Scuola - Sostegno, negarlo per le disabilità meno gravi è ledere il diritto allo studio. Per questo l’Anief si schiera accanto a tutte quelle famiglie di alunni con problemi di apprendimento minori che presto potrebbero essere privati dell’insegnante di sostegno.

Anziché dare seguito alla legge che garantisce a 300 mila giovani con disturbi specifici di apprendimento di essere affiancati da figure professionali adeguate, oggi apprendiamo che alcune amministrazioni regionali hanno intenzione di concedere il docente di sostegno solo in presenza di casi gravi. Ma anche che il Miur si appresta, con l’accordo di diversi sindacati, ad autorizzare attraverso un discutibilissimo nuovo contratto sulla mobilità l’affiancamento agli alunni che necessitano di insegnamento “speciale” di figure professionali non adeguate poiché formate anche attraverso non meglio identificati corsi non universitari.

Autorizzare il sostegno solo per i casi che certificano l’handicap grave – sostiene Marcello Pacifico, presidente Anief – rappresenta un respingimento di quanto stabilito dalla Corte Costituzionale, con la sentenza n. 80 del 26 febbraio 2010, a proposito della illegittimità costituzionale dell'art. 2, comma 413, della legge 24 dicembre 2007, n. 244, nella parte in cui fissa un limite massimo al numero dei posti degli insegnanti di sostegno. L’abolizione dei limiti imposti dal legislatore nell’attribuzione dei posti in deroga – prosegue il presidente dell’Anief – rappresenta una bocciatura a tutti i tentativi, come questo, di negare per meri motivi di finanza pubblica il diritto allo studio a tutti gli alunni portatori di disabilità, grave o lieve che sia. Ed altrettanto grave è trasformare in docenti di sostegno figure non idonee”.

Per il sindacato a questo punto l’unica soluzione percorribile per evitare di ledere il diritto allo studio di decine di migliaia di alunni è che le loro famiglie si rivolgano ai tribunali: “possono farlo – sottolinea Pacifico - anche nel corso dell’anno scolastico e nessun giudice potrà negare ai loro figli le ore di sostegno di cui hanno bisogno durante la permanenza a scuola e personale adeguatamente qualificato. L’Anief su questi punti ha già promosso diversi ricorsi e continuerà a farlo: è un impegno che il sindacato sente di portare avanti prima di tutto come obbligo morale”.

Il Miur impone una visione tutta sua, bloccando per cinque anni nella provincia di assunzione a tempo indeterminato i docenti immessi in ruolo dal 1° settembre 2011. Ora però la Funzione Pubblica dice no all’inserimento della norma nel contratto di mobilità. Per l’Anief è giunto il momento di impugnare questa costrizione iniqua, assieme alla vecchia tabella di valutazione dei titoli.

Se la legge prevede che dal 1° gennaio 2010 un Contratto Collettivo Nazionale debba passare necessariamente per il parere positivo del Ministero dell’Economia e della Funzione Pubblica, non si comprende come mai il Ministero dell’Istruzione con eccesso di potere, adottando un provvedimento unilaterale, per decidere i trasferimenti del personale della scuola possa mettere in atto solo le istruzioni concordate con i sindacati. Con il risultato di adottare una tabella di valutazione dei titoli vecchia vent’anni e di bloccare il ricongiungimento familiare ai soli ultimi 20mila docenti assunti a tempo indeterminato a partire dal 1° settembre 2011.

Secondo il Miur i docenti che hanno firmato la loro immissione in ruolo oltre quella data, quindi anche quelli che si accingono a farlo nei prossimi giorni, sono costretti (tranne i casi di difficili situazioni personali o familiari) a non poter chiedere né utilizzazione né assegnazione provvisoria in altra provincia. E questo per colpa di un assurdo vincolo quinquennale, sancito da una legge approvata la scorsa estate in tutta fretta dal Parlamento.

La novità è che l’indicazione, inserita nella bozza di contratto sulla mobilità di comparto, non ha superato l’esame della Funzione Pubblica. La quale ha fatto sapere di non avere alcuna intenzione di sciogliere la propria riserva sino a quando non verranno forniti adeguati chiarimenti sul futuro dei tanti docenti soprannumerari presenti nelle scuole italiane.

