Siamo alla stretta finale sul rinnovo del contratto delle aree Scuola, Università, Afam e Ricerca: dopo la richiesta del ministro Patrizio Bianchi al ministero della Funzione pubblica, nei giorni scorsi, del finanziamento aggiuntivo di 300 milioni di euro, per il prossimo martedì 18 ottobre l’ARAN ha già fissato una nuova convocazione per la parte comune del CCNL 2019/21. Considerando che nel frattempo saranno nominati i presidenti delle Camera e a seguire si darà mandato alla formazione del nuovo Governo, si stanno andando a determinare tutti i presupposti per arrivare alla sottoscrizione della firma in autunno.
“Non possiamo permetterci di attendere ancora – dice oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché l’inflazione ha divorato un’altra bella fetta dello stipendio dei dipendenti pubblici, ma più di tutto dei docenti e Ata perché continuano a prendere lo stipendio, già striminzito, di quattro anni fa, che rispetto alla media europea fa avere loro in busta paga oltre mille euro in meno ogni mese. Quel contratto collettivo nazionale è stato firmato, nell’ultimo periodo, praticamente per quasi tutti i ministeri, Sanità compresa, e pure per gli Enti locali. Perché la scuola, che dove notoriamente gli stipendi sono di gran lunga i più bassi di tutti, dobbiamo ancor aspettare. Noi vogliamo subito un contratto ‘ponte’, considerando che le economie sono state già stanziate e le ultime in arrivo, si arriverà ad oltre 110 euro medi, quindi circa 25 euro in più dell’ultimo contratto. Finiamola con gli attendismi”.
“Certamente – continua il leader dell’Anief -, al nuovo Governo chiederemo di fare entrare nella Legge di Bilancio 2022 delle risorse consistenti ulteriori: perché servono almeno 6 miliardi per coprire l’indennità di vacanza contrattuale, con aumenti automatici in busta paga del 4% per permettere l’indicizzazione IPCA. Gli economisti di Stato che si siederanno al tavolo con noi – conclude Pacifico – sanno bene a cosa ci riferiamo: sui compensi dei lavoratori della scuola è tempo di agire, come più volte promesso in campagna elettorale da tutti i partiti che hanno partecipato alle ultime elezioni politiche”.
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