Entro dopodomani il via libera definitivo della Camera al decreto scuola 22 dell’8 aprile scorso, Atto n. 2525: dopo il dibattito di ieri, l’Aula è passata a esaminare gli ordini del giorno, che però si sono rivelati in alto numero. Inoltre l’Aula ha deliberato la seduta “fiume”, cioè senza interruzioni, voluta dalla maggioranza per evitare l’allungamento dei tempi. Il decreto, infatti, va comunque approvato entro domenica, pena il decadimento. Sono, infatti, ben 193 e ciò potrebbe rendere più lungo il tragitto per l’approvazione, anche perché le opposizioni hanno minacciato ostruzionismo. “Il centrodestra - scrive la rivista specializzata Orizzonte Scuola - ha depositato 153 ordini del giorno, 32 i gruppi di maggioranza, e altri 4 sono stati depositati dal gruppo misto. Una conferenza dei capigruppo" svolta ieri dopo che è stato dato il via libera dell'Aula. La possibilità che il voto finale si espleti entro domenica è più di un’eventualità: una volta esauriti gli ordini del giorno, si passerà infatti ai pareri del Governo che ha posto la fiducia.
“Dal decreto sulla scuola – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – ci aspettavamo tutti un piano di investimenti urgente, anche in relazione all’emergenza epidemiologica in atto, perché il settore ha l’estrema urgenza di rialzarsi dopo il lungo periodo di didattica a distanza: a settembre, quando rientreranno in classe più di otto milioni di alunni e un milione e 300 mila tra docenti, Ata e dirigenti, tutto dovrà essere pronto e predisposto, ad iniziare dalle classi con numeri ridotti, non oltre 15 alunni, passando per delle strutture edilizie finalmente conformi. Degli otto miliardi di euro necessari per una ripartenza adeguata, invece, ne è arrivato solo uno e mezzo. Oltre che l’introduzione di procedure, come quella concorsuale, che non fanno altro che incrementare i divari tra i precari, i quali invece di essere assunti a tempo indeterminato continuano a rimanere supplenti sine die”.