Nemmeno il Parlamento interviene sul vincolo quinquennale degli oltre 20 mila docenti immessi in ruolo a partire da quest’anno scolastico: a comunicarlo è stato l’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti, annunciando che il suo emendamento alla bozza della Legge di Bilancio 2021, presentato per cancellare l’ingiusto ‘paletto’, è stato bocciato dalla Commissione Bilancio. “Dispiace – commenta a caldo Fioramonti - che la maggioranza parlamentare non abbia fatto una scelta diversa e si sia adeguata alla decisione ministeriale. Soprattutto di fronte al fatto che il Ministero ha bloccato non solo il mio emendamento (che qualcuno avrebbe potuto considerare “radicale”), ma anche un altro emendamento di compromesso che aveva ottenuto le firme di parlamentari del MoVimento 5 Stelle”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “lascia stupiti la testardaggine con cui l’amministrazione prima e il decisore politico adesso hanno deciso di difendere l’illegittimo blocco assoluto per cinque anni dei trasferimenti, come anche delle utilizzazioni e delle assegnazioni provvisorie annuali. Ancora di più perché ci troviamo in una condizione di rischi per la salute, dovuta alla pandemia, che dovrebbe ostacolare, laddove possibile, le possibilità che i cittadini, in questo caso per motivi di lavoro, debbano viaggiare. Rimane poi inappropriata, questo in assoluto, l’insensibilità da parte delle istituzioni pubbliche verso decine di migliaia di dipendenti assunti nei ruoli dello Stato e che chiedono, in presenza di posti vacanti, giustamente di ricongiungersi alla famiglia. Noi comunque non ci abbatteremo: se anche gli emendamenti Anief analoghi dovessero essere cassati dalle commissioni di competenza della Camera, come è accaduto a quello dell’ex ministro Fioramonti, vorrà dire che ci impegneremo ancora con più vigore in tribunale, attraverso i nostri legali, perché il diritto al ricongiungimento con i propri affetti possa comunque compiersi”.
A questo scopo rimangono attive le preadesioni gratuite al ricorso Anief contro il blocco quinquennale imposto dall’anno scolastico in corso.
I docenti assunti in una provincia non potranno spostarsi per cinque anni. Anche se vi sono posti vacanti e disponibili e ragioni valide per attuare il trasferimento di sede. Il tutto in ossequio alla Legge del 20 dicembre 2019 e in precedenza alla Legge 106/2011, ma poi abrogata con la L. 128 del 2013, introdotta quindi prima dell’emergenza epidemiologica. L’opposizione del ministero dell’Istruzione è stata fatta propria anche dai parlamentari, che hanno detto ‘no’ alla proposta di riduzione, da cinque anni a uno, presentata dall’ex ministro dell’Istruzione Lorenzo Fioramonti.
LE RAGIONI DI FIORAMONTI
“Ho chiesto esplicitamente al Governo – ha detto il parlamentare oggi collocato nel Gruppo Misto - di suggerire una riformulazione, magari chiedendo una gradualità nella riduzione del vincolo. Io non mi sarei opposto, preferendo una convergenza trasversale su un tema molto sentito dagli operatori della Scuola”. Fioramonti ha annunciato che ripresentarà “l’emendamento in Aula o almeno come ordine del giorno per chiedere al Governo un impegno formale. Spero sia chiaro chi ha voluto e continua a volere questo vincolo e chi, invece, ha cercato e cerca di creare le condizioni migliori affinché la comunità educante possa svolgere al meglio il proprio importantissimo lavoro”.
IL NO DELL’ANIEF
Chi non ha mai accettato quel vincolo è stato l’Anief. Che ha a sua volta fatto presentare due proposte analoghe di modifica, quindi con due specifici emendamenti, della soglia minima dei cinque anni per chiedere mobilità sempre nella Legge di Bilancio 2021, che risulta ancora più inadeguato in tempo di Covid19 e quindi di particolare situazione a rischio contagio. Chi governa il paese, infatti, dovrebbe fare di tutto per evitare che i cittadini si mettano in viaggio: nel caso vi siano disponibilità di posti di lavoro, è nell’interesse del Paese fare in modo che dei dipendenti pubblici possano essere professionalmente collocati vicini alle rispettive famiglie.
GLI EMENDAMENTI ANIEF PER CANCELLARE IL VINCOLO DI 5 ANNI
- Eliminazione del vincolo quinquennale per la mobilità del personale scolastico
Si inserisce il comma 8-bis “Ai fini della parità di trattamento e a invarianza finanziaria sono abrogati: - il terzo periodo del comma 3 dell'articolo 13 del Decreto Legislativo n. 59 del 2017, così come sostituito dal punto 3) della lettera m) del comma 792 dell'articolo 1 della Legge 30 dicembre 2018, n. 145. - Il comma 17-octies dell’articolo 1 della legge 20 dicembre 2019, n. 159.”
Motivazione: la mobilità per tutto il personale di ruolo è un punto irrinunciabile per conciliare il diritto del docente al lavoro e quello a ricongiungersi alla propria famiglia, soprattutto in presenza di posti vacanti e disponibili e alla luce dei numeri record di supplenze annuali (oltre 200 mila). Se già una permanenza di tre anni sul posto di immissione in ruolo era eccessiva, l’immobilità per 5 anni risulta improponibile.
- Mobilità straordinaria personale scolastico
Si inserisce il comma 8-bis All’articolo 1, comma 108, della legge 13 luglio 2015, n. 107, sono prorogati per l’a. s. 2021/2022 i termini per la mobilità straordinaria per tutti gli ambiti territoriali a livello nazionale, per tutto il personale docente di ruolo, in deroga a tutti i vincoli normativi, su tutti i posti vacanti e disponibili, anche in organico di fatto.
Motivazione: la disposizione si inserisce all’interno di un provvedimento a sostegno dei lavoratori in un periodo di diffusa difficoltà delle famiglie, prorogando i termini per consentire la contemplazione del diritto al lavoro con il diritto alla famiglia per tutti i posti vacanti e disponibili secondo già quanto disposto dopo l’approvazione della Buona scuola, ad invarianza finanziaria, e per favorire il rientro dei docenti ingabbiati per via dei contorti e poco trasparenti meccanismi di reclutamento operati.
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