Non sono risolutivi gli sforzi del ministero dell’Istruzione per portare in cattedra più insegnanti specializzati nel sostegno agli alunni disabili. A rimarcarlo è oggi Orizzonte Scuola: la testata specializzata fa notare che “i corsi di specializzazione non riescono a rispondere in tempo alla domanda che proviene dalle scuole, alle esigenze degli alunni, alle richieste delle scuole”. Ciò avviene malgrado il Ministero abbia “addirittura creato una specifica graduatoria per docenti che pur senza titolo hanno già insegnato per almeno tre anni scolastici nel grado di scuola specifico, pur senza titolo. Una contraddizione in termini, a guardarla bene”. E a settembre verranno immessi in ruolo solo in 5mila.
Per il sindacato bisogna passare ai fatti: “Per questo – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - abbiamo chiesto nel decreto Milleproroghe l’allungamento dei contratti per i posti di sostegno e la partecipazione alle prove suppletive di tutti coloro che, in ragione della quarantena, non hanno potuto partecipare alle prove concorsuali. Inoltre, si deve procedere con l’incremento dei posti di sostegno, la cancellazione delle cattedre in deroga, l’ammissione al Tfa sostegno per tutti i candidati che hanno presentato domanda oppure sono risultati idonei nelle precedenti procedure di selezione, sono già di ruolo o hanno svolto 36 mesi di servizio, come pure l’assunzione in ruolo degli assistenti all’autonomia e alla comunicazione. Finiamola con i posti in deroga che non comportano assunzioni e trasferimenti. Servono, piuttosto, maggiori cattedre. Per i Tfa è bene che venga ammesso il personale che ha svolto 36 mesi di servizio, ma anche per tutti coloro che hanno presentato domanda. Una decisione figlia anche dalla pessima distribuzione dei posti messi a bando rispetto alle necessità effettive e alla richiesta. Quanto accaduto in Piemonte nell’ultima tornata selettiva, con 50 candidature a fronte di 458 posti di specializzazione autorizzati, non deve più accadere”.
Anche i finanziamenti previsti dalla Legge di Bilancio non sembrano fornire certezze per il sostegno ai disabili: “è prevista una dotazione organica aggiuntiva di insegnanti di sostegno. 25.000 in più nei prossimi tre anni, anche se si comincia in modo soft, solo 5.000 nel 2021/22. In particolare, il piano prevede 5.000 posti sostegno a decorrere dall’ anno scolastico 2021/2022; 11.000 posti di sostegno a decorrere dall’anno scolastico 2022/2023; 9.000 posti di sostegno a decorrere dall’anno scolastico 2023/2024”. Ne consegue che “la presenza di docenti specializzati nelle attuali graduatorie utili per le immissioni in ruolo è speranza vana: nell’anno scolastico 2020/21, a fronte di decine di migliaia di posti disponibili, solo pochissime assunzioni, incluso il flop della call veloce.
TFA SOSTEGNO: NON VA
Pure il VI ciclo di Tfa sostegno non sia apre con i migliori auspici: prima di tutto perché “i tempi potrebbero essere molto più lunghi di quelli indicati da alcune pagine web. Al momento i posti disponibili sono” appena “6.191. Si tratta del residuo della programmazione di 40.000 posti approvata dal MEF nel 2018/19 e che ha già dato vita ai corsi IV e V del TFA sostegno, idonei compresi”. Ancora oggi, inoltre, “non si conosce ancora la distribuzione dei posti, né se tutte le Università saranno disponibili ad avviare il corso per pochi posti, con tutto quello che comporta a livello organizzativo. Non è stata infatti ancora avviata la consueta ricognizione dei posti a disposizione nelle Università che, solo da poco, hanno concluso le selezioni per il V ciclo”. Senza contare che non si hanno notizia sulla eventuale modifica, auspicata dall’Anief, dei parametri utili a determinare il contingente regionale e di ogni ateneo.
“A preoccupare i candidati aspiranti alle selezioni del VI ciclo – continua la rivista - è il connubio tra “pochi posti” e quindi selezione più difficile e “ultimo ciclo”, per cui non si conosce il destino dei cosiddetti idonei. Gli idonei sono i candidati ammessi in sovrannumero al ciclo successivo, che in occasione dei precedenti cicli di specializzazione abbiano sospeso il percorso ovvero, pur in posizione utile, non si siano iscritti al percorso; siano risultati vincitori di più procedure e abbiano esercitato le relative opzioni; siano risultati inseriti nelle rispettive graduatorie di merito, ma non in posizione utile.
LE PROPOSTE DEL SINDACATO
Anief da tempo ha denunciato questi limiti, proponendo un’azione chiara, che passa per la trasformazione delle cattedre di sostegno, innanzitutto, dall’organico di fatto in organico di diritto, anche perché parliamo del 40% della pianta organica, quindi un numero vicino a quota 70mila. Il giovane sindacato chiede anche l’incremento dell’organico di sostegno di ulteriori 25 mila unità: in base ai dati ufficiali, infatti, risultano essere presenti in organico 25 mila insegnanti di sostegno in meno rispetto all’a.s. 2019/20, a fronte di un aumento di 50 mila alunni certificati nell’ultimo quinquennio. Inoltre, l’Anief ha predisposto specifici emendamenti, anche in considerazione del rallentamento delle procedure concorsuali, per l’ammissione al TFA sostegno per tutti coloro che hanno presentato domanda, così da “consentire l’accesso ai ruoli al personale precario che da anni presta servizio e al personale di ruolo che vuole presentare domanda di passaggio”.
Viene da sé che è indispensabile l’ammissione al TFA sostegno di coloro che sono risultati idonei alle precedenti procedure di selezione, consentendo in tal modo “l’accesso ai ruoli al personale precario che da anni presta servizio e al personale di ruolo che vuole presentare domanda di passaggio”. Come diventa indispensabile procedere con l’ammissione al TFA sostegno del personale “con contratto a tempo determinato con almeno 36 mesi di servizio e indeterminato”. Tale norma permetterebbe pure di “consentire l’accesso ai ruoli al personale precario che da anni presta servizio e al personale di ruolo che vuole presentare domanda di passaggio”. Diventa fondamentale, infine, la stabilizzazione di migliaia di assistenti all’autonomia e alla comunicazione, figure chiave nei percorsi di inclusione scolastica poiché affiancano attivamente gli alunni con disabilità: per questi professionisti, infine, si richiede, ai fini del loro inquadramento professionale, di “prevedere l’apertura di una specifica sessione contrattuale dei sindacati rappresentativi”.
PER APPROFONDIMENTI:
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