“Il nuovo governo che si insedierà dovrà risolvere la questione del precariato scolastico”: lo ha detto Marcello Pacifico, presidente del sindacato rappresentativo Anief, commentando gli effetti della decisione del Comitato europeo per i diritti sociali di Strasburgo di accogliere il ricorso n. 146/2017 che dà ragione ai precari sulla reiterazione dei contratti a termine sottoscritti nei loro confronti, senza tenere conto dei tre anni di supplenze massimi consentiti in tutti i Paesi membri. Dopo avere presenziato la conferenza stampa sul tema, in un’intervista ad Orizzonte Scuola, il leader dell’Anief ha spiegato che il parere del Comitato europeo, che è l'organo responsabile del controllo di conformità degli Stati aderenti alla Carta, “viene trasferito al Consiglio dei ministri della comunità europea che a sua volta deve notificare allo stato la violazione e chiede di rientrare nella norma. Questa procedura è ancora lontana, ma noi chiediamo di non aspettare. Nel frattempo noi in tutti i giudizi pendenti che riguardano le graduatorie ad esaurimento presenteremo questo reclamo come documento”. In ballo c’è il destino di circa 200mila supplenti, di cui in gran parte di lungo corso.
La posizione presa sui precari dal Comitato europeo per i diritti sociali non può passare inosservata: le istituzioni italiani che governano la scuola ne devono tenere necessariamente conto. Il parere espresso a Strasburgo, ha detto Marcello Pacifico, “si collega, tra gli effetti, alla decisione che la Commissione europea deve dare sulla procedura di inflazione 4231/2014 contro lo stato italiano”. Ne consegue che “il prossimo ministro dell’istruzione dovrà necessariamente occuparsi di tutto il sistema di reclutamento e di tutto quel personale docente che non è inserito nelle Gae. Le soluzioni non possono che essere quelle indicate dal Consiglio d’Europa”.
Gli effetti riguarderanno non solo i docenti delle discipline più comuni. Come logica, ha aggiunto il sindacalista autonomo, “quanto accolto si può estendere con chiunque ha 36 mesi di servizio”, quindi “al personale docente di religione cattolica che non ha una graduatoria riservata, agli educatori, al personale che insegna nell’infanzia e primaria”. Pacifico ha ricordato che “nel 2018 Anief ha presentato un altro reclamo che sarà discusso il prossimo anno dove abbiamo denunciato per i diplomati magistrale il mancato inserimento nelle Gae. Per coerenza anche questo verrà accolto. Ne stiamo presentando un altro per gli Itp, quindi di fatto tutti coloro che hanno titolo e hanno insegnato nelle nostre scuole devono arrivare al ruolo.
Pacifico ha quindi ricordato che “Anief si è sempre battuta per aggiornare le graduatorie, non abbiamo mai pensato che questo sistema delle Gae dovesse essere chiuso. Diciamo che il Comitato europeo dei diritti sociali dà ragione a una battaglia storica del nostro sindacato”. Il presidente dell’Anief ha quindi ricordato che in questi anni l’azione dell’organizzazione che guida ha “fatto in modo che il personale inserito nelle Gae potesse prima cambiare provincia poi essere assunto attraverso il concorso e call veloce”. Adesso, però, si potrebbe andare a verificare il cambiamento più importante.
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