Si accelerano le trattative per il rinnovo del contratto per il personale del comparto Istruzione e Ricerca. Dopo l'intervento di ieri della delegazione Anief e Cisal, che ha espresso i motivi per cui occorre chiudere in fretta l’accordo, oggi l’Aran ha definito una serie di incontri da svolgere nelle prossime due settimane: il prossimo confronto tra parte pubblica e sindacati rappresentativi è stato fissato per il 25 ottobre, alle ore 15, e riguarderà l’ordinamento professionale nella Scuola; due giorni dopo, il 27 allo stesso orario, sarà la volta del settore Afam, con confronto su risorse e ordinamento professionale; il 3 novembre la riunione verterà sull’ordinamento professionale specifico dell’Università (la mattina) e della Ricerca (il pomeriggio).
“Questi incontri – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – dimostrano che da parte dell’Aran c’è la disponibilità a chiudere in fretta il contratto 2019/21, come noi chiediamo da giugno. Dare per scontato, come scrive oggi un quotidiano nazionale economico, che la trattativa sia destinata a slittare all’anno prossimo, creando peraltro un danno anche fiscale allo Stato, è un’ipotesi che non vogliamo nemmeno prendere in considerazione. Per oltre un milione e mezzo di lavoratori, che operano nei comparti scuola, università e Ricerca, si tratterebbe della quinta annualità consecutiva senza contratto rinnovato: una vergogna nazionale che rifiutiamo a priori. Già siamo andati fuori tempo massimo e non certo per colpa nostra: attendiamo con impazienza, quindi, il sì della Funzione pubblica allo spostamento dei 300 milioni di euro del Mof sul rinnovo contrattuale, dopo di che incontriamoci di nuovo all’Aran e chiudiamo questa partita, prima che diventi una pagina nera della contrattazione pubblica italiana”.
PERCHÉ OCCORRE FIRMARE SUBITO IL CONTRATTO 2019/21 GIÀ SCADUTO
“Affrontare l’inflazione, il caro bollette e in particolare l’aumento esponenziale dei costi dell’energia con delle ‘mancette’ periodiche, come i 150 euro in arrivo a fine 2022 oppure con la riduzione del cuneo fiscale, è una politica che respingiamo – ha spiegato Marcello Pacifico -, anche perché nella scuola va incontro solo ad una parte sempre più ristretta di dipendenti, praticamente solo i precari e una ristretta cerchia del personale di ruolo, dimenticando che tutti quelli esclusi necessitano di altrettanta attenzione. Nel comparto scolastico stiamo fermi ad un contratto ritoccato ormai quattro anni fa, con due successivi Ccnl fermi e degli stanziamenti che necessitano di essere integrati”.
“È invece importante che i 300 milioni di euro destinati alla valorizzazione della professione docente, con oltre 100 euro medi in arrivo e ormai oltre 3mila euro di arretrati già assicurati, vadano subito nelle tasche di docenti, Ata e dipendenti dell’Università e della Ricerca. Sarà poi dalla nuova Legge di Bilancio che arriveranno, lo auspichiamo, almeno 6 miliardi per coprire l’indennità di vacanza contrattuale, con aumenti automatici in busta paga del 4% per permettere l’indicizzazione IPCA”, ha concluso il sindacalista autonomo.
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