Dopo le tante mancate immissioni in ruolo, con appena il 30% delle assunzioni a tempo indeterminato rispetto alle quasi 85 mila autorizzate dal ministero dell’Economia e delle Finanze, gli Uffici Scolastici Regionali stanno velocemente provvedendo a verificare la quantità di posti ancora vacanti e comunque da coprire con supplenze. Tra questi, che nell’anno del Covid saranno probabilmente oltre 250 mila, è prevedibile che una percentuale crescente venga assegnata attraverso la Messa a disposizione. Il problema è che con le nuove disposizioni introdotte del ministero dell’Istruzione pochi giorni fa si riduce la platea di potenziali candidati che possono presentare domanda direttamente alle scuole: solo “i laureati e neolaureati e coloro non iscritti in graduatoria – come indica pure la stampa specializzata - potranno inviare la Mad, preferibilmente per una provincia, da indicare nell’istanza”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è un errore strategico rilevante quello di impedire ad un docente inserito nelle GaE o nelle nuove Graduatorie provinciali per le supplenze di presentare Messa a disposizione in altra provincia rispetto a quella di inserimento in Graduatoria: questo paletto gratuito creerà ancora più problemi ai dirigenti scolastici di trovare un docente per conferire incarichi di supplenza o di sostituzione di personale assente. Non solo: si potrebbe teoricamente anche arrivare a nominare come supplenti dei candidati senza titoli e alcuna esperienza, mentre parte di coloro che hanno già svolto supplenze, hanno titoli di accesso adeguati e addirittura abilitati all’insegnamento, costretti a non presentare Mad, potrebbero non essere assunti”.
Nell’anno del record di supplenti il numero delle Mad è destinato a crescere ulteriormente. Era inevitabile, ma anche perché l’amministrazione ci sta mettendo del suo. Secondo il sindacato, ad incentivare questo fenomeno, che porta in cattedra spesso personale senza precedenti di insegnamento e a volte anche privo del titolo corrispondente alla disciplina d’insegnante, inciderà molto una decisione inedita del ministero dell’Istruzione: è quella inclusa nella Nota 26841 del 5 settembre 2020, con cui si dispone che “le domande di messa a disposizione devono essere presentate esclusivamente dai docenti che non risultino iscritti in alcuna graduatoria provinciale e di istituto e possono essere presentate per una provincia da dichiarare espressamente nell’istanza”.
Il sindacato ha già espresso la sua contrarietà verso questa decisione inopportuna, prima ancora che venisse ufficializzata, attraverso gli interventi dei suoi delegati in sede di confronto con l’amministrazione centrale: perché comporta una limitazione assoluta alla presentazione delle Mad per chi è già inserito in una graduatoria e anche paradossalmente rischia di danneggiare la stessa amministrazione che si priverebbe della possibilità di poter ottenere disponibilità ulteriori per l’assunzione di incarichi di supplenza in province o in sedi scolastiche prive di aspiranti nelle Gps e Graduatori d’istituto o che le hanno già terminate.
Infine, va considerato che impedire di presentare la Messa a disposizione limita, senza alcun fondamento normativo, un lavoratore totalmente inoccupato in quel momento di poter esercitare il suo giusto diritto di poter offrire la propria professionalità e la propria prestazione lavorativa là dove c'è richiesta, anche in altra provincia rispetto a quella di inclusione nelle graduatorie.
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