Per assegnare 30 punti aggiuntivi agli idonei ai concorsi, 18 punti aggiuntivi a SFP, 12 punti aggiuntivi ai PAS, per la valutazione del servizio militare in seconda e terza fascia GI, per la valutazione del servizio IRC (e alternativa IRC) in seconda fascia GI, per il riconoscimento in GI del doppio punteggio per il servizio in pluriclassi prestato a partire dal 2007/08. E ancora: per l'inserimento in II fascia GI dei docenti in possesso di diploma magistrale linguistico/sperimentale conseguito entro l’a.s. 2001/02 e degli idonei al concorso a cattedra DDG 82/2012, nonché per l'inserimento in III fascia GI dei laureati in Scienze politiche v.o. entro l’a.s. 2000/01. Adesioni on line fino al 31 luglio.
Vista la necessità di anticipare allo scorso 4 luglio il termine per l’adesione ai ricorsi TAR avverso le tabelle valutazione titoli di II e III fascia delle G.I. e in considerazione delle numerose richieste pervenute dopo tale termine, Anief apre le adesioni ai ricorsi al Presidente della Repubblica per ottenere la corretta valutazione dei titoli e dei servizi prestati. Il termine di adesione ai ricorsi PdR è fissato al 31 luglio 2014. Adesioni on line sul portale Anief.
Ricordiamo che è anche possibile, sempre fino al 31 luglio, aderire ai ricorsi al Presidente della Repubblica per l’inserimento in II fascia G.I. degli idonei al concorso a cattedra DDG 82/2012 e dei docenti in possesso di diploma magistrale linguistico/sperimentale conseguito entro l’a.s. 2001/02, nonché per l’inserimento in III fascia G.I. dei laureati in Scienze politiche v.o. entro l’a.s. 2000/01.
Inoltre, sono aperte fino al 31 luglio le adesioni al ricorso TAR per ammettere con riserva in II fascia delle Graduatorie d’Istituto chi frequenta i corsi e si abilita-specializza con PAS, SFP o su Sostegno dopo il 31 luglio.
° Edifici scolastici. Renzi fa sul serio!
Il Governo ha lavorato bene e con la dovuta trasparenza. Nel biennio 2014-2015 interverrà nell’edilizia scolastica: studenti e personale ne avranno vantaggio e vantaggio ne avrà l’economia nel settore edile. Riassumiamo lo sviluppo.
- Nel discorso di Fiducia alle Camere (24 febbraio 2014), Renzi dà rilievo al progetto.
- Il 3 marzo scorso Renzi invia a tutti i sindaci italiani una lettera aperta invitandoli a segnalare alla Unità di missione istituita presso la Presidenza del Consiglio, una priorità di intervento che “riguarda la sicurezza dei nostri ragazzi, la capacità di progetto delle nostre amministrazioni, la qualità del nostro vivere assieme che dovrebbe essere e sarà la cifra dell’Italia”.
- A fine Maggio c’è la stretta conclusiva con i 4.400 sindaci (che mandano la documentazione).
- Il 13 giugno, con un DPCM sono individuati i comuni beneficiari e l’importo della esclusione (dal rispetto del Patto di stabilità) delle spese per interventi di edilizia scolastica (art.31 comma 14 ter Legge n.181/2011); l’elenco dei beneficiari è completato con il DPCM 30 giugno 2014.
- Il 4 luglio 2014, il sito del MIUR presenta il Piano che comprende 20.845 interventi per investimenti pari a 1.094.000.000 E. Interessa 4milioni di studenti e una scuola su due. Questi i tre filoni del Piano: 1) #scuolenuove: nuovi edifici scolastici o rilevanti manutenzioni (244 milioni per 404 scuole); 2) #scuolesicure: messa in sicurezza (400 milioni per 2480 scuole); 3) (#scuolebelle): interventi di decoro e piccola manutenzione (450milioni per 17.961 scuole). L’importo dell’assegnazione a ciascun comune si può legge dai link sulla cartina della Penisola. La distribuzione regionale risulta essere la seguente VALLE D’AOSTA €473799; PIEMONTE € 83.967.956 (in buona parte per la sicurezza); LOMBARDIA € 160.600.625 (per lo più destinati a sicurezza e nuove costruzioni); LIGURIA € 12.191.888 (in buona parte per la sicurezza); VENETO €64.894.306 (in buona parte scuole nuove); FRIULI VENEZIA GIULIA € 27.882.857 (per lo più destinati a sicurezza e nuove costruzioni); EMILIA ROMAGNA € 31.489.977(distribuiti tra le tre tipologie di intervento); TOSCANA 14.316.482 (distribuiti tra le tre tipologie di intervento); MARCHE € 21.999.518 (per lo più destinati a sicurezza e nuove costruzioni); UMBRIA €8.504.808 (in buona parte per la sicurezza); LAZIO € 64.788.078 (per lo più destinati ad abbellimento e sicurezza); CAMPANIA € 182.928.004 (prevalentemente finalizzati ad abbellimento); MOLISE € 14.221.520 (per lo più destinati alla sicurezza); PUGLIA € 107.184.677 (per lo più destinati ad abbellimento e sicurezza); CALABRIA € 66.705.465 (per lo più destinati ad abbellimento e sicurezza); SICILIA € 91.191.118 (per lo più destinati ad abbellimento e sicurezza); SARDEGNA € 43.330.782 (per lo più destinati alla sicurezza). Occorre aggiungere che - mediante un accordo siglato a febbraio in Conferenza Unificata Stato-Regioni che istituisce il Sistema nazionale delle anagrafi dell'edilizia scolastica - è stata rimessa in moto l'Anagrafe dell'edilizia scolastica (Snaes). Entro il novembre 2014 le Regioni dovranno comunicare la situazione aggiornata della propria edilizia scolastica.
