"La scuola sconta carenze strutturali che ci trasciniamo da anni aggravate dall'attuale pandemia": è uno dei passaggi più importanti del messaggio inviato oggi dal premier Giuseppe Conte per l'inizio della scuola previsto domani nella maggior parte delle regioni italiane. Nel rivolgersi a studenti, famiglie e personale, assieme all’esigenza primaria di "rispettare le regole di cautela che” consentono di tutelare “la salute delle persone", il premier si è quindi soffermato sui danni prodotti dall’indifferenza di governi passati e dallo sconcertante dimensionamento approvato da ormai 12 anni e mai contrastato dai governi successivi.
“Come sindacato – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – giudichiamo l’intervento di Giuseppe Conte appropriato, perché ha colto i punti focali che caratterizzeranno questo difficile anno scolastico, a partire dalla necessità di rispettare le regole e il distanziamento sociale, a scuola ma anche in tutti gli altri luoghi. La scuola – prosegue il sindacalista – non poteva arrivare preparata al meglio a questo appuntamento, poiché i tagli di 4 mila istituti autonomi, di 200 mila e oltre docenti e Ata, di prezioso tempo scuola e di risorse ingenti al settore della Conoscenza, non potevano essere cancellati in pochi mesi. A questo punto, confidiamo più che mai nel fondi del Recovery fund e ci fanno bene sperare le affermazioni fatte nei giorni scorsi dallo stesso premier, assieme al suo ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, di voler porre proprio la scuola al centro del progetto di riqualificazione del Paese, attraverso oltre 200 miliardi provenienti dall’UE”.
Secondo il Presidente del Consiglio la ripartenza della scuola deve essere l’occasione per tornare ad investire nella Conoscenza e in chi vi opera. Giuseppe Conte si è rivolto infatti anche “agli insegnanti”, rimarcando che hanno “fatto uno sforzo straordinario in questi mesi di lockdown continuando a fare lezione con la didattica a distanza: non era affatto facile – ha detto il presidente del Consiglio - eppure avete svolto un grandissimo lavoro e per questo vi siamo grati. Ringrazio anche le famiglie, le mamme, i papà che hanno fatto molti sacrifici. Grazie anche ai dirigenti e tutto il personale della scuola: in questi mesi estivi non vi siete fermati un attimo, avete lavorato tantissimo per essere pronti per la riapertura. Saremo con tutti voi, saremo al vostro fianco e continueremo a esserlo nei prossimi giorni e mesi".
VALORIZZARE I DOCENTI
Le parole del presidente trovano l’apprezzamento del sindacato Anief. “Secondo il presidente del Consiglio – spiega il suo presidente Marcello Pacifico – è dunque giunta l’ora valorizzare sempre di più il ruolo dei docenti: è il suo è un impegno importante, da rimarcare, perché se attuato andrebbe a sovvertire anche in questo ambito la politica del risparmio scientificamente introdotto negli ultimi decenni contro la categoria degli insegnanti, fino ad impiegatizzarli e a burocratizzare oltremodo il loro operato quotidiano. Assieme ai limiti strutturali, sugli organici, sull’ammassamento di alunni, il lockdown ha messe in luce la rilevanza dell’azione formatrice dei docenti. Appena superati i problemi d’inizio anno, coperti i 250 mila posti senza titolare, avviata la macchina organizzativa dei concorsi, l’attenzione del Ministero e del Governo è fondamentale che si incentri proprio sulla valorizzazione, professionale ed economica, dei docenti e del personale Ata”.
LA LETTERA AL PERSONALE E AGLI ALUNNI
Anche questi punti sono stati toccati oggi nella lettera inviata dallo stesso presidente nazionale a tutto il personale scolastico e agli alunni. “Dobbiamo stabilizzare – scrive Pacifico - i precari e assumere tutti i vincitori dei concorsi, dobbiamo abolire le classi pollaio, dobbiamo recuperare i diecimila plessi dismessi, utilizzare organici certi su tutti i posti vacanti specialmente su quelli di sostegno. Abbiamo il dovere, in poche parole, di dare un futuro all'Italia nella sua vocazione europea, terra di tolleranza, di creatività, di diritto, di cultura. Il nostro obiettivo – conclude il sindacalista autonomo - è quello di ricostruire insieme una scuola più giusta che sia fondata sul rispetto del diritto nazionale e comunitario’.
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