“Ancora una volta – dichiara Marcello Pacifico, presidente dell’Anief - il Miur trasgredisce le regole del corretto funzionamento e del buon andamento della pubblica amministrazione impartendo regole extra legem. Anief non concederà nessun sconto e impugnerà, assieme alla vecchia tabella di valutazione dei titoli, anche l’iniquo divieto di spostamento per neo-immessi in ruolo”.

17 agosto 2012
Ufficio Stampa Anief
www.anief.org

 

Pieno diritto all'inserimento a pettine per altri due iscritti ANIEF riconosciuto presso il Tribunale di Pistoia. L'Avvocato Salvatore Russo dà ulteriore prova delle proprie capacità professionali smontando tesi contorte insinuate da detrattori “dell'ultimo minuto” e continuando la serie di successi ottenuti ormai in vari Tribunali italiani a nome dell'ANIEF. Accolte le richieste cautelari a tutela dei diritti dei ricorrenti con relativa conferma dell'inserimento a pettine a tutti gli effetti giuridici.

Il Giudice del Lavoro di Pistoia, Dott.ssa Tarquini, dopo aver compiuto un'ottima ed esaustiva ricostruzione della vicenda giudiziaria dei ricorrenti “Pettine”, con due ordinanze dall'identico tono riconosce le ragioni portate avanti con estrema perizia dall'Avv. Salvatore Russo, rilevando che dall'inserimento a pettine dei ricorrenti dipendono “certamente ben diverse chance” di essere individuati quali destinatari di un contratto a tempo indeterminato. Viene chiarito, inoltre, che l'accesso alla tutela urgente non può dirsi “precluso dalla sopravvenuta perdita di efficacia dell'ordinanza interinale del TAR, attesa l'espressa previsione dell'art. 11 comma 7 del D. Lvo 2.7.2010 n. 105”.

Il Giudice, quindi, doverosamente e sensibilmente ha dato soddisfazione a quanto con cura sostenuto dal legale ANIEF insistendo sul pericolo che, ove non si disponesse con urgenza l'inserimento a pettine dei nostri iscritti nella graduatoria di preferenza, il MIUR avrebbe potuto nuovamente “provvedere ad assunzioni a tempo indeterminato attingendo da quelle graduatorie e pretermettendo la posizione del prof. Omissis, che potrebbe così vedere pregiudicato il suo diritto ad una stabile assunzione”.

Il MIUR, quindi, soccombe ancora e riceve nuovamente l'ordine di inserire i ricorrenti ANIEF a pettine “con decorrenza dalla data di prima pubblicazione delle graduatorie definitive a tutti gli effetti giuridici”. Anche in questo caso diritto e ragionevolezza hanno vinto: le tesi portate avanti dall'ANIEF sono solide e inattaccabili. Chi con protervia sosteneva che il merito, il giusto riconoscimento della propria professionalità e i diritti costituzionalmente garantiti portati avanti dall'ANIEF potessero ottenere solo “tanto fumo e niente arrosto” ha ricevuto concreta risposta non solo oggi, ma simbolicamente già da mesi e da centinaia di Tribunali italiani.

Continuano i successi ANIEF in Tribunale e continua ad essere riconosciuto il diritto all'immissione in ruolo dei ricorrenti Pettine: Gli Avv.ti Fabio Ganci e Walter Miceli, coordinando la nostra rete di legali sul territorio, non danno tregua al MIUR neanche ad agosto e inanellano un successo dietro l'altro a tutela degli iscritti ANIEF.

L'Avv. Francesca Marcone ci comunica con soddisfazione la sentenza del Giudice del Lavoro di Chieti che in un'articolata sentenza stabilisce il definitivo diritto all'immissione in ruolo di una nostra assistita, ancora docente precaria, che invece doveva essere individuata come destinataria di contratto a tempo indeterminato già dal 1.9.2010. MIUR condannato a una pesante refusione delle spese di lite: ben 3.900 Euro.

Anche il Giudice del Lavoro di Lanciano dà ragione alle tesi sostenute dall'ANIEF e, ritenendo assolutamente fondato il ricorso, riconosce che “Trattasi invero di un diritto soggettivo pieno e perfetto, che deve essere valutato in relazione al momento in cui il ricorrente aveva diritto all'inserimento nella graduatoria, irrilevanti apparendo le (peraltro tardive) deduzioni del MIUR in ordine ad un possibile slittamento del medesimo ricorrente in posizione di graduatoria inutile per la conclusione di un contratto a tempo indeterminato [...]”; il Giudice non ha dubbi e, constatata l'immissione in ruolo nell'a.s. 2010/2011 di docenti con punteggi inferiori rispetto a quello del nostro iscritto, condanna il MIUR all'immissione in ruolo del ricorrente sin dal 1.9.2010 e al pagamento di 1.800 Euro di spese processuali.

