“Attuare un percorso che porti dignità al ruolo, al lavoro svolto da tutti gli insegnanti e da tutto il personale della scuola”: lo ha affermato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando l’intervento del sindacato presso la VII Commissione del Senato a proposito del “contrasto ai crescenti episodi di violenza nei confronti degli insegnanti e del personale scolastico” e delle circolari ministeriale dell’8 febbraio e del 17 febbraio scorso, attraverso le quali il Ministro ha rimarcato come questi accadimenti ledano l’autorità e la dignità dei lavoratori della scuola.
“Abbiamo chiesto al Parlamento – ha spiegato Pacifico a Teleborsa - non solo attenzione, ma un impegno preciso da rivolgere al Governo ed al ministro dell’Istruzione”, che vada “al di là delle recenti note o circolari”: dobbiamo tutti remare nella direzione che porta alla “valorizzazione della scuola, che è stata chiamata il ministero del Merito perché, appunto, chi lavora nella scuola merita rispetto”. La scuola, quindi anche chi vi lavora, “merita un nuovo Patto educativo che metta il bene comune e la creazione della cittadinanza del domani al centro del rapporto fra le famiglie, gli studenti, gli insegnanti, il personale amministrativo e gli stessi dirigenti scolastici”.
Il leader dell’Anief ha ricordato che "per fare questo bisogna certamente investire” iniziando ad “intervenire con organici mirati, laddove c'è più bisogno. E occorre anche dotare la scuola di un supporto psicologico permanente di esperti, che vadano a prevenire e ad individuare, come ‘sentinelle’, i primi sintomi di questo disagio prima che esploda. Un supporto psicologico per una categoria, quella degli insegnanti, che soffre del più alto grado di burnout nella pubblica amministrazione. Per fare questo servono risorse e provvedimenti normativi adeguati", ha concluso Marcello Pacifico.
L’INTERVENTO ANIEF IN SENATO
Nel corso dell’audizione tenuta a Palazzo Madama, l’Anief ha raccolto racconti di docenti che riportano episodi di violenza, provenienti spesso da contesti in cui le famiglie sono assenti. La segretaria generale Daniela Rosano ha affermato che “atti illeciti, intollerabili, suscettibili di provocare danni fisici e psicologici alle vittime, ledono l’autorità e l’autorevolezza dei docenti, nonché la dignità di tutto il personale. Il Ministro, con una nota ufficiale, ha offerto una soluzione rimettendo al centro il principio della responsabilità con la convinzione che per restituire piena serenità al contesto lavorativo degli insegnanti e del personale scolastico, nonché al percorso formativo degli studenti, sia risolutivo l’intervento dell’Avvocatura generale dello Stato al fine di assicurare la rappresentanza e la difesa del personale della scuola, nelle sedi civili e penali, ai sensi dell'articolo 44 del Regio Decreto n. 1611 del 1933. Ricordiamo che il docente, nel momento in cui esercita la sua funzione è un pubblico ufficiale a tutti gli effetti”.
Rosano si è anche soffermata sul fatto che è necessaria una revisione degli organici docenti sulla base di fattori di rischio: “in molti casi i docenti vittime di violenza riportano la difficoltà di gestire classi numerose soprattutto laddove sono presenti fattori di rischio per l’esplosione del disagio degli studenti. La presenza di più colleghi o di un educatore che si affianchi al docente curriculare consentirebbe una migliore gestione delle emergenze. È necessario analizzare il territorio: se un istituto che è collocato in un quartiere problematico, per abbandono degli studenti, forti flussi migratori o altro, non può avere lo stesso numero di docenti e Ata di una scuola inserita in un contesto ottimale”.
La sindacalista ha parlato anche del ruolo centrale che riveste il supporto psicologico: “l'introduzione di uno psicologo nelle scuole può contribuire a ridurre il fenomeno della violenza nei confronti dei docenti identificando precocemente i segnali di disagio come l'isolamento sociale, l'aggressività e la scarsa autostima e intervenendo tempestivamente per prevenire il verificarsi di comportamenti violenti”. Rosano ha infine ricordato che “la classe docente è fortemente esposta a forme acute di stress ed è a rischio burnout: si tratta evidentemente di un problema culturale sicuramente più ampio cui porre mano”.
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