Sulle vaccinazioni al personale scolastico la Giunta della Regione Sicilia non torna indietro: malgrado il Garante della Privacy nei giorni scorsi abbia pubblicato un’istruttoria contro l’ordinanza della Regione Sicilia n. 75 che obbliga gli enti pubblici a indicare quali dipendenti non sono vaccinati per spingerli a immunizzarsi, è di queste ore la notizia che “davanti alle scuole siciliane ci sarà una unità mobile, un presidio per vaccinare quel 30% non ancora coperto”: ad allestirla sarà proprio la Regione Sicilia, che, secondo la stampa specializzata, “avvierà una ricognizione dei dipendenti pubblici sulla loro situazione vaccinale, ponendosi come obbiettivo il raggiungimento dell’80% della copertura fra i quasi cinque milioni di siciliani”.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “la decisione della Regione siciliana di insistere sulle vaccinazioni da imporre al personale scolastico non poggia su alcuna norma. Va a sopprimere il diritto alla privacy, nemmeno può essere giustificata da motivi di carattere etico, perché anche l’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa ha detto ai Paesi membri che occorre garantire che i cittadini siano informati sul fatto che la vaccinazione non è obbligatoria e che non è possibile politicamente, socialmente o in altro modo mettere sotto pressione i cittadini e i lavoratori per farsi vaccinare, se non desiderano farlo da soli. Quindi, ribadiamo la nostra intenzione di ricorrere in tutti i modi, anche in Tribunale, qualora si porti avanti questa linea assurda sull’individuazione dei non vaccinati e sul possibile impiego su altre mansioni che non prevedano contatti con il pubblico”.
Sulle vaccinazioni, la Regione Sicilia non cambia il tiro. Nell’ordinanza, firmata da Nello Musumeci, si prevede che i dipendenti che si rifiuteranno a vaccinarsi dovranno essere riassegnati ad un nuovo ruolo lavorativo. “C’è stata una diffidenza umanamente comprensibile – ha spiegato Musumeci al Corriere della Sera – rispetto al vaccino AstraZeneca inizialmente somministrato proprio alla categoria del personale scolastico. Ma crediamo si debba superarla e con il mio assessore all’Istruzione, Roberto Lagalla, abbiamo immaginato di presidiare ogni istituto scolastico con delle unità operative mobili che individueranno, con il coinvolgimento dei dirigenti, chi ancora non ha ritenuto di vaccinarsi. Una riluttanza, voglio dirlo, che considero ingiustificata e ingiustificabile, visto il contatto che l’attività scolastica impone”. Il governatore ritiene che “chi ha contatti con gli alunni dovrebbe essere vaccinato per poter lavorare – ha aggiunto il governatore – naturalmente non è materia di mia competenza. Mi auguro che da Roma arrivi presto una posizione chiara”.
Ancora la stampa specializzata spiega perché il progetto “di Musumeci rischia di arenarsi”: ci sarebbe infatti “una falla nel suo meccanismo. “L’ordinanza – ha detto Pasquale Stanzione, Garante della Privacy – di un presidente regionale o provinciale non rappresenta valida base giuridica per introdurre limitazioni a diritti e libertà individuali che implichino il trattamento di dati personali, che ricade nelle materie assoggettate a riserva di legge statale”. Adesso la Regione ha sette giorni di tempo per rispondere alla richiesta di informazioni da parte dell’autorità per la protezione dei dati personali.
Anief ribadisce la sua posizione, in linea con quanto espresso dal Garante della Privacy: “Ai dipendenti della scuola non si può chiedere nulla sul suo stato vaccinale, visto che questo tema rientra nella sfera della riservatezza dei dati. Né si può chiedere loro di vaccinarsi. A quale contratto collettivo nazionale di lavoro si riferisce poi il presidente della Regione Sicilia per applicare questo obbligo? La sicurezza, lo ripetiamo da un anno, passa per un altro obbligo: quello per chi governa la scuola di aumentare gli spazi scolastici e ridurre numero di alunni per classe. Ci sono 100mila e 15mila plessi tagliati negli ultimi 12 anni da reintrodurre, assieme a 4mila sedi di presidenza e di Dsga, oltre che 200mila nuovi docenti e 50mila tra amministrativi, tecnici e ausiliari”.
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