° 4 mila aventi diritto alla pensione e 4 mila precari che andranno in cattedra
L’equazione virtuosa sembra a portata di mano, dopo che il Governo ha dato parere favorevole alla proposta di legge Ghizzoni (Pd) e Marzana (M5S).
La richiesta di inserire l'emendamento nel d.l. di riforma della Pubblica Amministrazione è stata accolta per bocca del sottosegretario al lavoro, Massimo Cassano. I requisiti per il pensionamento previgenti la riforma Fornero saranno applicati ai lavoratori della scuola che hanno maturato i requisiti entro l'anno scolastico 2011/2012, ai sensi dell'articolo 59, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449.
° Interrogazione del Movimento 5 Stelle, sul sistema di valutazione degli alunni
In VII commissione, primo firmatario il deputato Gianluca Vacca. Riportiamo in parte
“Riteniamo che sia giunto il momento di avviare una seria fase di confronto, tra istituzioni e operatori del settore, sul tema della valutazione scolastica di ogni ordine e grado, al fine di valutarne l'efficacia, che a nostro parere presenta diverse criticità.. La valutazione dello studente italiano è espressa, sostanzialmente, con valori numerici a partire dalla scuola primaria. Rispetto a quanto avvenuto in altri paesi europei, il percorso italiano in materia di valutazione dello studente è stato l'opposto in quanto si è passati da un sistema basato sui giudizi, per lo meno nella scuola primaria, ad un sistema numerico”.
(Fonte: tutto scuola.com – 04.07.14)
Pubblichiamo alcuni articoli sul maggior tasso di abbandono scolastico tra gli alunni bocciati e sulla raccolta firme in Germania per l'allungamento delle scuole superiori.
Gli studenti superiori che vengono bocciati hanno alte possibilità di abbandonare gli studi
La Stampa: Anief, tra gli studenti bocciati oltre la metà lascia gli studi
Blog Sicilia: Lascia gli studi oltre 1 bocciato su 2. In Sicilia tassi di abbandono record
9 Colonne: Scuola, studenti bocciati, più di 1 su 2 abbandona la scuola
La Voce Sicilia: Scuola, Anief: tra i bocciati più della metà lascia gli studi
ANSA: Scuola: Anief, tra bocciati oltre la metà lascia studi
Per regioni più a rischio abbandoni servono organici maggiorati
(ANSA) - ROMA, 9 LUG - Gli studenti bocciati hanno alte possibilità di lasciare gli studi: più di 1 su 2 abbandona la scuola. Lo sottolinea, facendo riferimento a un approfondimento del dossier di Tuttoscuola sulla 'Dispersione nella scuola secondaria superiore statale', l'Anief che chiede per le regioni dove gli abbandoni sono da record organici maggiorati. Indagando sulle possibili cause che nell'ultimo quinquennio hanno determinato l'abbandono del percorso d'istruzione e di formazione di 167mila studenti, é emerso che praticamente tutti i ragazzi che hanno abbandonato gli studi superiori nel corso del quinquennio 2009-2014 sono passati per almeno una bocciatura. Nel medesimo periodo -riporta l'Anief - dal 1 al 4 anno di corso vi sono stati circa 305mila bocciature, un dato ricavato applicando al numero degli studenti di ogni anno di corso la percentuale dei respinti riportata negli annuali Focus sugli scrutini finali pubblicati dal Miur. I ricercatori hanno dedotto che è improbabile che vi siano stati abbandoni tra gli studenti con successo scolastico, cioè promossi, quei 167mila che risultano dispersi dopo il quarto anno di corso vanno ricercati in larga parte tra i 305mila studenti che hanno subito bocciature lungo il percorso. Secondo l'Anief, il Dossier sulla dispersione conferma che "lo Stato ha il dovere di non abbandonare i giovani che frequentano la scuola in territori difficili, dove l'arretratezza culturale delle famiglie unita alla scarsità di servizi e a un inadeguato sostegno sociale spesso prevalgono sui valori trasmessi dalla scuola e dalle figure formative. Così, tantissimi giovani, oltre il 40% in province come Caltanissetta e Palermo, sono oggi ancora condannati a lasciare i banchi prima del tempo". "Per limitare questi numeri di abbandoni scolastici da mondo arretrato - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief - il nostro sindacato torna a chiedere pubblicamente al Governo che stanzi finanziamenti 'ad hoc' per favorire un orientamento scolastico adeguato: i giovani, soprattutto a 14 anni, hanno bisogno di essere guidati, di comprendere qual è la loro strada formativa e professionale da intraprendere. Soprattutto quando non c'è una famiglia e un contesto sociale in grado di dare indicazioni. Ecco perché - continua Pacifico - per risollevare il Meridione, in particolare Sicilia e Sardegna, dove gli abbandoni sono da record, servirebbero degli organici maggiorati di docenti e personale Ata: il calo demografico degli ultimi anni, che nelle aree meridionali ha avuto maggiore consistenza, ha invece determinato il processo inverso". (ANSA).
