I dati ufficiali, aggiornati ad oggi, sulla base del Report vaccini pubblicato dal ministero della Salute, ci dicono che delle 11.738.824 dosi di vaccino anti-Covid19 somministrate in Italia 1.082.493 riguardano unità di personale scolastico: considerando che l’80% dei docenti e Ata è donna, significa che oltre 800 mila sono state ricevute dal sesso femminile. Ma considerando anche che oltre il 17% del personale scolastico ha oltre 60 anni, significa che non oltre 150 mila insegnanti donne, oltre che assistenti amministrative, tecniche, collaboratrici scolastiche, Dsga e Dirigenti scolastici donna rientrano nella fascia d’età che il ministero della Salute associa alla somministrazione di AstraZeneca. Le altre 650 mila lavoratrici della scuola sono dunque quelle donne a cui il vaccino non sarebbe direttamente indicato, ma nemmeno sconsigliato.
“Per noi è chiaro che occorre continuare a procedere con la campagna vaccinale – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief -, perché i vantaggi superano indubbiamente i rischi. Il dato è fornito nelle risposte che il ministero della Salute ha finalmente prodotto attraverso la circolare. Sulle vaccinazioni, come sindacato siamo stati i primi a chiedere di fare presto e a pretendere dei chiarimenti sulle troppe incertezze che hanno portato al blocco della somministrazione delle dosi e che continuano a caratterizzare questa campagna vaccinale. In questo clima, per evitare che le preoccupazioni prevalgano sulla ragione, rendendo ancora più difficile l’arretramento del Covid19, diventa fondamentale avere informazioni certe ed essere rassicurati sulla base di dati scientifici certi. Adesso, seppure non in modo netto, i chiarimenti sono arrivati”.
Sui vaccini AstraZeneca, dopo le ultime espressioni dell’Agenzia europea del farmaco, il ministero della Salute ha fatto proprie le indicazioni del Comitato tecnico scientifico e del Consiglio superiore di Sanità, raccomandando l’uso preferenziale del vaccino anglo svedese “nelle persone di età superiore ai 60 anni”: la circolare è stata firmata nella notte dal direttore generale Gianni Rezza, e diramata a tutti gli organi competenti. Pur ribadendo che il vaccino è approvato per tutte le persone con più di 18 anni di età, se ne raccomanda un suo uso “preferenziale nelle persone di età superiore ai 60 anni”, tenuto conto del “basso rischio di reazioni avverse di tipo tromboembolico a fronte della elevata mortalità da Covid-19“. Inoltre, sempre secondo la circolare del ministero, chi ha già ricevuto una prima dose del vaccino Vaxzevria, nuovo nome del siero AstraZeneca, può completare il ciclo assumendo la seconda.
A spiegarne i motivi è la stessa Commissione tecnico scientifica dell’Aifa che ha espresso un parere scritto sulle dosi AstraZeneca, esprimendosi in particolare sui casi di trombosi rare segnalati a seguito della somministrazione dello stesso vaccino: in una relazione, allegata alla circolare del ministero della Salute, gli esperti dichiarano che “la maggior parte dei casi” di eventi trombotici rari “è stata segnalata in soggetti di età inferiore ai 60 anni e prevalentemente nelle donne. Tali eventi sono stati osservati per lo più entro 14 giorni dalla somministrazione della prima dose di vaccino”. Nell’aggiornare le raccomandazioni sul vaccino, sempre la Commissione tecnico scientifica Cts dell’Aifa conclude che “al momento non esistono dati sul rischio correlato alla seconda dose in quanto al momento essa è stata somministrata solo ad un numero limitato di soggetti”.
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