Confermata Quota 100. Pacifico (Anief): “Strada penalizzante, con decurtazioni notevoli, per una professione già tra le più usuranti”
È imminente l’emanazione della circolare del Miur con la definizione dei dettagli e le indicazioni per la cessazione dal servizio per l’anno scolastico 2020-2021 per gli insegnanti e il personale ATA che cesseranno il servizio dal 1° settembre prossimo.
La circolare Miur definirà le scadenze delle domande sia di cessazione sia di proroga in servizio. Il personale docente e Ata dovrà presentare la domanda di cessazione dal servizio mediante l’apposita funzione di Polis; a tal proposito, si ricorda a tutti di registrarsi o di controllare le credenziali per l’accesso, successivamente si potrà completare la procedura con l’inoltro telematico all’Inps.
Per i requisiti per l’accesso alla pensione scuola si confermano quelli dello scorso anno, compresa la cosiddetta “pensione quota 100”. Sono confermati fino al 2026, per effetto del decreto-legge 4/2019 convertito nella Legge 28 marzo 2019 n. 26, i requisiti contributivi e di età anagrafica attualmente previsti, senza ulteriori incrementi legati all’aumento della c.d. “speranza di vita”.
“Come sindacato - ha spiegato Marcello Pacifico, presidente Nazionale Anief – “Quota 100” è trattamento definito “al limite del ricatto”, verso chi ha lavorato una vita e ora, a un passo dal traguardo, si trova a pagare un pegno. Tanto più che quella dell’insegnante è una professione complessa e gravosa. Chi opera nella scuola è sottoposto a uno stress psico-fisico derivante dal rapporto diretto con gli studenti. È un lavoro usurante, non solo per chi insegna nei nidi e nella scuola dell’infanzia: anche i docenti della primaria e della secondaria dovrebbero poter accedere all’Ape Social”. E avere la possibilità di lasciare il servizio, senza decurtazioni, a 62, 63 anni, come avviene ancora oggi in Europa. Basti pensare a cosa avviene nella vicina Francia, con un milione e mezzo di persone in piazza contro la riforma pensionistica che ha in mente il presidente Macron. Riforma che, se passasse in toto, modificherebbe il sistema pensionistico, lasciandolo comunque migliore, più equo e conveniente di quello italiano”.
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