Perché le nuove norme sui concorsi che fanno diventare insegnante si applicano retroattivamente per l'ultimo bando del concorso a cattedra solo per alcune discipline - come matematica, informatica e tecnologia - che riguardano appena 3mila posti sui 30mila banditi? Lo chiede Marcello Pacifico, presidente Anief, ritenendo "che questa semplificazione debba avvenire per tutte le altre classi di concorso”. Intervistato dall’agenzia Teleborsa, il sindacalista autonomo ritiene che in occasione della verifica scritta “bisogna dare più tempo ai candidati, almeno un minuto a risposta, perché non è la velocità che serve per valutare il merito nello svolgimento di una prova scritta di un concorso ordinario. Come bisogna abbassare la soglia, perché è inutile pensare di raggiungere 70 centesimi piuttosto che 60 centesimi, mentre è più importante garantire la soglia della sufficienza".
Le norme sul nuovo reclutamento devono cambiare. Secondo il leader dell’Anief è evidente che questo sistema deve andare a regime e bisogna fare in modo che chi ripete più volte queste procedure possa anche scegliere un punteggio più favorevole, perché la graduatoria cambia ogni anno e non bisogna penalizzare chi, in passato, ha superato certe prove.
Pacifico ha detto che dopo la stipula del ‘Patto per la Scuola’ “tutte queste modifiche le chiederemo al tavolo sul reclutamento con il ministro Patrizio Bianchi, ma anche nelle aule parlamentari, perché è importante ripristinare il doppio canale di reclutamento: il 50% per cento dei posti assegnato a chi vince i concorsi, l'altro 50% dato ai precari che insegnano da anni nelle nostre scuole”.
La verità, conclude il sindacalista autonomo, è che “i precari hanno pieno diritto ad avere il riconoscimento della loro professionalità attraverso titoli abilitanti, la specializzazione su sostegno, insieme al personale di ruolo, che ha diritto a passaggi di ruolo e a conseguire altre abilitazioni per non rimanere sempre immobilizzato” nella stessa scuola suo malgrado.
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