I contagi di Covid sono in forte salita: nelle ultime 24 ore sono 15.199 i casi positivi con 177.848 tamponi e 127 deceduti. Le scuole, è inutile negarlo, sono molto condizionate da questo andamento: diverse Regioni – Lombardia, Piemonte, Campania, Liguria e Lazio - hanno deciso di prendere provvedimenti, con ordinanze che contengono misure ancora più restrittive di quelle contenute nell’ultimo Dpcm di domenica scorsa. Dopo mesi di polemiche, oggi sono iniziate le prove scritte, che termineranno il 16 novembre, del concorso straordinario della secondaria per 32 mila posti, con 64.563 candidati. “Nella prima giornata – fa sapere il ministero dell’Istruzione confermando l’avvio della procedura – sono attesi 1.645 partecipanti su tutto il territorio nazionale”. Previsto un rigido protocollo di sicurezza con misurazione della temperatura all’ingresso, obbligo di indossare sempre e correttamente la mascherina, nessun assembramento, rispetto della distanza di sicurezza.
Anief sostiene che i protocolli adottati nelle scuole stanno funzionando: “l’aumento dei contagi – spiega il suo presidente nazionale Marcello Pacifico - potrebbe invece arrivare dagli assembramenti che si vengono a creare al di fuori e dalla mancata implementazione delle corse di corriere, bus e metropolitane. Considerando aree urbane ed extraurbane, come territori ad alto rischio ed altri dove i pericoli del contagio sono minori. Il problema è che in queste condizioni, spesso difficili, la scuola continua a pagare il prezzo del troppo alto numero di alunni per classe, dovuto a scellerate logiche di dimensionamento e di spending review che hanno prevalso su diritto allo studio, organici adeguati, mantenimento delle sedi scolastiche, numero adeguato degli alunni per classe e stabilizzazioni dei precari. Sul concorso iniziato oggi – dice ancora il presidente Anief – continuiamo ad essere convinti che doveva essere sostituito da una procedura per soli titoli e comunque, visto che è partito, non può discriminare migliaia di esclusi per cause di forza maggiore, come l’essere sottoposti alla quarantena per via del Covid. In questo modo, si sarebbe data una risposta anche al giudizio del Consiglio d’Europa sul reclamo collettivo da noi presentato, con cui chiediamo di stabilizzare i precari con 36 mesi di lavoro”.
GLI INCREMENTI REGIONALI DI DAD
Per il Lazio, il presidente Nicola Zingaretti ha deciso con il ministro della Salute, Roberto Speranza, che da lunedì 26 ottobre dovrà essere potenziata “la didattica digitale integrata nelle istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado e nelle Università. Le istituzioni scolastiche secondarie di secondo grado” incrementeranno “il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari al 50 per cento degli studenti, con esclusione degli iscritti al primo anno, mentre le Università” aumenteranno “il ricorso alla didattica digitale integrata per una quota pari all’75 per cento degli studenti iscritti, con esclusione delle attività formative che necessitano della presenza fisica o l’utilizzo di strumentazioni”.
La Lombardia, con ordinanza 623 del 21 ottobre, ha deciso di far partire, sempre da lunedì 26, la didattica a distanza per tutti gli studenti delle classi superiori, con la raccomandazione per gli altri istituti “di realizzare le condizioni tecnico-organizzative nel più breve tempo possibile, per lo svolgimento della didattica a distanza”. La Regione Piemonte ha introdotto l’obbligo per le classi dalla seconda alla quinta della scuola secondaria di secondo grado, di seguire per almeno il 50% dei giorni la didattica digitale a distanza, in alternanza con la presenza in aula.
In Campania le attività didattiche in presenza sono state sospese: lunedì dovrebbero riprendere nelle scuole primarie, ma ci sono forti dubbi per il rialzo dei contagi. “Le Asl – ha detto con preoccupazione l’assessore all’istruzione Lucia Fortini – hanno portato dati per niente incoraggianti sui contagi a scuola”. Didattica a distanza al 50% da lunedì pure nelle classi delle secondarie di secondo grado della Liguria, come previsto dall’ordinanza regionale del 20 ottobre. Possibile blocco in Sardegna, dove il governatore Christian Solinas avverte: “Se nelle prossime ore il numero dei contagi aumenterà ancora e quello dei ricoveri continuerà a salire con il trend attuale, saremo pronti a intervenire in maniera radicale”, pensando a uno stop regionale di 15 giorni.
PARTITO IL CONCORSO STRAORDINARIO
Nel frattempo, scrive Orizzonte Scuola, è zona rossa ad Alzano, sede del concorso straordinario per selezionare 32 mila nuovi docenti con almeno tre anni di servizio: l’Usr per la Campania ha predisposto lo svolgimento delle prove a Napoli. E ciò che è successo ad Alzano potrebbe accadere in altre parti del Paese, sedi d’esame. Perché “il concorso, nonostante tutto, si farà, e d’altra parte la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina non ha mai avuto dubbi su questo, confermando a più riprese la necessità di espletare le procedure concorsuali per avere poi meno precari in cattedra il prossimo anno scolastico”. Si è partiti con rigide misure di sicurezza, le quali però “non sono servite a placare gli animi dei no per questo concorso in piena pandemia”.
IL SINDACATO SUL CONCORSO
Anief ritiene che i pericoli di contagio siano prevalenti sulla necessità di attuare il concorso, anche perché i vincitori non saranno assunti prima dell’inizio del prossimo anno scolastico: secondo il giovane sindacato bisognava rinviare le prove e mutare la procedura straordinaria in una modalità non selettiva preposta ad individuare gli insegnanti con 36 mesi di servizio, da assumere per scorrimento attraverso proprio tali graduatorie per titoli. Inoltre, l’Ufficio Legale del sindacato ritiene che sia indispensabile predisporre delle prove scritte suppletive, proprio alla luce dell’alto numero di docenti precari in quarantena o impossibilitati a partecipare alle verifiche previste a partire da oggi: Anief, a questo scopo, ha avviato una specifica Istanza/Diffida da inviare al ministero dell’Istruzione e all’Ufficio scolastico regionale di proprio interesse, attraverso preadesione gratuita.
IL SINDACATO SUI CONTAGI
L’organizzazione sindacale autonoma Anief ritiene che in un periodo di scarsa certezza, come quello che stiamo vivendo, la comunità scolastica debba essere tutelata da chi governa: “La scuola non si può fermare – dice il presidente nazionale Marcello Pacifico – perché rappresenta un punto inamovibile del Paese. Esortiamo, quindi, chi di competenza, amministrativa e sanitaria, a monitorare continuamente e indicare soluzioni per garantire il massimo della sicurezza. Perché nella scuola, è bene ricordarlo, vi sono milioni di minori e oltre 200 mila docenti over 55 che fino a qualche mese fa l’Inps aveva considerato giustamente come ‘fragili’. Inoltre, va ricordato che sempre, ancora di più oggi, chi opera a scuola è esposto ad un rischio biologico maggiorato. Ecco perché abbiamo chiesto un aumento dello stipendio di 450 euro, comprendente anche l’indennità per tale circostanza”.
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