Lo ha detto oggi il presidente del giovane sindacato rappresentativo in un’intervista ad Orizzonte Scuola: l’obiettivo che si devono porre i sindacalisti ai tavoli di confronto sul protocollo di sicurezza, in via di definizione, è quello di “riaprire le scuole in sicurezza”, coscienti che “la didattica a distanza rovinerebbe un altro anno di apprendimenti dei nostri studenti”. Pacifico ha quindi chiesto l’attivazione di “un altro tavolo specifico sugli organici” per avviare un “confronto con tutto il governo e non solo con la ministra Azzolina. Con il distanziamento sociale, un metro tra alunni, si deve pensare di dimezzare le classi, abbattere sicuramente le classi pollaio e raddoppiare le immissioni in ruolo richieste dal ministro Azzolina (80mila) al ministro Gualtieri”; ecco perché l’Anief continua a chiedere classi con non più di 15 iscritti.
“Riaprire le scuole in sicurezza significa pensare una scuola italiana diversa in termini di organici e spazi. La scuola per via della politica dei tagli non permette il distanziamento sociale, strumento utile per poter limitare il contagio da Covid”: lo ha dichiarato oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, rispondendo ad una domanda sui problemi della riapertura degli istituti scolastici a settembre. Nel corso dell’intervista rilasciata ad Orizzonte Scuola, il sindacalista autonomo ha voluto ricordare che per vari motivi “nella scuola si è obbligati a fare assembramento. Pensiamo che in Israele con la riapertura delle scuole sono aumentati i contagi, la metà appunto nelle scuole. Questo ci deve far riflettere. Abbiamo chiesto alla ministra certezze”.
Il leader dell’Anief ha spiegato che il tavolo di confronto con la ministra dell’Istruzione è sicuramente utile per “avanzare proposte”, mentre non serve attaccare la ministra “durante le conferenze stampa. Non è una cosa che funziona. Noi abbiamo fatto dei ricorsi contro tutti gli atti, abbiamo proclamato 40 ricorsi contro le procedure concorsuali, non siamo certo accusabili di consociativismo”.
FONDI IMPORTANTI IN ARRIVO
Il presidente del giovane sindacato si rende conto che è facile chiedere, meno passare ai fatti. “Ovviamente – dice Pacifico - siamo realisti e pensiamo alle risorse, per questo abbiamo detto che è necessario scrivere insieme le norme della prossima legge di Bilancio. Oggi non si sanno quali sono le risorse del Recovery Fund”, rispetto alle quali l’Anief ha chiesto il 10-15% per Scuola e Ricerca. Ciò perché quanto stanziato dal Governo fino ad oggi “non è sufficiente. Siamo costretti a riaprire le scuole a settembre con degli strumenti, che in base alle poche risorse di cui si dispone, sono dei palliativi e il rischio è tornare al lockdown della primavera scorsa”.
NO AI PRECARI DI SERIE B
Sulle assunzioni da fare per affrontare l’emergenza, Marcello Pacifico si dice in disaccordo con la decisione di assumere 50mila docenti e ATA in più con contratti a termine e senza diritti, nemmeno con l’indennità di disoccupazione. Alla scuola, ha ricordato, servono risorse umane permanenti, non “usa e getta” o di serie B: “Noi – sostiene Pacifico - non abbiamo chiesto di assumere il personale per l’emergenza Covid, così com’è scritta la norma è sbagliata. Noi abbiamo chiesto di ripensare alla scuola italiana, quindi le 50mila assunzioni devono essere a tempo indeterminato e non bastano”.
SERVONO RISORSE
“E ovviamente Anief non è d’accordo col precario usa e getta, per cui nel caso in cui si torni al lockdown i precari vengono licenziati senza che venga pagata la disoccupazione. I diritti dei lavoratori non possono essere piegati, i lavoratori non sono schiavi e siamo pronti a ricorrere”. L’obiettivo del giovane sindacato rappresentativo è lavorare “affinché quei posti siano a tempo indeterminato e perché si restituiscano alla scuola i 250mila posti tagliati negli ultimi anni. Lavoriamo affinché il governo decida di investire nella scuola come ha fatto con la sanità, altrimenti chiedere assunzioni senza risorse sarebbe utopia”.
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