In autunno la vita a scuola di un milione e 300 mila dipendenti sarà regolata da nuove norme e nello stipendio ci sarà qualche euro in più: a ricordarlo è oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ad un mese esatto dalla firma apposta all’Aran dai sindacati di Istruzione, Università e Ricerca (tranne la Uil Scuola Rua) al Contratto collettivo nazionale di lavoro 2019/21. Il sindacalista autonomo, intervistato dalla Tecnica della Scuola, ricorda che “quando si firmerà l’atto definitivo dell’accordo, dopo l’estate, il contratto entrerà in vigore”.
Sono diverse le novità apportate con il sì al contratto del 14 luglio scorso: “Abbiamo firmato perché sono stati dati per la prima volta 500 milioni in più sulla scuola: anziché ridurre la spesa, perché l’ultima legge di bilancio ha tagliato mille istituti, abbiamo fatto investire. Non è tanto, però è qualcosa e si aggiunge ai 6 miliardi e mezzo per tutti”. L’accordo sottoscritto prevede che circa 400 milioni di euro andranno ad integrare i 100 euro medi di aumento di fine 2022: si arriverà a circa 120 euro di aumento complessivo. “Il problema – ricorda Pacifico – è che tra il 2022 e 2023 l’inflazione è cresciuta di 12 punti. E che tra il 2008 e il 2018 non c’è stato alcun rinnovo per il comparto Scuola. Ora è vero che tra il 2019 e il 2021 l’inflazione ha toccato il 2,5%, mentre noi abbiamo ottenuto aumenti contrattuali superiori al 4%. Ma il gap rispetto al costo della vita è ampio e ancora non è stato colmato”.
“Ma c’è anche un altro problema – continua il leader dell’Anief – : abbiamo un assegno dell’1,5% solo per il 2023, più l’indennità di vacanza contrattuale sempre di 1,5%. Siccome per legge, però, l’indennità di vacanza contrattuale deve essere pari alla metà del caro vita, mancano 3 punti percentuali di aumento: se la Corte Costituzionale ci darà ragione, chi fa ricorso con il nostro sindacato avrà un risarcimento”.
Grazie al nuovo contratto si introdurranno nuove regole: “Per il salario accessorio – dice il sindacalista - sono stati decisi tempi celeri sulla contrattazione per distribuire le risorse e i tempi per chiuderle. Abbiamo anche fatto in modo che la formazione del personale vada svolta in orario di servizio, se no va retribuita. Abbiamo quindi sbloccato le posizioni economiche del personale Ata ferme da 20 anni, le deroghe sui vincoli sulla mobilità, per la genitorialità e per i disabili. E anche l’una tantum da 60 euro, che è poco, ma non sarebbe stata distribuita. Abbiamo valorizzato i Dsga, che avranno 60 euro in più. Sono stati ottenuti, per la prima volta, tre giorni annuali di permesso per motivi personali e familiari anche ai supplenti”. Sui vincoli alla mobilità del personale scolastico, Pacifico ha ricordato che “la continuità didattica non viene attuata bloccando i docenti, ma stabilizzando il personale precario. Intanto, abbiamo anche portato da 3 a 11 anni l’età massima dei bambini per il ricongiungimento del personale. Inoltre, nel 2024 aggiorneremo il contratto sulla mobilità e vi inseriremo questi criteri”.
Per il nuovo contratto collettivo nazionale 2022-2024, ha aggiunto, “servono 18 miliardi: subito 9 per l’indennità di vacanza contrattuale. Penso che passerà al 2025-26. Noi speriamo anche in una parità di trattamento giuridica ed economica del personale precario rispetto a quello di ruolo: su ferie, permessi, scatti di anzianità, su tutto. I docenti di religione cattolica l’avevano ottenuto tanti anni fa ma solo per un periodo ed oggi sono i più precari. Questa situazione non esiste nemmeno in Romania. Occorrono risorse, anche per la contrattazione integrativa. Vedremo, presto, se arriveranno con la legge di bilancio, già con il Nadef. Noi, come sindacato, agiremo per fare attuare una presa di coscienza tra i lavoratori, continuando con i ricorsi per il recupero dell’indennità di vacanza contrattuale piena, le audizioni in Parlamento, le denunce sulla stampa”.
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