Come abbiamo scritto, questi giorni, per quanto riguarda il concorso DS, sono intensi: domani 31 luglio ci sarà un incontro tra Miur e sindacati rappresentativi di Area per il confronto sui criteri da seguire da parte degli USR per le procedure assunzionali dei neodirigenti. Inoltre, da domani, fino al 2 agosto, bisognerà indicare le regioni scelte dai vincitori per la sede di servizio; stamani intanto è stata pubblicata la graduatoria dei vincitori del Trentino
Affinché i propri diritti siano salvaguardati, il sindacato invita a ricorrere in Appello in CdS contro l'annullamento del concorso DS. Per tutelare i nuovi DS che tra poche settimane ricopriranno il nuovo ruolo, Udir ha organizzato, in collaborazione con Eurosofia, un webinar, il 2 agosto
Arriva il sì del Mef alle immissioni in ruolo dei docenti, ma con l’imprevista riduzione di 5 mila posti: dal dicastero di via XX Settembre si giustifica tale operazione con “la marcata riduzione delle iscrizioni degli alunni, registrata specie nell’ultimo biennio, connessa con il calo della natalità”. Sono diversi gli aspetti da considerare su questa decisione: il primo è che, incredibilmente, al ministero dell’Istruzione non hanno avuto nulla da eccepire sul taglio di assunzioni, probabilmente consci del fatto che, in definitiva, cambierà ben poco ai fini delle effettive assunzioni a tempo indeterminato, le quali saranno molte meno delle cattedre autorizzate. Esattamente come accaduto un anno fa, si prevede che a due convocazioni su tre non si presenterà alcun docente, perché sono sempre più le graduatorie di merito e le GaE prive di candidati: Anief lo ha scritto due mesi al Miur, ma al ministero guidato da Marco Bussetti hanno fatto orecchie da mercante, continuando a dire che la situazione si risolverà con i concorsi ordinari e straordinari in via di approvazione: una teoria che fa acqua da tutte le parti, ma che anche oggi il ministro dell’Istruzione ha tenuto a ribadire.
Marcello Pacifico (Anief): Alla resa dei conti, non c’è alcun provvedimento straordinario sul fronte del reclutamento del personale docente. Perché quest’anno non si coprirà nemmeno il turn over; rimangono in vita oltre 50 mila cattedra in deroga su sostegno, le quali pur essendo vacanti a tutti gli effetti si assegnano in supplenza fino al 30 giugno; ci sono poi 50 mila maestre con diploma magistrale sbattute presto fuori dalle GaE, con più di 7 mila che dovranno rinunciare all’assunzione già ratificata, dopo avere terminato anche l’anno di prova; rimangono da assegnare decine di migliaia di posti su disciplina comune, pur in presenza di abilitati all’insegnamento (in seconda fascia d’istituto) e idonei dei concorsi (ai quali si nega la possibilità di essere assunti cambiando regione). E così si presta il fianco a sempre più richieste di risarcimenti da parte dei precari danneggiati, dopo che solo nell’ultimo biennio vi sono state mille sentenze favorevoli passate in giudicato.
La pubblicazione imminente delle graduatorie provinciali ad esaurimento è tardiva e non risolutiva: sono infatti oltre 17 mila i nuovi ricorrenti al Tar con il giovane sindacato, dopo la lettera di costituzione in mora della Commissione Europea per il reiterato abuso di precariato prodotto nel nostro Paese. Sono supplenti di vecchia data che chiedono risarcimenti adeguati al tribunale del lavoro, per via della mancata assunzione in ruolo che negli altri Paesi europei sarebbe scattata in modo automatico con il superamento dei 36 mesi di supplenze.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: Bisogna assolutamente evitare che si ripeta il blocco quinquennale delle GaE e permetterne l’inclusione contestuale di tutti i 150 mila abilitati all’insegnamento, senza i quali sono saltate 65 mila immissioni in ruolo negli ultimi anni. Senza dimenticare che 7 mila maestri della scuola dell’infanzia e primaria saranno tra non molto licenziati, pur dopo avere superato l’anno di prova, dando il la in questo modo all’avvio di un’altra battaglia legale. Ma non si dica che è colpa nostra.
Mercoledì ci sarà un nuovo incontro tra Miur e sindacati, mentre tra il 31 luglio e il 2 agosto i vincitori del concorso dovranno indicare le regioni scelte. Saranno autorizzate 2mila assunzioni, scopri dove. Udir ribadisce l’importanza di ricorrere in appello, per tutelare la propria posizione. Intanto il sindacato ha promosso, in collaborazione con l’ente di formazione Eurosofia, un webinar il 2 agosto; possibile registrarsi sin da adesso
Prenderà avvio nelle prossime ore la macchina delle assunzioni 2019 nella scuola: poche a tempo indeterminato, un numero inaudito a termine. “Entro fine luglio”, scrive la stampa specializzata, è previsto “il decreto ministeriale utile per dare il via alle assunzioni di oltre 58 mila docenti precari e vincitori di concorso: sebbene al Miur sia tutto pronto da diversi giorni, comprese le modalità di suddivisione del contingente, dal Mef non è infatti arrivato il sì definitivo all’operazione”. Il problema è che “molti dei 58.627 posti, di cui 14.552 su sostegno, forse anche la metà, non verranno assegnati per mancanza di candidati” e “quelle cattedre si andranno così ad aggiungere alle 100 mila e oltre già destinate alle supplenze, già lievitate con gli oltre 20 mila posti di Quota 100, già con la possibilità concreta di arrivare al record storico di supplenze annuali”: secondo stime attendibili, si arriverà a 170 mila contratti a termine, con scadenza 30 giugno o 31 agosto 2020.
“Invece di dimostrare il contrario – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – chi governa la scuola pubblica italiana opta per un atteggiamento masochistico che rimanda perennemente in avanti le assunzioni e nel frattempo affida una cattedra su quattro a docenti precari. Ancora oggi leggiamo dichiarazioni tranquillizzanti del ministro dell’Istruzione sui prossimi concorsi che verranno banditi per risolvere la situazione: sempre questa settimana, dice Bussetti, sarà presentato a Palazzo Chigi un provvedimento per l’istruttoria preliminare per avviare percorsi abilitanti speciali e l’ennesimo bando di un concorso riservato. Come se mancassero i docenti pronti a subentrare. Ma il problema è che gli insegnanti vincitori dei concorsi ci sono e anche in gran numero. Solo che non si dà loro la possibilità di essere immessi in ruolo, perché i posti liberi sono collocati in organico di fatto e continuano quindi a non essere utili a questo scopo, ma vanno bene solo per le supplenze”.