Dati ufficiali Miur: gli studenti con cittadinanza non italiana che siedono ai banchi delle nostre scuole sono 826mila, il 9,4% della popolazione studentesca complessiva, 11mila in più rispetto all’anno scolastico precedente. La Lombardia è poi la regione che registra un maggior numero di studenti con cittadinanza non italiana, circa 208.000, mentre la quota più bassa si riscontra in Campania. Dieci le nazioni più rappresentate, prima fra tutte la Romania, seguita da Albania, Marocco, Cina, Filippine, India e Moldavia, Ucraina, Pakistan ed Egitto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Nessuno ne parla, ma questi alunni sono senza insegnante specializzato. Infatti, quasi il 10% della nostra attuale popolazione studentesca è straniero; tuttavia, a due anni dal DPR 19/16 e dall'ultimo concorso a cattedre, non parte la classe di concorso per l'insegnamento di italiano ad alunni stranieri benché abbia fatto registrare centinaia di vincitori. Con le ultime indicazioni ministeriali sugli organici, l’unica novità è avere introdotto nel Cpia un posto su potenziamento, ma è una goccia nel mare: gli alunni sono 11mila in più rispetto all'anno scorso e bisogna pensare a un’implementazione delle forze di docenza specializzate in questa disciplina. Assumendo dei docenti già selezionati e che non aspettano altro di essere assunti.
Il Miur sta predisponendo gli organici del prossimo anno scolastico e solo tra gli insegnanti quasi 100 mila posti risultano in esubero rispetto al numero di docenti già assunti nei ruoli dello Stato. Ciò significa che tra pochi mesi, sul finire dell’estate e con l’avvio dell’a.s. 2018/19, ci ritroveremo sul groppone lo storico surplus di cattedre della scuola pubblica italiana. Confermando che sia il piano di assunzioni straordinario introdotto dalla Legge 107/2015, sia l’introduzione dei concorsi transitori, prodotti sempre dalla riforma Buona Scuola, non hanno scalfito l’annoso problema della supplentite italica. L’inutilità del nuovo sistema di reclutamento è rappresentato dal nuovo sistema di Formazione iniziale e tirocinio che porterà al ruolo solo dopo un periodo che tra colloqui, selezioni e formazione prevede tra i due e i quattro anni d’attesa, durante i quali, la maggior parte di questi precari saranno pagati con stipendi figurativi, visto che non dovrebbero superare i 400 euro. Anief ripercorre tutte le tappe che hanno portato a questo ennesimo flop sul precariato scolastico italiano.
Marcello Pacifico (presidente Anief): Per rifuggire quanto di stupido e incompetente è stato fatto, oltre che per evitare cause milionarie a danno dell'erario per violazione della normativa europea sui contratti a termine, l'unica alternativa rimangono le disposizione da sempre chieste da Anief: l’adeguamento dell'organico di fatto a quello di diritto; la riapertura permanente ed annuale delle GaE a tutto il personale abilitato; l’estensione del doppio canale per ambiti territoriali alle graduatorie d'istituto, con assunzione anche del personale di terza fascia, in tutti i casi di esaurimento delle graduatorie provinciali; l’assunzione, naturalmente, di tutti i vincitori e idonei degli ultimi concorsi. È una soluzione semplice, ma che la politica deve per forza seguire. E sul personale Ata ci si renda conto che senza amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici la scuola non può andare avanti. Per queste ragioni, in occasione dell'ultimo sciopero nazionale, l’Anief ha lanciato un accorato appello al nuovo Parlamento, perché si faccia carico di una questione diventata sempre più complessa, con strascichi negativi sull’offerta formativa, studenti e personale, eppure tutto sommato semplice da superare.
A partire dal 1° luglio 2018 entra in vigore il reddito di inclusione universale, richiedibile da tutti i cittadini a prescindere dalla composizione della famiglia, in quanto da tale data è abolito il requisito nucleo familiare. Quindi, fino al 30 giugno 2018 chi presenta la domanda REI deve appartenere ad una famiglia nel cui interno ci sia, al momento della domanda, almeno un figlio minore, un figlio disabile anche maggiorenne, una donna in gravidanza o un over 55 anni disoccupato.
Su NoiPA è disponibile la CU 2018 relativa ai redditi percepiti nell’anno 2017: essa occorre per la compilazione della dichiarazione dei redditi (mod.730-redditi PF/2018). Per poter scaricare e stampare il documento bisogna accedere al portale con una di queste modalità:
Denunciato dal giovane sindacato, perché continua a non risolvere il contrasto con la normativa europea, il Miur si limita ad asserire che l’argomento sarà materia ed oggetto di contrattazione nazionale: si tratta, in modo inequivocabile, di una risposta inopportuna e incompleta: sia il contratto sulle Funzioni centrali, sottoscritto lo scorso 23 dicembre, sia il Ccnl della scuola sottoscritto all’Aran meno di due mesi fa, non contengano alcun riferimento alla salvaguardia dei diritti dei precari a considerare gli scatti professionali e, una volta assunti, a vedersi riconosciuti per intero i servizio pre-ruolo. A dire il vero, nel contratto di categoria firmato lo scorso 9 febbraio, c’è un riferimento al precariato: si rimanda alla legislazione vigente, che però non affronta minimamente il problema, tanto è vero che è stata anche dichiarata incostituzionale (Legge 106/2011) e illegittima, oltre che disciplinata dalle sentenze della SS. UU. della Cassazione (22552 e ss. 2016).
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): A queste condizioni, l’unica strada percorribile per avere giustizia e fare rispettare i diritti lesi di tutti coloro che sono precari oggi e lo sono stati in passato è il ricorso in tribunale. Ancora di più perché a breve, su questa disciplina si esprimerà il Consiglio dell’Unione Europea: l’organo UE, infatti, ha dato la sua disponibilità per decidere sul reclamo collettivo ritenuto ammissibile presentato dal nostro sindacato. Qualora accolto, a quel punto tutto il personale di ruolo, che si è visto formulare una ricostruzione di carriera inadeguata, sia precari, a cui viene corrisposto uno stipendio misero e perennemente bloccato, si vedranno restituire il maltolto: sia gli scatti di anzianità previsti durante il servizio da precariato, sia la parità di trattamento del servizio pre-ruolo con quello di ruolo.