Italpress: Scuola: Anief "Contro abbandono servono più docenti e servizi"
Mentre in Italia il Governo vuole ridurre di un anno le superiori, in Germania raccolgono un milione di firme per allungarle
ANSA: Scuola: Anief, riduzione Superiori? si guardi a Germania
Dove si raccolgono firme per allungare durata ciclo studi
(ANSA) - ROMA, 8 LUG - "Se nei Paesi dove la riduzione è stata introdotta in modo frettoloso si torna indietro, i nostri decisori politici non possono far finta di nulla. Lascino da parte progetti rischiosi e aprano un confronto vero e senza preconcetti". Lo chiede il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico, riferendosi alla notizia che in Baviera, ad Amburgo e in altre città tedesche i cittadini puntano a un referendum a favore del ritorno del Gymnasium a nove anni. "Viene da chiedersi come mai il nostro Governo insista su un progetto che altrove, dove è stato praticato, si sta rivelando fallimentare. Quanto sta accadendo in Germania - commenta Pacifico - dovrebbe perlomeno far sorgere il dubbio ai nostri decisori politici e aprire un confronto vero, senza preconcetti, sulla necessità di riformare i cicli scolastici nazionali abbreviandone di 12 mesi la durata. Il Governo abbandoni questo progetto di compressione dell'offerta formativa, utile solo in chiave di risparmio economico, e si concentri, piuttosto, sull'estensione dell'obbligo formativo sino alla maggiore età. Perché - conclude Pacifico - gli alunni devono frequentare le nostre scuole per tutta la durata degli studi superiori: solo così si ridurrebbero dispersione e Neet".(ANSA).
Repubblica: Scuola, mentre l'Italia pensa a ridurre le superiori la Germania vuole allungarle
Il Messaggero: Scuola, mentre l'Italia pensa a ridurre le superiori la Germania vuole allungarle
Borsa Italiana: Scuola, mentre l'Italia pensa a ridurre le superiori la Germania vuole allungarle
Teleborsa: Scuola, mentre l'Italia pensa a ridurre le superiori la Germania vuole allungarle
Qui Finanza: Scuola, mentre l'Italia pensa a ridurre le superiori la Germania vuole allungarle
Italpress: Anief "Italia verso riduzione superiori, in Germania firme per allungarle"
Pubblichiamo alcuni articoli sui supplenti brevi ancora senza stipendio, sulla dispersione scolastica da record al Sud e sulla proroga al 31 luglio per l'inserimento degli abilitandi in II fascia GI.
° Utilizzazione di personale scolastico presso le Facoltà di Scienze della Formazione primaria, e le Facoltà che erogano tirocini formativi attivi
Decreto Interministeriale di proroga per l’a.s.2014/15 firmato da Padoan e Giannini
Riguarda il personale scolastico utilizzato (fino al 31 agosto 2014) per funzioni tutoriali ai sensi del D.I. 26 marzo 2013 n.210. Il D.I. n. 5487, luglio 2014 è pubblicato su www.istruzione.it.
° Le dichiarazioni del Ministro Giannini a Radio Vaticana sono un problema per Renzi
Questo accanimento del Ministro a voler dare denaro alle scuole paritarie non collima con la cultura del PD. Ed è una imprudenza chiamare in causa Luigi Berlinguer.
