È stato pubblicato nella notte in Gazzetta Ufficiale con il Decreto Legge n. 36, all’interno di ulteriori misure urgenti per l'attuazione del PNRR, il testo si riforma del nuovo reclutamento, valutazione e formazione degli insegnanti approvato la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri: per Anief, che conferma lo sciopero generale già proclamato per l’intera giornata di venerdì prossimo 6 maggio, si tratta di addirittura di un testo peggiorativo rispetto alla bozza iniziale. Nel documento pubblicato in G.U., infatti, figurano anche degli incentivi legati alla continuità di sede di servizio. E si conferma una riforma a costo zero, perché le risorse per gli incentivi saranno reperite attraverso la cancellazione di 10mila cattedre di potenziamento a partire dal 2026: non è un caso se i ‘premi’ una tantum arrivino solo dal 2027. Il giovane sindacato annuncia quindi che denuncerà le norme del decreto, qualora dovessero tramutarsi in legge dello Stato, alla Commissione Europea e produrrà un nuovo reclamo collettivo al CEDS sulla mala-gestione del precariato scolastico italiano.
“Con il testo definitivo hanno introdotto di fatto un’altra ‘punizione’: i docenti che aspireranno ad aumenti di stipendio non dovranno in pratica più trasferirsi”, dice Marcello Pacifico Presidente nazionale Anief. “Gli incentivi legati alla sede di servizio – continua il sindacalista autonomo – si aggiungono all’assurdità di quelli associati alla formazione aggiuntiva volontaria e giudicati da un comitato di valutazione rispetto però solo alla metà dei richiedenti. Noi di fronte a questo modo di procedere, irrispettoso delle dignità dei dipendenti della scuola, forse non a caso reso pubblico nel giorno della Festa dei lavoratori, noi non ci stiamo: con altri sindacati non possiamo che ribadire lo sciopero generale che si andrà quindi a svolgere a questo punto a ridosso dell’avvio del dibattito parlamentare del DL, in vista delle forti e inevitabili modifiche da apportare ad un testo sempre più impresentabile”.
Il sindacato Anief, pertanto, conferma lo sciopero del 6 maggio: “Ci vedremo ancora una volta in piazza – continua Pacifico - contro una riforma che mortifica il lavoro del personale scolastico. La scuola manderà un segnale importante, ad un anno dal voto per l’avvio della nuova legislatura: questo Governo deve capire che certe norme ingiuste vanno ritirate. Come il Parlamento lo può fare cambiando entro due mesi un testo di Decreto Legge che non fa il bene delle nostre scuole. Noi, come sindacato, oggi 1° maggio rinnoviamo l'impegno alla lotta per il diritto a un lavoro stabile, giustamente retribuito, dignitoso e premiato, perché chi opera nella scuola possa crescere la famiglia e far crescere il Paese”, conclude il presidente Anief.
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