Tabella_docenti_organico_di_fatto_2015_16.pdf
Organico di fatto docenti a.s. 2015/16 - posti comuni
regione |
contingente posti adeg. organico a.s. 2015/16 (obiettivo) A |
contingente posti - compresi spezzoni rapp. a posto intero - già utilizzato in org. di diritto a.s. 2015/16 B |
posti diponibili in adeg.org. a.s. 2015/16 dopo copertura org. di diritto a.s. 2015/16 C=A-B |
Abruzzo |
14.567 |
14.567 |
0 |
Basilicata |
7.669 |
7.672 |
-3 |
Calabria |
26.232 |
26.233 |
-1 |
Campania |
73.575 |
73.576 |
-1 |
Emilia Romagna |
41.791 |
41.404 |
387 |
Friuli |
12.739 |
12.740 |
-1 |
Lazio |
57.662 |
57.563 |
99 |
Liguria |
14.034 |
13.972 |
62 |
Lombardia |
93.452 |
93.218 |
234 |
Marche |
16.909 |
16.894 |
15 |
Molise |
3.592 |
3.593 |
-1 |
Piemonte |
44.144 |
43.645 |
499 |
Puglia |
46.759 |
46.760 |
-1 |
Sardegna |
18.976 |
18.977 |
-1 |
Sicilia |
59.929 |
59.901 |
28 |
Toscana |
38.425 |
38.393 |
32 |
Umbria |
9.730 |
9.730 |
0 |
Veneto |
47.882 |
47.816 |
66 |
Tot. Nazionale |
628.067 |
626.654 |
1.413 |
Il preoccupante dato è contenuto nell’ultimo rapporto della rete Eurydice: sono assenti quasi del tutto i docenti delle scuole secondarie di I grado sotto i 30 anni, la quota di insegnanti under 30 è prossima allo zero e anche nella fascia d’età 30-39 non raggiunge il 10 per cento. Con il ddl “La Buona Scuola” il gap raggiungerà livelli più alti, perché il testo approvato al Senato esclude a priori che un ragazzo che abbia appena concluso l’università possa accedere ai concorsi pubblici per diventare insegnante, ad iniziare dalla selezione che il Miur renderà pubblica entro il prossimo 1° dicembre.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): tra le deleghe previste nel ddl, figura un nuovo percorso con incarichi triennali, a tempo determinato, al posto dei concorsi pubblici: per i soli abilitati, è previsto un corso-tirocinio, dopo il primo anno di abilitazione e dopo le supplenze. Cui seguirà la valutazione finale del preside, che se positiva, porterà all’assunzione. Ecco perché passeranno almeno cinque anni prima della loro assunzione. Ed ecco perché con la revisione del reclutamento, l’attuale gap anagrafico dei nostri docenti rispetto a quelli degli altri paesi – acuito dall’ingiustizia dei 4mila ‘Quota 96’ - non potrà che aumentare.
Lo dice il rapporto annuale Eurydice che ha messo a confronto i vari sistemi scolastici del vecchio Continente: l’8,2% dei docenti francesi ha meno di 30 anni, mentre nel Belpaese ad avere quell’età sono appena lo 0,4%. I docenti spagnoli percepiscono fra i 32mila e i 45mila euro lordi l'anno; i tedeschi tra i 46mila e i 64mila; gli italiani si fermano tra i 24mila e i 38mila euro. Capitolo finanziamenti pubblici: nel 2013 l'Inghilterra ha speso per l’Istruzione 80 miliardi di euro, la Francia 78 miliardi, il nostro Paese appena 48.
Se la riforma ‘La Buona Scuola’ dovesse essere approvata, per i giovani laureati porte sbarrate nei concorsi. Per tutto il personale, inoltre, non sono previste risorse per riportare gli stipendi, fermi dal 2009, almeno al livello dell’inflazione. Infine, saremmo gli unici in Europa ad avere gli insegnanti valutati da genitori e alunni.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir-Cisal): sono dati che non ci sorprendono, ma il futuro è davvero nero. Perché si continua a non parlare di rinnovo del Ccnl. E lo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale, prevista soltanto dal 2019, porterà appena cinque euro in più al mese a lavoratore.
A soli due mesi dall’ultimo voto per l’individuazione triennale delle Rsu, il giovane sindacato autonomo ha raddoppiato i consensi dei docenti. Raggiungendo, nelle scuole medie e superiori oltre l’8 per cento delle preferenze. In tutto, sono quasi 23 mila i voti espressi all’Anief, per la prima volta presente a queste elezioni, rispetto ai 450 mila voti espressi negli 8.500 istituti scolastici. Passo indietro dei sindacati rappresentativi: perdono quasi il 15 per cento dei voti raccolti in occasione delle elezioni Rsu di inizio marzo 2015.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il personale della scuola, quando è messo nelle condizioni di poter esprimere il proprio voto per la sigla che più lo rappresenta, non ai candidati locali, ha le idee chiare. È un segnale che va colto, se si vuole giungere ad un’equa rappresentanza.