Martedì 17 maggio sarà un giorno importante per la scuola: dopo la recente emanazione dell’Atto d’indirizzoda parte della Funzione pubblica, prenderà il via la trattativa all’Aran per il rinnovo del Contratto Nazionale di Lavoro del triennio 2019/2021 di un milione e 200mila dipendenti di Scuola e Ricerca. L’intenzione dell’amministrazione è modificare parti comuni per l’intero comparto più sezioni speciali per i singoli settori, come lavoro agile, welfare, formazione e ordinamento professionale del personale Ata a partire dai Dsga. Il rinnovo contrattuale porterà inoltre due miliardi di euro ai lavoratori, che si tradurranno in circa 100 euro lordi medi a dipendente a cui vanno aggiunti dai 2mila ai 3mila euro lordi di arretrati. Nella stessa giornata del 17 maggio, prenderanno il via le audizioni in I e VII commissione del Senato sul disastroso Decreto Legge n. 36 su reclutamento, formazione e valutazione degli insegnanti.
Tra i primi sindacati ad essere auditi a Palazzo Madama, vi sarà l’Anief: in quell’occasione, la giovane organizzazione rappresentativa presenterà diversi emendamenti per cambiare un testo che elimina circa 10mila cattedre di potenziamento e dimezza la carta del docente, per portare dal 2027 qualche migliaio di euro ad un parte minoritaria di insegnanti che nel frattempo si saranno formati su progetti didattici innovativi. Anief, inoltre, sarà presente all’incontro con l’Aran, dove ribadirà l’inadeguatezza delle risorse economiche messe a disposizione dal Governo, sia per il contratto già scaduto, a fine 2021, sia per quello che dovrà essere sottoscritto.
IL COMMENTO DEL PRESIDENTE ANIEF
“Pensare di assegnare poco più di 50 euro netti medi a lavoratore è irrispettoso – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché nel frattempo l’inflazione ha sovrastato gli stipendi di docenti e Ata e questi aumenti che la parte pubblica ci vuole proporre non cambierebbero di molto la situazione. Ai 100 euro stanziati se ne devono aggiungere almeno altri 250, in caso contrario si firma un contratto che umilia la categoria. Anche sul Decreto Legge 36 siamo convinti che bisogna mettere mano, perché toglie a tutti per dare a pochi sotto forma, tra l’altro, di aumenti una-tantum. Come non ci siamo sulla formula che incentiva chi non cambia la sede di servizio: premesso che si tratta di una decisione che va definita a livello contrattuale, come si fa a pensare che la valorizzazione di chi lavora a scuola possa passare per il gioco delle tre carte? Che fine ha fatto il Patto di Palazzo Chigi sulla scuola? Il 17 maggio qualcuno dovrà risponderci”, conclude Pacifico.
LA POSIZIONE DEL SINDACATO
Il sindacato ricorda che nel 2022 l'inflazione è cresciuta del 6,3% e che rispetto al 2008 il divario è del 20%. Inoltre, nella scuola il 2013 continua a rimanere ininfluente sulla carriera. Sedersi al tavolo della trattativa consapevoli di questo non è un buon avvio. Anche sulla parte normativa vi sono diversi passaggi che non convincono, mentre continua ad essere assente la valorizzazione del personale docente e Ata: manca l’introduzione di carriere e nuovi scatti stipendiali, la parità di trattamento del personale precario rispetto a quello di ruolo. E molto altro. Dopo lo sciopero dello scorso 6 maggio, Anief si fermerà anche il 30 maggio con un secondo sciopero in coincidenza con quello fissato dagli altri sindacati rappresentativi di categoria.
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