In vista del nuovo anno scolastico, da avviare nella massima sicurezza, diventa imprescindibile revisionare gli organici del personale scolastico, ripristinare i plessi scolastici cancellati e ridurre il rapporto alunni-docenti: a sostenerlo sono Cisal e Anief, che – all’indomani del Patto per la Scuola sottoscritto a Palazzo Chigi - hanno presentato specifici emendamenti al decreto legge n. 59 del 6 maggio scorso sulle “Misure urgenti relative al Fondo complementare al Piano nazionale di ripresa e resilienza e altre misure urgenti per gli investimenti”, già fatti pervenire alla V Commissione del Senato. L’obiettivo è quello di arrivare alla “riduzione del numero di alunni per classe e per istituzioni scolastiche, a partire dal prossimo anno scolastico, alla luce dell'andamento demografico della popolazione, finalizzato le risorse per migliorare il servizio e favorire la diffusione del tempo pieno" Le risorse serviranno anche, a regime, a finanziare quanto previsto per le scuole normodimensionate ai sensi del comma 978 dell'articolo 1 della legge 178/2020.
Marcello Pacifico ricorda, come è stato detto anche alla Conferenza Stato-Regioni, che se si vuole tornare a scuola tutti in presenze e in sicurezza “è importante rivedere il rapporto alunni-classi, alunni-plessi scolastici, alunni-insegnanti: è la chiave per sconfiggere il grande male della dispersione scolastica, acuito con la pandemia. Anche nella scuola dell’infanzia, le famiglie hanno portato sempre meno i loro bambini a scuola, ma il problema riguarda tutti, anche la scuola superiore dove il tasso di abbandono è aumentato. Solo con gli organici differenziati e riducendo il numero di alunni per classe si può mettere il docente nella possibilità, in concerto con le azioni di recupero, di incidere sul progetto di crescita degli apprendimenti di ogni studente, a partire da quelli che hanno più difficoltà. Ecco a cosa serve il miliardo che ora chiediamo”.
Utilizzare i fondi del Recovery plan per rilanciare la scuola, agendo sul personale e sugli alunni: a chiederlo sono la Confederazione Cisal e il sindacato Anief, attraverso la richiesta di precise modifiche al decreto legge n. 59, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale serie generale n. 108 del 07 maggio 2021: nella proposta si rileva che “la missione 4 "Istruzione e ricerca" è uno dei capitoli che nel tempo ha subito maggiori modifiche in fatto di risorse, passando dai 33,81 miliardi della prima versione di cui 30,88 miliardi dal PNRR + 1,93 mld da React-EU + 1 miliardo dal fondo complementare ai 30,88 dell'ultima versione”.
Tuttavia, ad oggi risulta “assente, nel Disegno di legge in esame, una previsione di finanziamento complementare all’istruzione che garantirebbe la realizzazione di misure prioritarie in vista della prosecuzione dell’emergenza e della riapertura dell’a.s. 2021/22”. Per questi motivi, il sindacato chiede “un miliardo da destinare all’Istruzione con il seguente programma di intervento (M4C1 PNRR, Investimento 1.2 Piano di estensione del tempo pieno e prolungato e Riforma 1.3 Riforma dell'organizzazione del sistema scolastico): Revisione dei parametri per la costituzione degli organici del personale amministrativo, educativo e docente e del dimensionamento delle sedi scolastiche con la diminuzione di un punto del rapporto alunni/docenti”.
Secondo le organizzazioni rappresentanti dei lavoratori “è ragionevole ripristinare il fondo complementare di un miliardo inizialmente destinato all’istruzione per attuare quanto previsto nel protocollo d'intesa” sull’Istruzione, sottoscritto giusto ieri a Palazzo Chigi, “per garantire l'avvio dell'anno scolastico nel rispetto delle regole di sicurezza” per il contenimento della diffusione di Covid-19 "sull'impegno a lavorare ai fini dell'incremento delle risorse destinate al sistema nazionale d'istruzione e formazione, con investimenti che consentano intervenire sul fenomeno del sovraffollamento delle classi e una revisione ragionata dei parametri del DPR 81/09".
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