Gli impiegati di segreteria che intraprendono la carriera come Direttori dei servizi generali e amministrativi della scuola continuano ad essere penalizzati. A livello di carriera, con una stabilizzazione che non arriva, addirittura vedendosi sollevati dall’incarico in corso d’anno, ma anche economicamente. Siamo di fronte ad un grande sfruttamento da parte dal Ministero, non solo perché questo personale è stato pagato poco e male. E per i neo assunti ora c’è pure l’assurdo vincolo di 5 anni sui trasferimenti.
Marcello Pacifico (Anief): “Se da una parte è giusto che chi ha vinto un concorso entri in ruolo immediatamente, dall’altra non si può pensare che a chi ha contribuito a gestire le nostre scuole in piena pandemia possa essere revocato l'incarico prima della naturale scadenza. I facenti funzione Dsga, inoltre, percepiscono un'indennità di funzioni superiore che diminuisce in base al livello stipendiale goduto dal dipendente nel profilo di appartenenza: è evidente, a nostro avviso, come la normativa non rispetti in pieno il principio della retribuzione proporzionale e sufficiente ex art. 36 della Costituzione. Siamo pronti ad agire per vie legali, anche per dire no al blocco di 5 anni a trasferimenti e assegnazioni annuali”.
IL DANNO ECONOMICO
È multi-fronte l’ingiustizia verso gli assistenti amministrativi che decidono di investire sulla carriera. “Per quanto riguarda l'indennità di funzione superiore loro riconosciuta – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - l'art. 1 comma 45 della L. 228/2012 ha stabilito che agli assistenti amministrativi che hanno svolto la funzione DSGA venga riconosciuta un'indennità per funzioni superiori in misura pari alla differenza tra il trattamento previsto per il DSGA a livello iniziale e quello complessivamente in godimento all'assistente amministrativo incaricato. Appare evidente, però, che in tal modo il compenso dovuto all'assistente amministrativo che ricopre il ruolo superiore si riduce sulla base della progressione economica del profilo di appartenenza e più il lavoratore ha esperienza, meno percepisce come indennità di funzioni superiori”.
Ad avviso dell'Ufficio Legale Anief tale prospettazione normativa appare in contrasto con quanto stabilito dalla nostra Carta Costituzionale: “In ossequio al principio della retribuzione proporzionale e sufficiente ex art. 36 della Costituzione – prosegue il presidente Pacifico - è sempre necessaria la corresponsione di un adeguato compenso aggiuntivo rispetto alla qualifica di appartenenza e questo è stato già chiarito non solo dalla Suprema Corte di Cassazione (Sentenze n. 616/2015 e n. 16.506/2013), ma anche dalla Corte Costituzionale ad esempio con la sentenza n. 115 del 2003 e n. 273 del 1997.
Secondo il sistema introdotto dalla normativa del 2012 per i Facenti Funzione Dsga, invece, il corrispettivo dovuto al dipendente affidatario delle mansioni superiori, anziché essere proporzionato alla qualità delle mansioni svolte, come richiesto dall'art. 36 della Costituzione, irragionevolmente finisce per essere influenzato soltanto dall'anzianità di servizio del dipendente, diminuendo man mano che sale la sua anzianità di servizio”. In pratica, chi ha più esperienza lavorativa, cioè anzianità di servizio e quindi professionalità, viene pagato di meno per svolgere le stesse funzioni superiori di un collega con meno esperienza e questo è evidentemente in contrasto con i dettami costituzionali”. Anief, a questo proposito, sta agendo per far riconoscere a questi lavoratori un equo risarcimento dei danni subiti, oltre che per il recupero della indennità funzioni superiori.