Sempre il Tribunale di Lanciano emette ordinanza sospensiva cautelare su ricorso depositato d'urgenza dall'instancabile Avv. Marcone per un'iscritta ANIEF cui il Giudice ha riconosciuto la sussistenza del diritto ad essere inserita a pettine nelle graduatorie d'interesse “con decorrenza dalla data di prima pubblicazione delle graduatorie definitive valide per il biennio 2009/2011, e con effetti ricognitivi del diritto all'immissione in ruolo anche in relazione alle assunzioni da effettuarsi sui posti già accantonati e adesso resi nuovamente disponibili per le immissioni in ruolo” MIUR condannato, quindi, a rispettare l'inserimento “a pettine” in favore della ricorrente e all'esborso di 1.100 Euro di spese di lite.

Ancora molti successi arriveranno in questa torrida estate a “rinfrescare le idee” a quanti hanno permesso che la nostra Costituzione venisse ripetutamente violata. Il nostro sindacato si è trovato più volte da solo a combattere per i diritti fondamentali dei docenti e non ha mai avuto paura ad “uscire dal coro” gridando un secco NO alle “code della vergogna”. Il tempo ci ha dato ragione; l'ANIEF continua a lavorare con determinazione e su più fronti per la tutela dei diritti dei lavoratori della scuola ed esprime piena soddisfazione per i risultati finora ottenuti.

 

 

Indicazioni relative allo stato di tutti i ricorsi patrocinati da Anief.

Anief informa che sono in corso d’invio, tramite newsletter ai ricorrenti interessati, le indicazioni sullo stato dei seguenti contenziosi ex TAR, dopo la conclusione di tutte le procedure per la riproposizione dell’azione legale innanzi al giudice del lavoro: “Pettine”, “Sei punti SSIS”, “Spostamento dei 24 punti SSIS”, “Strumento musicale”, “Servizio militare”, “inserimento, nelle graduatorie ad esaurimento, degli iscritti ad anni successivi al primo di SFP per effetto di crediti formativi” e “reinserimento in GAE”.

Per i ricorsi ex TAR non contemplati tra quelli sopra indicati (ad esempio: I-II Fascia, Spostamento del punteggio di servizio, Punteggio aspecifico, Salva-precari, Servizio SFP,), si sta procedendo, previo contatto con i ricorrenti, all’avvio delle procedura di deposito di ricorsi pilota per saggiare gli orientamenti dei Tribunali del lavoro e, in tal modo, evitare il rischio di azioni giudiziarie avventate.

Per i ricorsi avverso il D.M. 53/2012 (aventi titolo ed esclusi dalla IV fascia delle Gae) e per tutti i ricorsi destinati al personale di ruolo (sblocco degli scatti, recupero gradone stipendiale, ricostruzione di carriera, indennità di reggenza, tabella valutazione titoli mobilità, TFR, trattenuta Enam, Dimensionamento, si procederà al deposito dei ricorsi a partire da settembre 2012.

Per ricorsi che mirano a far fruire dell’assegnazione provvisoria i docenti neo immessi in ruolo con decorrenza giuridica 2011/12, è prevista l’attivazione di alcuni ricorsi pilota d’urgenza.

La necessità di attendere, per queste ultime tipologie di contenzioso, il mese di settembre per l’avvio delle operazioni di deposito è da individuarsi nelle disposizioni del Dl 95/2012 (spending review) che prevedono la soppressione e l’accorpamento di molte sedi giudiziarie. Anief, pertanto, ha deciso di attendere – nell’interesse dei propri ricorrenti – che il nuovo quadro nazionale dei Tribunali sia compiutamente definito prima di procedere al deposito dei ricorsi, onde evitare di presentare inutili azioni giudiziarie presso uffici destinati ad essere cancellati.

Infine, per quanto riguarda i ricorsi stabilizzazione-scatti di anzianità per i precari, si rimanda agli approfondimenti di cui ai seguenti link:

Anief chiede audizione alla Commissione Ue su denuncia dei precari della scuola

Ricorsi dei precari contro i contratti a termine, dopo la sentenza della Corte di Cassazione

Tribunale di Torino – Sentenza del 05 luglio 2012