insegnanti, che non possono usufruire di quelle cattedre per i trasferimenti e le assunzioni. Tutto ciò, nonostante una recente sentenza del Tribunale amministrativo regionale abbia imposto al Ministero dell’Istruzione di rivedere la consistenza dell’organico di sostegno in Sicilia e di conseguenza un’assunzione di responsabilità e una revisione degli organici tale da garantire effettivamente la copertura del reale fabbisogno di docenti specializzati sul sostegno in tutto il territorio nazionale trasformando, finalmente, i posti attivati “in deroga” in posti in organico di diritto”.
LA DENUNCIA IN TRASMISSIONE TV
Si ripete, di fatto, la triste prassi che vuole assegnare, con una lentezza ormai proverbiale, le ore di sostegno agli alunni con disabilità certificata. Sempre più contrassegnata da ricorsi, graduatorie, posti in deroga: una tendenza messa bene in evidenza dall'inchiesta di Report, andata in onda lunedì scorso su Rai3, durante la quale il ministro dell’Istruzione Lorenzi Fioramonti ha “girato” il problema al titolare del Mef Roberto Gualtieri. Durante la trasmissione “SOStegno”, firmata da Giulia Presutti per il programma d’inchiesta Report, si è parlato anche dei numeri crescenti delle cattedre: 270mila studenti con disabilità che frequentano le scuole pubbliche, seguiti da 100 mila insegnanti di sostegno, un numero insufficiente, integrato in deroga con la nomina di altri 75mila supplenti, per provare a garantire a tutti in extremis il diritto costituzionale allo studio, di sicuro non la continuità didattica. E sono, appunto, le deroghe, figlie della Legge 128 del 2013, che limita al 70% i posti in organico di diritto, anche quando sono vacanti e disponibili.
IL MINISTRO E L’AVVOCATO
Il ministro Fioramonti ha ricordato che nei “prossimi tre anni 40.000 nuovi docenti si specializzeranno, 14.000 di questi entreranno in servizio già a maggio prossimo”. Peccato che si tratti di numeri irrisori. Come evidenziato bene dall'avvocato Walter Miceli, dell'Anief, il sindacato rappresentativo che ogni anno attiva la campagna #nonunoradimeno col patrocinio gratuito alle famiglie del contenzioso per l'assegnazione degli insegnanti mancanti: “I genitori - ha detto Miceli - portano i propri figli disabili a scuola e non trovano l’insegnante di sostegno; a questo punto si rivolgono al Tar o al giudice ordinario, spesso addirittura invitati dallo stesso dirigente scolastico che dice loro ‘per avere l’insegnante di sostegno devi fare ricorso’”. E le famiglie che si rivolgono alla magistratura vincono nel 100% dei casi, con il Miur costretto a nominare i precari e a pagare il “danno” cagionato.
LE SENTENZE
Del resto, sulla questione sostegno mancato vi sono delle sentenze che fanno giurisprudenza. Ad esempio la Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25101, ha spiegato che non è possibile fare modifiche quando il piano individualizzato dello studente disabile è stato stabilito: cancellare tutte o parte delle ore settimanali previste dalla programmazione educativa è semplicemente un atto illegittimo. Inoltre la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 80/2010, ha dichiarato inammissibile fissare un limite numerico ai docenti di sostegno. Come se non bastassero questi due pronunciamenti, anche le Sezioni Unite della Cassazione, con sentenza n. 25011 del 2014, hanno già definitivamente chiarito come “il diritto all’istruzione è parte integrante del riconoscimento e della garanzia dei diritti dei disabili, per il conseguimento di quella pari dignità sociale che consente il pieno sviluppo e l’inclusione della persona umana con disabilità”. E pure la pubblicazione della sentenza di quest’anno del Tar Sicilia, la 140/19, che impone di rivedere la consistenza dell’organico di sostegno, non ha avuto effetti.
L’AZIONE DEL SINDACATO
L’Anief quest’anno ha presentato ricorso contro lo schema di decreto ministeriale sugli organici sul sostegno, al quale è possibile ancora aderire gratuitamente ad adiuvandum. A questo proposito la Cassazione, con la sentenza n. 25101, ha appena confermato l’illegittimità della decisione degli Uffici scolastici di ridurre le ore settimanali stabilite dal Pei. Chi volesse informazioni può scrivere all'indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Infine, anche per venire incontro alle diverse famiglie costrette a ritirare da scuola i figli per protesta, il sindacato ha confermato l’iniziativa gratuita ‘Sostegno, non un’ora in meno!’, attraverso la quale si intendono far rispettare le ore di sostegno assegnate.
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