Ancora una volta l'Anief ribalta in Consiglio di Stato l'ingiusto provvedimento del TAR del Lazio che negava il diritto dei docenti cancellati per mancato aggiornamento ad essere reinseriti nelle Graduatorie a Esaurimento. Gli Avvocati Sergio Galleano, Vincenzo De Michele e Francesca Lideo – da sempre impegnati nella tutela dei diritti dei docenti cancellati dalle Graduatorie per non aver confermato la volontà di permanervi - ottengono ragione per il nostro sindacato con una sentenza esemplare emanata dal Consiglio di Stato che dispone l'immediato reinserimento in GaE dei docenti cancellati per mancato aggiornamento e bacchetta il Miur per violazione della normativa primaria. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): riaprire le GaE a tutti i precari abilitati è atto dovuto.
Ancora aperte le adesioni al ricorso Anief volto al reinserimento nelle Graduatorie a Esaurimento per i docenti cancellati per mancato aggiornamento che potranno aderire al ricorso e inviare la diffida predisposta dal nostro ufficio legale entro il prossimo 9 luglio.
Dopo un silenzio imbarazzante sulla vicenda, il Ministero dell’Istruzione, attraverso il Consiglio dei Ministri, riesuma un articolo di legge di 22 anni fa (art. 14 d.l. 669/96) per dare tempo al Parlamento di riscrivere il nuovo processo di formazione iniziale e reclutamento degli insegnanti e rispondere alle denunce inoltrate da Anief al Consiglio d’Europa e alla Cedu, oltre che la Risoluzione 242 del 31 maggio dello stesso Parlamento europeo sui contratti a termine. ANIEF lancio un appello ai parlamentari: riaprite le GaE, confermate nei ruoli i neo-assunti e assumete su tutti i posti vacanti e disponibili.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Il nostro sindacato è pronto a dare battaglia tra le Commissioni Istruzione di Camera e Senato, per risolvere il problema della precarietà. I prossimi quattro mesi saranno importanti per andare a convertire le norme nazionali in leggi rispettose del diritto comunitario come da noi interpretato e anche come inteso da tutti i Paesi aderenti all’Ue. Per questi motivi chiederemo di riaprire le GaE a tutto il personale abilitato, di reclutare i docenti non abilitati con 36 mesi di servizio in assenza di altri candidati e di confermare in ruolo i neo-assunti in ogni ordine e grado. Come è evidente che chi ha superato l’anno di prova debba essere confermato nei ruoli. Rispetto alle pronunce della magistratura ordinaria, bisogna prendere atto che le norme europee impongono vincoli e responsabilità. Ora la parola passa al Parlamento italiano che ha tra le mani una possibilità storica: spazzare via il precariato dai palazzi della politica e non più da quelli dei tribunali.
Come riporta Orizzonte Scuola, si possono registrare delle disparità sui contributi versati tra quanto risulta all’Inps e quanto alle scuole; tale problematica potrebbe mettere in serio rischio i pensionamenti. È possibile, seguendo le indicazioni dell’Inps, accertare la propria posizione e segnalare anche eventuali periodi di contribuzione non versata o non risultante.
Le organizzazioni Flc Cgil, Uil Rua e Cisl Fsur hanno scritto al presidente dell’Aran e al Ministro dell’Istruzione per chiedere una convocazione affinché si proceda “all’istituzione degli organismi previsti dal CCNL 2016/18, stipulato il 19 aprile” scorso, evidenziando che “sono stati superati i limiti temporale previsti dal CCNL per la costituzione dei suddetti organismi ed anche l’avvio di alcune sequenze negoziali”. In quest’ambito, si discuterebbe anche delle nuove norme da introdurre per gestire le sanzioni da applicare al personale inadempiente. Anief chiede che si aspetti la certificazione della nuova rappresentatività. In caso contrario, si lederebbe il diritto del nuovo giovane sindacato di tutelare gli interessi del personale rappresentato, su un ambito lavorativo particolarmente importante e con dirette ricadute sulla vita professionale di docenti e Ata.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): È curioso che una richiesta di questo genere e su un terreno così rilevante giunga dei sindacati Confederali a distanza di poche ore dalla disdetta del contratto da loro stessi sottoscritto per il triennio 2016/2018. È bene che si dia l’opportunità a tutta la rinnovata platea sindacale rappresentativa di fornire il suo apporto, in sede di confronto e contrattazione, al fine di evitare l’ennesima attuazione distorta e inadeguata delle nuove norme applicative di una norma generale del pubblico impiego, tutta da definire poi nei singoli comparti professionale. Fare questo, con un colpo di mano, in piena estate, confermerebbe una logica di gestione che i lavoratori della scuola non meritano più di subire.
Udir, nel prossimo provvedimento urgente della scuola, chiederà con un emendamento l'accoglimento della richiesta di permanenza in servizio per tutti i dirigenti scolastici che ne faranno richiesta. Tale intervento permetterebbe di non disperdere un patrimonio di conoscenze prima dell’entrata in servizio dei nuovi dirigenti scolastici che saranno assunti con il prossimo concorso. Suddetta opzione renderebbe facile calmierare il prossimo esplosivo problema delle reggenze scolastiche, elemento distonico nel già fragile sistema scuola. È necessario infatti ricordare che il sindacato Udir ha ormai da un anno evidenziato il grave problema delle reggenze scolastiche, facendo notare come sia improduttivo il persistere di tale modalità di gestione delle scuole. Queste manovre non faranno altro che peggiorare e rafforzare l’istituto delle reggenze; Udir ha chiesto, a gran voce, di mantenere in servizio i dirigenti ancora per un anno o quantomeno in attesa del nuovo concorso.
Marcello Pacifico (Udir): Il nostro sindacato ha non solo anticipato i tempi, ma ha correttamente definito il problema individuando una soluzione, seppure temporanea, ma con un significativo risparmio per le finanze pubbliche e di semplice ed efficace realizzazione. Considerando che le reggenze scolastiche non garantiscono una funzionale organizzazione del servizio sia in termini di qualità, sia in termini di efficienza organizzativa, la permanenza volontaria in servizio al 31 agosto 2019 dei dirigenti scolastici collocati in pensione dal 1° settembre 2018 garantirebbe pertanto continuità alle istituzioni scolastiche, con un successivo passaggio quasi naturale ai nuovi presidi vincitori di concorso da espletarsi il 1° settembre 2019. Si eviterebbe di aumentare il bacino delle reggenze e, sul piano finanziario, la proroga comporterebbe un risparmio per la finanza pubblica, considerando la mancata assegnazione delle reggenze e quindi delle diarie ad personam.