Con specifico decreto, il n. 0228, Ministero dell’Istruzione ha appena ufficializzato i contingenti suddivisi per regione e provincia delle oltre 112mila immissioni in ruolo autorizzate dal Mef e da attuare nell’anno scolastico 2021/2022. Si tratta di un numero irraggiungibile, che si tramuterà in meno della metà di effettive assunzioni. Le colpe sono storiche, la maggior parte delle quali da addebitare allo stesso dicastero dell’Istruzione, che si ostina a lasciare fuori dalle assunzioni a tempo indeterminato tutti quei precari con 24-36 mesi di servizio minimo che in qualsiasi altro Paese dell’Unione europea sarebbero stabilizzati da tempo. L’apice dell’ingiustizia si tocca con la mala gestione delle cattedre di sostegno: lo scorso anno ne sono state assegnate a tempo determinato oltre 100mila, di cui l’80 per cento collocate ancora in deroga, in organico di fatto, quindi fino al 30 giugno, pur trattandosi di posti a tutti gli effetti liberi e quindi assegnabili a ruolo. Quest’anno, stando al contingente appena pubblicato dal Ministero, i posti di sostegno disponibili per il ruolo sono 30.293. Con importanti differenze regionali: da quasi 8mila in Lombardia ai soli 694 della Sicilia. Peccato che le Università, anche con i continuino a specializzare al contrario. Invece di aprire ai corsi di specializzazione senza più numero chiuso, si continua imperterriti a sbagliare. Così didattica e immissioni in ruolo si compromettono.
Forte è la delusione tra il personale, ancora una volta indignato. A rappresentarla è il sindacato Anief: “Mancano oltre 60mila docenti specializzati – dice il suo presidente nazionale Marcello Pacifico -, ma ci ritroviamo tra le mani una procedura di assunzioni dimezzata rispetto al fabbisogno e soprattutto organizzata in modo così distorto che produrrà solo una parte di immissioni in ruolo. Sembra che quanto accaduto non sia servito a nulla. Il tribunale ha dato ragione all’Anief quando ha impugnato i decreti del ministro Marco Bussetti che non rispettavano quanto previsto dalla legge: per realizzare un bando di concorso per avere i docenti specializzati bisogna trovare prima di tutto il numero dei posti disponibili sulla base del numero di insegnanti precari, della quantità di alunni certificati con disabilità, quindi sulla base delle esigenze effettive del territorio. Noi non ci arrendiamo: ci rivolgeremo ancora al giudice”.
La vicenda è nota: il Consiglio di Stato ha di recente dato ragione all’Anief, perchè il numero di posti dei docenti da specializzare si stabilisce in base alle necessità reali. Uno dei casi più clamorosi di mancata attivazione di posti adeguata fu, nel 2018, quello del Piemonte, prontamente denunciato dall’Anief, dove il fabbisogno di insegnanti da specializzare era di 4.657 posti, ma nell’ultimo ciclo di TFA erano stati autorizzati solo 200 posti. Pure in Emilia Romagna la differenza fu abissale: a fronte del fabbisogno di insegnanti da specializzare pari a 4.860 posti (oggi diventati 6.000), nell’ultimo ciclo di TFA sostegno ne furono autorizzati solo 320. Mentre l’Università di Messina organizzò i corsi per ben 2.000 posti di specializzazione e l’Università di Enna 1.125. Altri atenei, come Bologna, non ne avviarono nemmeno uno.
Dal Ministero dell’Istruzione arriva la suddivisione dei posti delle assunzioni in ruolo. A livello regionale vi sono molte differenze, anche significative: passiamo da 7.981 della Lombardia ai soli 694 della Sicilia. Trattandosi di due regioni molto grandi, la differenza è notevole. Molti posti in Piemonte (3.443), Lazio (3351) e Veneto (3.320). Mentre in Campania pochi posti rapportati alle dimensioni regionali (1.268). In Emilia Romagna 2.754 e Puglia 1.159 posti. Il problema, rileva l’Anief, è che non vi sono, al momento, i docenti specializzati in grado di coprire questi posti. Inoltre, il bando del TFA sostegno VI ciclo per specializzare nuovi insegnanti nella didattica rivolta agli alunni disabili, i cui corsisti tornerebbero utili per le prossime annualità di assunzioni, non rispetta le esigenze effettive dei territori: andrebbe quindi rivisto il decreto ministeriale n. 755 del 6 luglio 2021 con cui si attiva il nuovo ciclo di specializzazione per il conseguimento del titolo utile per l’insegnamento sui posti di sostegno.
Ancora una volta, infatti, anziché specializzare il personale docente sulla base delle necessità territoriali derivanti quindi dai posti vacanti, si continua a produrre corsi e numeri sulla base delle capacità delle Facoltà universitarie. “Eppure – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - il Consiglio di Stato con la sentenza n. 3655/2021 ha dato ragione all’Anief, sostenendo che c’è stata una grave sperequazione nella distribuzione dei posti per conseguire la specializzazione di sostegno e quindi le Università devono rispettare il fabbisogno territoriale di docenti di sostegno nella determinazione dei posti da attivare. La sentenza era giunta dopo che in alcune Regioni, come il Piemonte e l’Emilia Romagna, in questi anni sono state attivati corsi di specializzazione solo per poche centinaia di docenti, a fronte di migliaia di posti su sostegno da assegnare. Per questi motivi - conclude Pacifico - impugneremo questo bando e vinceremo ancora una volta nei tribunali”.
TUTTE LE IMMISSIONI IN RUOLO PROVINCIA PER PROVINCIA
Fonte Orizzonte Scuola
IL CONTINGENTE PDF PER REGIONE, ORDINE E GRADO DI SCUOLA
IL CONTINGENTE PER PROVINCIA E CLASSE DI CONCORSO
PER APPROFONDIMENTI:
Decreto Sostegni-bis, circa 4mila emendamenti: record di richieste per la Scuola
Il concorso STEM va cambiato, Anief non transige
Concorso STEM, regole stravolte: vanno riaperti i termini per presentare domanda di partecipazione
Domani parte il concorso Stem: oltre 60mila candidati. Anief: troppi dubbi, vigileremo a fondo
Concorso STEM, la strage degli innocenti: il 70% fatto fuori senza nemmeno conseguire l’abilitazione
Precariato, c’è un compromesso che soddisfa quasi tutti