Con la presentazione del testo da parte dalla VII commissione della Camera, preludio alle votazioni degli emendamenti in commissione Bilancio, domani, 15 giugno, prende il via l’analisi delle modifiche riguardante la scuola contenute nel decreto Sostegni-bis: nella stessa giornata riprenderanno le manifestazioni degli insegnanti precari, dopo i presidi organizzati la scorsa settimane in Piazza Montecitorio e nelle principali piazze italiane per volontà di ANIEF, Flc CGIL, CISL Scuola, Uil Scuola Rua e SNALS. Stamane, gli stessi sindacati con una nota unitaria hanno annunciato “di condividere gli obiettivi della manifestazione dei precari e ribadiscono la necessità di approvare gli emendamenti suggeriti per cominciare a lottare contro la supplentite”.
Il sindacato Anief ricorda che sono molteplici i motivi di dissenso rispetto all’operato del Governo e di richiesta di modifica al testo già approvato dal Cdm: dall’anticipo dell’anno, sì all’assegnazione provvisoria annuale per superare i vincoli sulla mobilità, alla call veloce per docenti e DSGA precari, alla conferma dell’organico Covid e alla fine delle classi pollaio o con oltre 20-22 alunni. Tra i vari temi proposti figura poi l’immissione in ruolo da prima fascia Gps senza necessità di servizio svolto e da seconda fascia attivando corsi PAS e TFA, l’approvazione di un doppio canale di reclutamento, l’assunzione a tempo determinato dai docenti con 36 mesi, l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti, l’esonero per lo svolgimento dell’anno di prova per chi l’ha già superato pure se con riserva, la ripetibilità della partecipazione dei concorsi senza alcun vincolo, l’attivazione per il personale educativo di una graduatoria per soli titoli.
Secondo Marcello Pacifico, presidente del sindacato Anief, “pensare di risolvere il problema della supplentite e di abbattere il record di cattedre vacanti con qualche migliaio di assunzioni da prima fascia Gps è un errore clamoroso. Se si sommano questi docenti da assumere con i pochi vincitori del concorso straordinario, comunque quasi 10mila in meno di quelli previsti, più i residui presenti ancora nelle graduatorie di merito e nella Gae, si potrà arrivare a coprire non molte più di 30mila cattedre su 113mila libere ed altrettante in organico di fatto. Se pensiamo che solo i pensionamenti saranno 40mila, significa che nemmeno si coprirà il turn over. Inoltre, si insiste su una mobilità ‘ingessata’, pure durante la pandemia, che nega il riavvicinamento alla famiglia anche quando ve ne sono le condizioni. La logica non è prevalsa nemmeno sulla formazione degli organici di insegnanti e Ata, come pure sulla creazione delle classi, degli istituti nuovi e degli spazi da aumentare. Dinanzi a questo, noi non possiamo che tornare in piazza”.
Continua la battaglia sindacale contro le regole che il Governo vuole imporre in vista del nuovo anno scolastico, che senza modifiche sostanziale rischia di essere compromesso prima ancora di prendere il via. “Per il prossimo 15 giugno – scrivono oggi i sindacati che hanno sottoscritto il Patto per la scuola e sono rimasti delusi - è stata lanciata una iniziativa di mobilitazione della scuola da parte di diverse associazioni e coordinamenti di lavoratori precari. Constatiamo che le necessità della scuola ad oggi non trovano risposta nell’ultimo decreto legge approvato dal Governo a dispetto proprio di quel Patto per la Scuola sottoscritto con le parti sociali”, affermano i leader dei cinque sindacati.
È evidente che in assenza di interventi adeguati la maggior parte delle 112 mila cattedre libere in organico di diritto rimarranno scoperte, con il conseguente disagio per le scuole e il perdurare della condizione di precarietà per tanti lavoratori. “Serve un serio intervento politico della maggioranza – proseguono i sindacati – per permettere l’assunzione di tutti gli insegnanti inseriti nella prima fascia delle graduatorie per le supplenze già abilitati e specializzati e quelli presenti nella seconda fascia attraverso anche un percorso abilitante o di specializzazione per i posti di sostegno”. Per questi motivi, “l’appello lanciato dalle associazioni e dai movimenti è condivisibile – concludono i sindacati – in quanto punta a unire tutti i lavoratori precari, a prescindere dalle diverse condizioni che le loro vite lavorative attraversano”.
Anief ricorda che sono diverse le richieste di modifica al decreto 73/2021 presentate dal giovane sindacato e recepiti all’interno dei 4mila emendamenti che a breve i deputati competenti andranno a focalizzare. Le richieste di modifica al decreto Sostegni-bis riguardano un alto numero di tematiche: si va dalla soppressione della norma, presente nel testo approvato dal Cdm, che comporta l’anticipo dell’anno scolastico e contestuale recupero degli apprendimenti, alla richiesta di introduzione di una deroga ai vincoli per l’assegnazione provvisoria motivata del personale; dalla soppressione della sospensione della call veloce per docenti e DSGA precari, introdotta nel 2020 e stoppata inspiegabilmente dopo un solo anno, alla proroga dell’organico dei 75 mila docenti-Ata Covid, con deroga dei criteri di formazione classi, altrimenti destinate ad un numero di alunni per aula incompatibile con la pandemia e le regole sulla sicurezza a scuola.
Tra le richieste formulate dall’Anief figura anche una l’immissione in ruolo da seconda fascia Gps con corsi PAS-TFA da conseguire a regime, oltre che l’introduzione di una fase transitoria nel doppio canale di reclutamento, l’assunzione a tempo determinato dai docenti con 36 mesi, l’assunzione dei precari su tutti i posti vacanti, l’esonero per lo svolgimento dell’anno di prova per chi l’ha già superato anche se con riserva, la ripetibilità della partecipazione alle prove concorsuali su tutte le classi di concorso anche per chi non ha superato l’ultima, l’introduzione di una graduatoria per soli titoli riservata agli educatori.
PER APPROFONDIMENTI:
Emergenza precariato, in 250 mila il prossimo anno scolastico
Decreto Sostegni-bis, circa 4mila emendamenti: record di richieste per la Scuola