Prende ufficialmente il via l’iter delle immissioni in ruolo dei docenti nella scuola pubblica italiana da effettuare prima dell’inizio dell’anno scolastico 2021/2022: con alcune settimane di anticipo rispetto agli anni passati, nella giornata di lunedì 28 giugno, infatti, il Ministero dell’Istruzione metterà a punto il sistema informatico con cui si procederà alle prossime immissioni in ruolo previste con la modalità a distanza: si tratta dello stesso sistema attuato nel 2020. Le procedure di assunzioni prevedono quanto previsto dal decreto Sostegni-bis approvato dal Cdm, che non va oltre l’assunzione a tempo indeterminato dalla prima fascia Gps pure con vincolo di servizio di almeno tre anni. Da dopodomani, martedì 29, la V commissione della Camera ha comunque la possibilità di cambiare le cose approvando gli emendamenti proposti da Anief, i cui contenuti sono pure in linea col Patto per la Scuola sottoscritto a Palazzo Chigi solo un mese fa: l’esame delle richieste di modifica del DL 73/2021 entrerà nel vivo, con la definizione di quelle che potranno approdare in Aula per la votazione finale prevista attorno all’8 luglio.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “è bene che il Mef proceda alla definizione di un contingente che copra tutte le 113mila cattedre vacanti e disponibili, non fermandosi quindi alle 70mila annunciate nei giorni scorsi. Allo stesso tempo, per non vanificare la procedura, come avvenuto nell’ultimi biennio, quando si è portata a compimento solo una immissione in ruolo ogni quattro autorizzate, è indispensabile aprire alla seconda fascia Gps e cancellare l’obbligo dei tre anni di servizio dalla prima. Altrimenti, con le Gae e graduatorie di merito ormai svuotate, molte immissioni in ruolo si perderanno ancora. Non cambieranno di molto le cose le assunzioni dei vincitori della procedura secondaria, peraltro saranno 10mila in meno rispetto alle 32mila messe a bando. Come vanno cambiate le norme sui nuiovi concorsi. Sono temi che abbiamo spiegato per bene il 9 giugno ai componenti della commissione Bilancio, assieme a quasi tutti i sindacati rappresentativi, nel giorno dei presidi svolti in diverse piazze d’Italia e davanti Montecitorio. Adesso, i politici hanno la possibilità di rispondere coi fatti a quelle istanze legittime. Molti, anche della maggioranza di Governo, hanno detto di essere d’accordo con noi: ora siamo alla resa dei conti, è bene che non si tirino indietro. Altrimenti, saranno corresponsabili dell’ennesimo boom di supplenze annuali che già quest’anno ha toccato il record con 220mila contratti annuali di cui la metà su sostegno”.
È già tutto pronto per le assunzioni dei docenti: quest’anno è intenzione del Ministero dell’Istruzione anticipare le procedure, per fare in modo che il maggior numero di docenti possa essere in cattedra già dal 1° settembre, procedendo con le assunzioni a tempo indeterminato entro il 31 luglio prossimo. Contemporaneamente all’avvio del sistema telematico per individuare i precari da assumere, è previsto l’avvio, laddove vi siano gli aspiranti, delle operazioni di nomina con partenza da quelle in surroga residuate dal contingente dello scorso anno.
Per le assunzioni a tempo indeterminato da graduatorie di merito, stilate sulla base degli esiti dei concorsi 2016-2018 e per quello straordinario del 2020, scrive Orizzonte Scuola, “il turno di nomina sarà unico, previsto, cioè, per un solo posto o classe di concorso e pertanto, chi è presente su più classi di concorso e più graduatorie, dovrà scegliere in ordine di preferenza secondo il punteggio più favorevole” e “anche la provincia nell’ordine di preferenza”. Nelle ultime ore, alcuni Uffici Scolastici regionali – come Campania, Friuli Venezia Giulia, Molise, Puglia, Lombardia - hanno fornito indicazioni utili per gli aspiranti candidati.
“La situazione – dichiara Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – è davvero critica. Ci sono docenti, come quelli di religione cattolica che attendono un concorso straordinario da quasi vent’anni, oppure tutti quelli assunti in ruolo con riserva e poi bocciati, che non possono continuare a vivere nella precarietà. Riteniamo che tutti coloro che hanno 24 mesi di servizio, in qualsiasi graduatoria dove sono collocati, debbano essere stabilizzati. E per chi non è abilitato o specializzato può tranquillamente partire il Pas o il Tfa sostegno nell’anno di prova, sempre con verifica finale”.
“Annunciare 70mila o più immissioni in ruolo e poi portarne a casa meno della metà sarebbe un errore strategico imperdonabile, le cui conseguenze verrebbero pagata in modo salato da milioni di alunni. Senza dimenticare che sono pure da assumere in ruolo i facenti funzione Dsga, i collaboratori scolastici supplenti scavalcati dal personale delle cooperative, gli educatori. E pure da definire la situazione di coloro che che vanno collocati nel ruolo di coordinatori”, conclude il sindacalista autonomo.
PER APPROFONDIMENTI:
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