Praticare ogni settimana nelle scuole i test rapidi per lo screening delle infezioni da SarsCoV2 può dimezzare i contagi nelle superiori e ridurli del 35% nelle elementari e nelle medie: l’importante dato, ripreso dall’agenza Ansa, deriva da uno studio della Rockefeller Foundation e del ministero della Sanità degli Stati Uniti, condotto per tre mesi – da ottobre a dicembre 2020 – in 6 città degli Stati Uniti dove sono stati eseguiti 20.000 test rapidi. Lo studio ha anche evidenziato che la misura più efficace per far crollare i contagi nelle scuole fino all’ 88% appare comunque ancora quella del distanziamento sociale a più di due metri, cosa difficile da ottenere nelle classi e tra i più giovani.
Il sindacato Anief sostiene da tempo che, per limitare al massimo i rischi da Covid e preservare il diritto allo studio in presenza, non c’è altra strada che lo screening permanente e la riduzione del numero di alunni per classe: “Ogni istituto scolastico deve essere messo nelle condizioni di realizzare la propria mappatura della situazione sui contagi, dando nel contempo la possibilità di attuare tamponi rapidi periodici, a tutti gli studenti come ai docenti e al personale Ata e dimezzando il numero di alunni per classi, ma non lasciandone la metà a casa in dad come avviene oggi. Nel contempo, occorre fare in fretta e vaccinare tutto il personale scolastico, particolarmente esposto, in alta percentuale over 55 e quindi più a rischio. Se si dovesse realizzare la previsione dei virologi, secondo i quali fra poche settimane i nuovi casi torneranno a salire per via dell’allentamento delle restrizioni avviato da qualche giorno, si tratta di un’operazione da fare prima di subito”.
Permettere agli studenti delle scuole superiori di sottoporsi ogni sette giorni al tampone di tipo rapido porta a una diminuzione dei nuovi casi Covid19 del 50%. Lo stesso test somministrato nelle scuole elementari-medie porta ad un calo di infezioni del 35%: una differenza dovuta, spiegano i ricercatori, al numero di interazioni e contatti tra amici negli studenti dai 14 anni in su. Dalla ricerca prodotta dalla Rockefeller Foundation e dal ministero della Sanità statunitense è emerso anche che eseguire i test a una volta al mese fa scendere i contagi solo del 5%.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “tutti gli studenti che frequentano le nostre scuole vanno messi con celerità nelle condizioni di essere monitorati, dando loro l’opportunità di effettuare i tamponi rinofaringei soprattutto negli istituti scolastici superiori. Esattamente come sostengono i ricercatori della Rockefeller Foundation e del ministero della Sanità degli Stati Uniti. Gli screening continuativi rimangono la migliore prevenzione rispetto alla diffusione del contagio da coronavirus. È bene anche che il nuovo Governo, come sembra, punti forte, con i fondi del Recovery Plan, sull’aumento del numero di scuole, di aule e delle loro dimensioni. Quindi di organici e su un rapporto numerico più umano docenti-studenti”.
PER APPROFONDIMENTI:
Pensioni, Anief: tornare ai parametri preesistenti alla riforma Fornero
Addio Quota 100, tutti in pensione a 67 anni? Anief: per la scuola sarebbe una beffa
Domani rientro in classe nelle superiori di sette Regioni, Pacifico (Anief): i problemi rimangono
Scuole superiori dal 18 gennaio tra il 50% e il 75% in presenza. Anief: massima cautela