Quando si tratta di coprire le supplenze e gestire i precari, al ministero dell’Istruzione sembrano volere fare a gara per complicarsi la vita: è accaduto con le Graduatorie provinciali dei supplenti, che anziché semplificare l’individuazione dei docenti a tempo determinato l’hanno trasformata in un calvario con interminabili code in tribunale per via dei tanti errori nell’assegnazione dei punteggi; è accaduto con le immissioni in ruolo, andate in porto per meno del 30% delle cattedre già assegnate ai ruoli dal Mef; dulcis in fundo, sta accadendo ora con la gestione delle Messe a disposizione, con i presidi obbligati a verificare che i candidati presenti nelle Mad non siano già collocati in alcuna altra graduatoria, pena l’immediata rescissione del rapporto di lavoro.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Se non si cambia il cavillo introdotto col nuovo anno scolastico, si rischia di compromettere l’assegnazione al personale supplente qualificato e titolato di tante cattedre libere. Perché il passo successivo a questa ingiusta proibizione è quello che abbiamo visto lo scorso anno scolastico, quando per disperazione alcuni dirigenti scolastici si sentirono autorizzati a cercare gli introvabili supplenti nel mese di gennaio con disperati annunci sui social media. Con l’aggravante che quest’anno i precari pronti a subentrare ci sarebbero, ma sono stati cassati a priori dalla regola gratuita del Ministero che impone la non presenza in altre liste di attesa”.
Ad un mese dall’avvio del nuovo anno scolastico c’è ancora una percentuale non indifferente di cattedre da assegnare ai supplenti annuali. I dirigenti scolastici stanno cercando di sopperire anche con le Mad, ma in molti casi riscontrando più di un problema perché a molti candidati le cattedre non sono assegnabili. Anche Orizzonte Scuola sostiene che si sta svolgendo una “complicata gestione delle domande MAD, le domande di messa a disposizione”.
ANIEF NON COMPRENDE
Secondo il sindacato Anief siamo di fronte a un meccanismo normativo immotivato e deleterio: per i precari, per i dirigenti, per gli alunni e per la scuola tutta. Per questo motivo bisogna assolutamente eliminare tale paletto prevedendo di nominare su Mad anche i tanti che non hanno trovato disponibilità e impiego tramite le Gps e che grazie alle MAD potrebbero anche vedersi riconfermato il posto occupato nell’anno scolastico precedente, assicurando in quest’ultimo caso pure la continuità didattica.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE
“La restrizione voluta dall’amministrazione centrale – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – non ha motivo di esistere e complica ulteriormente la situazione perché si colloca nello stesso anno delle immissioni in ruolo mancate e del record di supplenze annuali: perché, del resto, un docente titolato e già presente in altre graduatorie dovrebbe essere escluso dalle Mad? Abbiamo chiesto al dicastero di intervenire, così da prevedere che anche un docente inserito nelle GaE o nelle GPS che ha presentato MAD possa essere nominato in altra provincia o altra classe di concorso rispetto a quella di inserimento in graduatoria”.
“La limitazione – continua Pacifico - rischia, inoltre, di danneggiare la stessa amministrazione che si priverebbe della possibilità di poter ottenere disponibilità ulteriori per l’assunzione di incarichi di supplenza in province o in sedi scolastiche prive di aspiranti nelle GPS/GI o che le hanno già terminate. Senza dimenticare che limiterebbe, senza alcun fondamento normativo, un lavoratore totalmente inoccupato in quel momento di poter esercitare il suo giusto diritto di poter offrire la propria professionalità e la propria prestazione lavorativa laddove le scuole hanno bisogno”.
LA POSTILLA INOPPORTUNA
Tutto questo accade perché lo scorso 5 settembre è stato introdotta un’inopportuna “precisazione” che sta producendo effetti nefasti: il ministero dell’Istruzione, infatti, ha spiegato che “le domande di messa a disposizione devono essere presentate esclusivamente dai docenti che non risultino iscritti in alcuna graduatoria provinciale e di istituto e possono essere presentate per una provincia da dichiarare espressamente nell’istanza”. Il problema, spiega la rivista, è che proprio quest’anno “c’è stato l’aggiornamento delle graduatorie, e sono state presentate circa un milione e 800 mila domande”, quindi “difficilmente si troverà la domanda di messa a disposizione da parte di un aspirante non inserito in alcuna GPS”.
IL PARADOSSO
Il paradosso è che molti docenti precari che “si trovano inseriti in graduatorie in cui, per la posizione occupata, probabilmente non riceveranno una supplenza nei prossimi due anni”. E con le Mad avrebbero avuto una “speranza alla quale aggrapparsi”. Quella speranza che ora gli viene negata proprio per quella postilla che il ministero dell’Istruzione ha introdotto inaspettatamente solo un mese fa.
La stampa specializzata spiega, dunque, che “il divieto di invio delle MAD a docenti già iscritti in graduatoria penalizza fortemente coloro che, alla pubblicazione delle GPS, si sono ritrovati in una posizione dalla quale difficilmente potranno ricevere un incarico stabile. Un paradosso del sistema: hai i titoli per insegnare ma non puoi farlo per un divieto inserito solo in una circolare, nella quale mancano le previsioni di sanzioni sia per la scuola sia per il docente che dovesse accettare una supplenza conferita in contrasto alla nota”.
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