Chi poteva pensare che il concorso ordinario della scuola secondaria poteva risolvere i problemi annosi del precariato e della mancata assunzione dei docenti pur avendo miriadi di cattedre vacanti? Sicuramente non il sindacato, che da tempo chiede di rispondere alla supplentite con il doppio canale di reclutamento andando ad utilizzare tutte le graduatorie esistenti per coprire la metà dei posti liberi. Il ministero dell’Istruzione ha invece puntato tutto sulle procedure concorsuali ed ora alunni e famiglie ne pagheranno le conseguenze: dai calcoli prodotti dalla stampa specializzata risulta che “già risultano prive di possibili vincitori 5.276 cattedre che, pertanto, rimarranno vacanti”.
Il problema, rileva l’Anief, non è di poco conto, perché lo stesso ministero dell’Economia e delle Finanze ha reso pubblico esattamente un mese fa, il 12 aprile, che sono 90mila le cattedre vacanti nella scuola: considerando i posti non assegnati tramite concorso, l’organico di fatto, a partire dalle cattedre in deroga sul sostegno agli alunni disabili, e il mancato utilizzo di tutte le Gps per le immissioni in ruolo (come confermato dall’Ordinanza n. 112 pubblicate ieri e che il sindacato impugnerà), come pure la mancata applicazione delle direttive della Commissione europea sull’assunzione a tempo indeterminato dei precari che hanno svolto almeno 36 mesi di servizio, a settembre ci ritroveremo (considerando anche i circa 25mila pensionamenti) con oltre 200 mila supplenze da coprire.
Secondo Marcello Pacifico, presidente Anief, “i fondi del Pnrr dovevano essere impiegati anche per questo e non dilapitati per una nuova formazione e reclutamento inviso da tutti. Ci sono anche decine di migliaia di precari risultati idonei nei concorsi, ma fino ad oggi incredibilmente lasciati fuori delle graduatorie dei vincitori: su questo versante, sembrerebbe esserci un’apertura, da noi da tempo reclamata, ed è l’approvazione dell’emendamento Rampi (Pd) per l’inserimento nelle graduatorie di merito degli idonei del concorso ordinario infanzia e primaria. Ma è chiaro che non basta. Il rischio è che anche questa estate le assunzioni si riveleranno un flop, come nel 2021 quando furono immessi in ruolo meno delle metà dei 112mila posti su cui c’era stato il via libera del Mef”, conclude Pacifico.
LE MANCATE ASSUNZIONI DA CONCORSI
E a queste se ne aggiungeranno diverse altre: infatti, mancano ancora all’appello gli scritti di tre classi di concorso (la A018, la A050 e la A046) del concorso Stem-bis, con lo strascico di possibili nuove stragi di bocciati cui è stato sorprendentemente vietato l’impiego di carta e penna, e tante altre verifiche della secondaria: “le prove si concluderanno tra settembre e ottobre, vanificando la sperata assegnazione dei posti ai vincitori dal prossimo settembre; conseguentemente alcune centinaia (o migliaia) di posti rimarranno vacanti. A quel punto, considerato che le prove scritte saranno state effettuate in ogni regione in cui il bando prevedeva anche un solo posto, saranno state effettuate ben 1.452 procedure”. Solo che dopo questo estenuante concorso per la scuola secondaria, ci ritroveremo sulle supplenze punto e daccapo.
L’anno scorso, dice Tuttoscuola, solo “nella scuola secondaria di I e II grado erano privi di titolare oltre 53mila cattedre; dal prossimo settembre potrebbero essere altrettante, se non di più. Se a questa preoccupante situazione di cattedre vacanti (e stiamo parlando soltanto della secondaria!), dovranno essere aggiunte le cattedre disponibili di fatto al 30 giugno (l’anno scorso erano state 86mila sempre solo per la secondaria), a settembre, ancora una volta, non potremo parlare di stabilizzazione ma di situazione di precarietà che diventa strutturale nonostante i concorsi”.
LA POSIZIONE DEL SINDACATO
Anief chiede da tempo di risolvere il problema della supplentite (264.071 contratti a tempo determinato) dopo le sue denunce accolte dal Comitato europeo dei diritti sociali e giunte al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa (con una risoluzione del giugno 2021) e la sentenza ottenuta dalla Corte di giustizia europea nel 24 novembre 2014: tutte indicazioni che hanno permesso ai giudici nazionali di corrispondere ai precari della scuola italiani migliaia di euro di risarcimenti ma non ancora la agognata immissione in ruolo. Nel frattempo, il sindacato continua a produrre ricorsi per la stabilizzazione e il risarcimento per la mancata immissione automatica in ruolo dopo 24-36 mesi di servizio da supplente.
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