Ieri, 16 settembre 2020, si è svolto, presso il Ministero dell’Istruzione, l’incontro tra OO.SS. e M.U.R., per l’avvio del tavolo di confronto e riflessione congiunto per il settore Università
Ieri, 16 settembre 2020, si è svolto, presso il Ministero dell’Istruzione, l’incontro tra OO.SS. e M.U.R., per l’avvio del tavolo di confronto e riflessione congiunto per il settore Università
Il record di insegnanti precari che si toccherà quest’anno – con 250 mila posti rimasti scoperti da assegnare con supplenza annuale - è dettato anche da una pessima gestione dei concorsi pubblici e riservati. L’Anief lo sostiene da quando è nata. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, lo ha confermato. “Di concorsi negli anni se ne sono fatti pochi – ha detto in queste ore -, si sono creati molti precari: ora abbiamo un Governo che vuole puntare sulla qualità della scuola. A ottobre i concorsi si faranno, sono tre in tutto. Si sarebbero dovuti fare questa estate, c’è stato un accordo di maggioranza”.
“Le parole della ministra dell’Istruzione – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ci confortano, perché la scuola ha estremo bisogno di nuovi insegnanti, considerando l’alta percentuale di posti vacanti e disponibili.Allo stesso modo cogliamo l’occasione per chiedere di modificare le immotivate esclusioni da questi concorsi a priori di tanti candidati, oltre che valutazioni minime collocate su punteggi maggiori di quello che indicano le norme in vigore. Rimane necessario, inoltre, bandire il concorso riservato per il reclutamento di oltre 8 mila docenti di religione che da 15 anni si sono fatti carico del servizio senza alcuna opportunità di essere assunti in ruolo. C’è l’accordo di massima con la Conferenza episcopale italiana, seppure solo per una parte, ma non si vede luce. Come va organizzata una procedura diretta per stabilizzare tutti quelli che hanno insegnato su disciplina comune e su sostegno per almeno tre anni, anche non consecutivi: la Commissione Europea lo chiede agli Stati membri da più di 20 anni. Invece ci siamo ostinati a tenere chiuse le GaE e ad assumere solo da quelle di merito, arrivando a dilapidare il 60 per cento delle quasi 85 mila immissioni in ruolo che il Mef quest’anno aveva avallato e finanziato. E nemmeno si è provveduto ad avviare dei corsi abilitanti ordinari rivolti ai docenti della terza fascia d’istituto”.
Anief avvia il ricorso per far ammettere alle graduatorie provinciali per le supplenze i docenti esclusi. Per aderire, clicca qui. C’è ancora tempo per partecipare alle azioni legali promosse dal sindacato, per saperne di più, clicca qui
Anief ricorre per far ottenere il giusto punteggio d’inserimento nelle Gps per la valutazione specializzazione biennale 6 punti anziché 2, valutazione certificazione linguistica B2 conseguita nei centri linguistici d’ateneo, valutazione master 3 punti anziché 1. C’è ancora tempo per aderire. Per saperne di più, clicca qui
Fibra ottica in tutti gli istituti scolastici, più digitalizzazione ed e-learning, ristrutturazioni per migliorare l’efficienza energetica e antisismica, più asili nido e ricerca, formazione del personale docente e valorizzazione del patrimonio culturale: sono alcuni degli ambiti tematici previsti dalla missione “Istruzione, Formazione, Ricerca e Cultura” delle linee guida per il Recovery Plan, la cui bozza sarà presto sotto esame del Parlamento italiano in vista della consegna alla Commissione europea prevista per il prossimo mese di gennaio.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “fa bene l’esecutivo a progettare la realizzazione di interventi strutturali mirati appositamente per stoppare la politica-vergogna dei tagli e del dimensionamento sfrenato prodotti negli ultimi anni, non solo per mano dell’ultimo Governo Berlusconi che li ha ideati e legiferati, ma anche dai successivi che non hanno mosso un dito per ritornare allo stato di offerta formativa precedente alla Legge 133 del 2008. Riteniamo, tuttavia, che il raggio di azione debba allargarsi ad altri obiettivi, come l’ampliamento degli organici e delle scuole autonome, la cancellazione delle classi pollaio e della supplentite e l’introduzione di tutte quelle figure professionali previste per legge ma mai attuate. Sono punti fondamentali: non tenerne conto nemmeno in questa occasione sarebbe grave”.