“Presidi e insegnanti sempre più a rischio stress, per non parlare dei DSGA e di tutto il personale ATA”: lo scrive oggi Tuttoscuola, spiegando che “anni di ricerche e il costante aumento dell’attenzione dell’Unione Europea verso il tema dello stress lavoro correlato hanno reso ormai sufficientemente conosciuti i principali fattori lavorativi che possono portare ai cosiddetti rischi psicosociali, al rischio stress e a vari altri problemi di salute”.
Sugli stipendi dei lavoratori italiani continuano ad arrivare segnali sconfortanti: dal report Ocse “Jp Salary Outlook” risulta che nel 2023 i dipendenti in Italia hanno avuto una retribuzione lorda annua media di 44.893 euro, facendo collocare il nostro paese al posto numero 21 su 34 complessivi presi in esame dall’Ocse. Lo stipendio dei lavoratori italiani risulta in crescita dell’1,8% rispetto al 2022, ma se si guarda agli ultimi 8 anni allora l’aumento percentuale risulta del 7,5%. Se poi si guarda ai salari reali dal 1991 ad oggi, considerando il costo della vita, risulta sono cresciuti appena dell'1%, contro l’incremento medio dei Paesi Ocse pari al 32,5% “Nella classifica – scrive oggi Qui Finanza - al primo posto c’è l’Irlanda con un salario medio di 79.473 euro; segue il Lussemburgo con 78.310 euro”.
“Se mancano all’appello decine di migliaia di maestri la colpa è di chi continua ad organizzare in modo errato il loro reclutamento: la verità è che non scarseggiano i candidati, che sono anche formati e specializzati, ma persistono i blocchi che li mantengono precari all’infinito”: lo dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, commentando il dato contenuto nel Bollettino del Sistema informativo Excelsior di agosto, realizzato da Unioncamere e ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, secondo cui oltre la metà degli insegnanti di scuola primaria e pre-primaria, ben il 57,7%, sarebbero di difficile reperimento.
Va a compimento la nuova normativa a tutela delle donne lavoratrici del settore scolastico vittime di violenza di genere che prevede congedi indennizzati maggiorati per il genere femminile che risulta vittima di violenza, stalking o abusi, così come previsto dai CCNL Istruzione, Università e Ricerca sottoscritti il 18 gennaio (docenti e ATA) e il 7 agosto (dirigenti scolastici): a questo scopo, l’Inps ha pubblicato una guida in otto passi sui servizi e sulle prestazioni che l’Istituto mette a disposizione.
Nel Consiglio dei Ministri del 7 agosto scorso è stato approvato il disegno di legge per l’introduzione di “disposizioni in materia di valorizzazione e promozione della ricerca”: questo testo, in 5 articoli, apporta modifiche sostanziali all’articolo 22 della Legge 240/2010, già modificato dalla Legge 79/2022 con la creazione del cosiddetto “Contratto di ricerca”, alla luce del PNRR richiesto più volte da Anief e delle sentenze della Corte di giustizia europea su ricorsi in cui si era costituita Anief. Le norme contenute nel DDL approvato dal CdM, invece, nell’ambito del segmento di percorso universitario/di ricerca detto “pre-ruolo”, creano ulteriori figure precarie e ancora di tipo parasubordinato, affiancando la figura del contratto di ricerca che non si è ancora potuta implementare né da parte degli atenei né da parte degli EPR, per l'assenza di risorse aggiuntive finalizzate alle assunzioni e per la poca chiarezza al tavolo delle trattative sullo stato giuridico.