Le supplenze continuano a far dannare i dirigenti scolastici: a oltre tre settimane dall’inizio del nuovo anno scolastico, sono migliaia gli istituti che devono ancora completare la copertura di posti non coperti da personale di ruolo. In assoluto, la categoria che continua a essere più ricercata è quella degli insegnanti di sostegno. Lo scorso anno In pratica, su oltre 185 mila posti di sostegno, meno della metà 80mila sono stati assegnati a docenti di ruolo specializzati. I restanti 100mila sono stati conferiti a precari, in netta maggioranza nemmeno specializzati: un numero altissimo, spropositato, che rappresenta anche la metà delle cattedre assegnate a personale non di ruolo. Quest’anno – dopo le 59mila immissioni in ruolo attuate, di cui poco più di 14mila su sostegno – delle circa 114mila supplenze annuali finora sottoscritte quelle di sostegno hanno rappresentato anche stavolta oltre la metà del totale.
Gli Uffici Scolastici regionali e provinciali stanno pubblicando le tabelle con le disponibilità: “i posti entreranno a far parte di quelli attribuibili con sistema informatizzato non appena si concluderanno le operazioni di immissione per il ruolo per l’anno scolastico 2021/22”, scrive in queste ore Orizzonte Scuola. A questi vanno aggiunti circa altri 60mila posti di sostegno in deroga, con scadenza imposta al 30 giugno 2021. Un numero, peraltro, destinato a crescere per via dei tanti ricorsi in atto. I posti vuoti di sostegno sono presenti in tutte le Regioni, anche al Sud: solo in Calabria ve ne sono oltre 7mila: in Puglia se ne conteggiano altri 6.501 posti ripartiti tra infanzia (787), primaria (2.647), secondaria di primo grado (1.113) e di secondo grado (1.954).
“Passano gli anni – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ma nella scuola si continuano a commettere sempre gli stessi errori. Abbiamo un numero altissimo di cattedre di sostegno che vanno a supplenza, ma anche stavolta non si è riusciti ad andare oltre ad un ciclo specializzante Tfa con 22mila posti a disposizione. Sempre, tra l’altro, con una pessima distribuzione delle disponibilità a livello regionale, col paradosso che in certe regioni (come il Piemonte) vi sono migliaia di posti liberi, ma poi gli atenei specializzano solo qualche centinaio di docenti, andando anche a tirare su dei paletti eccessivi sui requisiti di accesso. Permangono, inoltre, le cattedre in deroga per legge, frutto di una norma del 2013 che in otto anni nessun governante è stato in grado di mettere almeno in discussione”.
Anief continua a tutelare i docenti e gli alunni a cui viene negato il sostegno: il giovane sindacato ha rilanciato la decima edizione della campagna gratuita #nonunoradimeno, al fine di garantire ad ogni alunno con disabilità le ore settimanali di sostegno richieste dalle scuole come da consolidata giurisprudenza. Una campagna che in alcuni casi ha garantito anche il diritto al risarcimento del danno in favore della famiglia dell'alunno con disabilità il cui diritto all'istruzione e all'integrazione era stato palesemente violato dall'Amministrazione.
Continua a pesare come un macigno la scelta dello Stato di lasciare nel limbo diverse decine di migliaia di posti di sostegno: pur essendo posti vacanti e disponibili, infatti, continuano ad essere considerati con la modalità della “deroga”, quindi non utili ai trasferimenti di sede e nemmeno alle assunzioni a tempo indeterminato. “I posti saranno coperti, come purtroppo da numerosi anni ormai, con supplenze al 30 giugno” scrive la stampa specializzata.
L’attribuzione delle supplenze su posti di sostegno avviene con il seguente ordine: docenti specializzati inseriti negli elenchi di sostegno delle graduatorie ad esaurimento, GaE; docenti specializzati inseriti nella prima fascia delle graduatorie provinciali per le supplenze, GPS; docenti privi del titolo di specializzazione ma che entro l’a. s. 2019/2020 abbiano maturato tre anni di servizio su posto di sostegno nel relativo grado inseriti in seconda fascia GPS; graduatorie di istituto, naturalmente se vi è coincidenza tra il posto in deroga assegnato alla singola istituzione scolastica e se quest’ultima è stata inserita dal docente nell’elenco delle 20 scuole. Quindi l’ordine è sempre GaE, GPS, graduatorie di istituto. Infine le Mad. E dalle ultime due liste arriveranno tanti docenti non specializzati. Come tutti gli anni.
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