Sul Green Pass obbligatorio si sta superando ogni limite: non bastava negare l’accesso ai docenti all’entrata; è di queste ore la conferma che le amministrazioni scolastiche procedono con l’allontanamento del docente o dell’amministrativo anche nel corso della giornata lavorativa, obbligando il dipendente a prendere la via di casa e senza quindi potere completare l’orario di servizio della giornata. Sta destando stupore, in particolare, la testimonianza di una maestra, che è stata allontanata dalla classe, mentre faceva lezione, quindi davanti a tutti i suoi alunni. Sono stata “trattata come fossi un’appestata”, ha detto la maestra con disappunto.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la sicurezza sul luogo di lavoro è fondamentale, ma si continua a far passare il messaggio che grazie al Green Pass i contagi sono scongiurati. Al punto che si espelle dalla scuola un lavoratore mentre esercita le sue funzioni, come se avesse contratto il Covid e debba essere allontanato all’istante. La verità è che questa certificazione verde sta diventando sempre più illegittima e discriminante, perché si guarda allo stato di vaccinazione o del tampone negativo di un quinto degli individui che stanno a scuola, mentre si dimentica ii contesto dove si fa formazione e del numero altissimo di alunni concentrati fianco a fianco nelle classi. Intanto, i miliardi del Pnrr stanno arrivando e non comprendiamo quale sia l’emergenza più impellente di questa da risolvere”.
Nei giorni scorsi, Anief ha scritto al Ministero dell’Istruzione facendo notare ai dirigenti che operano a Viale Trastevere che “l’allontanamento del personale scolastico, con particolare riferimento a quello docente, durante l’orario di lezione rischia di danneggiare il diritto all’istruzione degli alunni e di creare grandi difficoltà organizzative all’istituzione scolastica in quanto è pressoché impossibile garantirne la sostituzione senza alcun preavviso”.
La gestione del certificato verde nelle scuole si conferma improvvisata e priva di raziocinio: lo conferma quanto è accaduto in una scuola primaria del Viterbese, dove una maestra ha raccontato cosa le è accaduto. “Mi hanno allontanata come fossi un’appestata” ha dichiarato l’insegnante. “Per scelta, ho deciso di non vaccinarmi. L’orario mi consente di cavarmela con due tamponi a settimana” ha spiegato. Questo, però, le è scaduto durante la lezione: “Mi sono sentita umiliata e discriminata”.
La donna aveva effettuato il tampone il lunedì e mercoledì all’ingresso l’hanno fatta entrare senza problemi, rientrando nelle 48 ore. “Ho iniziato la mia lezione di italiano alle 8,10. Dopo mezz’ora, entra la fiduciaria. Mi chiede di andare dalla vice preside” ha spiegato l’insegnante. Il suo Green pass scadeva alle 8.40 e hanno deciso di farla uscire dalla scuola. “Sono stata immediatamente allontanata dalla classe. Ho avuto solo il tempo di entrare e prendere la borsa, ho lasciato tutti i libri aperti sulla cattedra. I miei alunni mi guardavano senza capire cosa stesse succedendo. Avrei voluto parlare con una collega in un’altra classe, non mi è stato consentito. Mi sono sentita umiliata, discriminata, frustrata” ha denunciato la donna. La docente, inoltre, sostiene che anche il suo “diritto alla privacy è stato leso”.
La maestra ha ricordato che, secondo le note emesse dal Miur, il certificato va controllato solo all’ingresso e lei aveva superato questo controllo ed era in regola. “Non hanno agito in modo corretto, probabilmente non hanno letto le circolari. Fatto sta che il mio diritto alla privacy è stato leso così come quello allo studio dei miei studenti, lasciati con un collaboratore scolastico” ha dichiarato.
Anche la stampa scrive: evidentemente, “i controlli sul possesso delle certificazioni verdi Covid-19 da parte del personale scolastico stanno diventando eccessivi”. Anief torna a chiedere chiarezza: la Nota dipartimentale n. 953 del 9 settembre scorsi si limita infatti ad affermare che il controllo delle certificazioni in oggetto debba essere effettuato “quotidianamente e prima dell’accesso del personale nella sede ove presta servizio”. Pertanto, il sindacato non comprende i motivi di queste azioni in corso d’opera. Nei giorni scorsi, proprio su questo punto l’organizzazione guidata dal professore Marcello Pacifico, ha chiesto ufficialmente al Ministero dell’Istruzione “di voler integrare le indicazioni ai dirigenti scolastici di cui alla circolare sopra citata, specificando quale sia la procedura da seguire in caso di scadenza, e conseguente disattivazione, della certificazione verde Covid-19 in corso di giornata lavorativa”.
Il giovane sindacato ha anche chiesto, nell’occasione, ai capi dipartimento interessati di “valutare l’opportunità di invitare i dirigenti scolastici a consentire, all’occorrenza di simili situazioni, il completamento dell’orario di servizio del personale, senza ricorso all’immediato allontanamento del personale”. Questo perché, “il personale che ottiene la certificazione verde Covid-19 a seguito di effettuazione di tampone molecolare non ha sempre modo di scegliere l’orario in cui effettuarlo, poiché questo viene stabilito dalla struttura che lo effettua in base al numero di richieste pervenute. Non è pertanto possibile, in assoluto, per il personale scolastico far sì che la suddetta certificazione venga rilasciata in modo tale che la scadenza non coincida con l’orario di servizio”.
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