La didattica continua ad essere compromessa dalle regole volute dal Governo che lasciano a casa gli alunni non vaccinati: è di queste ore la notizia che a seguito dei numerosissimi casi di quarantene a scuola, con oltre un milione di bambini costretti a seguire la didattica da casa, per via di una sorta di “effetto boomerang” molti alunni sono costretti a rimandare la vaccinazione e quindi a rimanere lontano dalla classe.
Con i loro genitori sempre più “confusi, spaesati e spaventati”. Anche l’ex ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, ha detto che gli alunni stanno pagando colpe non loro: “per me non bisogna assolutamente discriminare i bambini non vaccinati. Il motivo è presto detto, perché la colpa non è dei bimbi”. Sul caso si è espresso pure il Garante della privacy sostenendo che occorre evitare ogni discriminazione verso i minori, anche indiretta.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, il problema è che “stiamo assistendo a delle decisioni discriminatorie verso chi è senza vaccino o non ha completato il ciclo. Invece, non si parla più delle condizioni di scarsa sicurezza con cui si fanno le lezioni: dove sono i sistemi meccanici di areazione, le mascherine Ffp2 per tutti, le classi allargate e con alunni dimezzati, gli organici adeguati e stabili a cui tutti, politica compresa, hanno detto di tenere ma che nessuno ha mai voluto approvare come legge dello Stato? In attesa che qualcosa cambi, magari utilizzando i fondi del Pnrr, almeno adeguiamoci a quello che stanno facendo gli altri Paesi sulle restrizioni e per convivere con la pandemia: in Inghilterra il Covid19 è trattato ormai come un’influenza e da ieri è stato deciso lo stop a tanti limiti e all’obbligo vaccinale. Perché da noi – conclude Pacifico - nemmeno se ne parla?”.
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