LA REVOCA DELL’INCARICO
Per quanto riguarda la revoca dell'incarico di facente funzione DSGA, invece, la normativa è più recente: “L'art. 32 ter del D.L. 104/2020 – spiega il Presidente Anief - ha disposto la revoca anticipata dell'incarico di facente funzione DSGA agli assistenti amministrativi per consentire l'immediata presa di servizio dei vincitori del concorso DSGA. Se da una parte è giusto che chi ha vinto un concorso entri in ruolo immediatamente, dall’altra non si può pensare che a chi ha contribuito a gestire le nostre scuole in piena pandemia possa essere revocato l'incarico prima della naturale scadenza perché tale disposizione risulta di dubbia legittimità costituzionale per violazione dell’art. 3 della Costituzione, sotto il profilo della violazione del principio di ragionevolezza e della tutela del legittimo affidamento dei reggenti alla conservazione dell’incarico fino alla naturale scadenza dello stesso”. Anche per questa specifica situazione, dunque, l'Anief dopo i tanti appelli per la tutela dei facenti funzione DSGA rimasti inascoltati, rompe gli indugi e procede in tribunale per ottenere la reintegra dei lavoratori che hanno svolto funzioni di Dsga nell'incarico.
LA MANCATA ASSUNZIONE IN RUOLO
Anief ricorda anche che per quanto riguarda la stabilizzazione dei facenti funzione Dsga ha presentato anche un apposito emendamento alla Legge di Bilancio 2021, al fine di assegnare alle scuole quelle risorse necessarie a garantire la ripresa dell’attività didattica in condizioni di sicurezza, in considerazione anche del ritardo nell’espletamento delle procedure del concorso pubblico, per esami e titoli, per la copertura di 2.004 posti di direttore dei servizi generali ed amministrativi del personale ATA pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 102 del 28 dicembre 2018: tale personale sarebbe dovuto transitare nel profilo superiore dal 1° settembre 2021, dopo il superamento di un corso di aggiornamento per il profilo professionale in applicazione dell’articolo 24 del decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150. L’emendamento non è stato accolto, ma il sindacato non si arrende.
IL VINCOLO DI 5 ANNI
Infine, va ricordato che le norme sbagliate colpiscono anche i Dsga neo assunti. Da quest’anno, infatti, il vincolo quinquennale riguarda anche i Dsga neo immessi in ruolo. A stabilire lo stop agli spostamenti per un lustro è lo stesso bando di concorso: in base all’art. 35, comma 5-bis, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, gli aventi titolo all’assunzione devono infatti obbligatoriamente permanere nella sede di prima assegnazione di titolarità per un periodo non inferiore a quattro anni scolastici, oltre a quello dell’immissione in ruolo. Né è possibile usufruire di utilizzazione o assegnazione provvisoria, nemmeno in presenza di nuclei familiari con figli o se tutelati dalla Legge104/1992. Con questa norma, non viene di fatto garantito il ricongiungimento familiare oltre ad un aggravio economico per coloro che lavorano fuori dalla propria Regione oppure all’interno della Regione ma agli antipodi per genitori, figli, coniuge che necessitano di assistenza e cure .
Tuttavia, quanto stabilito nel bando di concorso non tiene conto di quanto disposto dal CCNI 2019-2022 vigente in tema di mobilità territoriale e professionale e con ripercussioni che ricadono sull’altro CCNI che regola assegnazioni e utilizzazione. Anief ricorda che i Dsga hanno diritto di partecipare alle domande di trasferimento come il personale Ata di cui ne fanno parte integrante. Le norme, inoltre, dovrebbero stimolare e migliorare la qualità lavorativa delle persone e non modificare se non stravolgere la vita familiare di migliaia di famiglie.
Per questi motivi, Anief propone al neo ministro Patrizio Bianchi di riprendere in esame la mobilità per i neo assunti Dsga, con il reintegro dell’anno di immissione in ruolo su sede in organico provinciale e all’ottenimento delle sede di titolarità definitiva al blocco triennale con la possibilità di richiedere assegnazione e utilizzazione annualmente. Non si può infatti contravvenire alle gerarchie delle fonti e tanto più di contravvenire a quanto viene sancito dall’articolo 13 della Costituzione Italiana all’art 13, in base al quale “la libertà personale è inviolabile”. Il presidente nazionale Anief, Marcello Pacifico, ribadisce: “Non ci fermeremo, cosi come abbiamo e stiamo facendo con il personale docente attraverso emendamenti e battaglia legale sui tavoli dei Tribunali Italiani”.
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