A Radio Vaticana il Ministro (che alcuni segnalano in uscita) delfino di Monti si è inchiodata al "punto fondamentale" della parità scolastica e ha dato un segnale prodromico di una risposta: "Sull'Imu abbiamo fatto il provvedimento importante che fa sì che le scuole con una retta inferiore ai 6800 euro siano esentate, e questo è già un piccolo segnale. Sulla legge di stabilità si dovrà dare una risposta e anche un'attuazione alla legge 62". (Fonte: tuttoscuola - 06/07/2014)
Ripetiamo ancora una volta: l’iniziativa privata nell’Istruzione e nella Formazione è prevista costituzionalmente, come lo è la libera scelta dei cittadini che vogliano avvalersene. Ciò che è illegittimo e moralmente inaccettabile è che lo Stato (che i suoi insegnanti li forma e li classifica mediante punteggi) contribuisca a finanziare privati che gli insegnanti se li scelgono senza rispettare i punteggi e, quindi, sovvertendo la meritocrazia e dilazionando negli anni l’assunzione di chi ne avrebbe titolo. Si consideri anche che le centinaia di migliaia di alunni che per legittima scelta frequentano le scuole paritarie di fatto assottigliano il numero delle cattedre statali. Certo non osiamo permetterci, sulla questione, di chiedere a Papa Francesco la sua parola sapiente e illuminata, ma è altrettanto certo che la logica ci impone di dire (non da oggi) che “…senza oneri per lo Stato” significa “…senza oneri per lo Stato”, e che nessuno ha il diritto dinanzi a Dio e agli uomini di togliere il posto di lavoro a un giovane precario.
° Ventisei a processo. Quando la scuola è malaffare
In un istituto tecnico di Caprileone (Messina), registri di presenza falsificati e diplomi di istruzione secondaria superiore regalati. Riportiamo.
“ … Le carte di un’inchiesta condotta dalla Procura di Patti e approdata in questi giorni alla prima udienza di un processo penale, offrono uno spaccato impietoso di come queste strutture, destinatarie di contributi pubblici, possano in assenza di controlli trasformarsi in veri e propri esamifici in cui si realizzano gli interessi di tutti i protagonisti.…. Sul banco degli imputati sono finiti non solo i gestori delle scuole e i discenti ma anche gli stessi docenti… «In effetti, notai che non c’erano più di 4 o 5 alunni per lezione», hanno dichiarato due docenti agli inquirenti. E allora perché i registri erano in ordine e gli assenti presenti? «Era la segretaria a dirci di lasciarli in bianco. Era lei a riempirli. Ci faceva intendere che se non lo avessimo fatto ci avrebbero licenziato. Non ero stata pagata per l’intero anno non volevo certo rischiare anche il punteggio che avevo maturato»…”. (Fonte: Michele Schinella- www.corrieredellasera.it – 2 luglio 2014)
Un rimedio ? Se si disponesse la tracciabilità dei pagamenti agli insegnanti, la cifra che le scuole di fatto pagano loro corrisponderebbe (forse) a quanto stabilito contrattualmente.
° L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, il web, l’editoria scolastica
L’AGCOM fa rimuovere dal server di Risorsedidattiche.net alcune schede di didattica
Gli utenti potevano scaricare gratuitamente: Il sito, spiega Orizzonte Scuola, è dedicato agli insegnanti che possono inserirvi e trarne file di natura culturale e didattica, in una comunità virtuale di studiosi. “A quanto pare, l'AGCOM ha ricevuto segnalazione da realtà editoriali che avranno visto in questi documenti una violazione del copyright. La cosa che ha fatto saltare dalla sedia gli esperti è il fatto che sia stato interpellato, per la cancellazione, direttamente il server provider, aggirando il proprietario del sito”. (Fonte: orizzonte scuola.it - 1 luglio 2014)
Una nostra considerazione: pensiamo si tratti delle avvisaglie di vertenze che si accenderanno dallo scontro di due realtà che, nel territorio dell’istruzione e della formazione, stanno viaggiando a velocità troppo differente. Così gli autori che pubblicano sui siti web, e procedono incrementando esponenzialmente la produzione (file-spazzatura compresi), vanno a tamponare l’editoria specializzata che se n’è stata pressoché ferma mancando la straordinaria occasione offerta dalla normativa sulle adozioni scolastiche. Ha attenuanti ? Certamente non possiamo dare come attenuanti le difficoltà tecniche. Non esistono. Una sola ne concediamo: sarebbero stati costretti a raddoppiare la spesa per l’acquisto delle competenze culturali (un informatico accanto ad ogni autore), proprio negli anni della grande crisi economia di origine americana.
Il dato emerge da un approfondimento del dossier nazionale di Tuttoscuola sulla ‘Dispersione nella scuola secondaria superiore statale’: l’insuccesso scolastico concorre in modo considerevole alla dispersione, perché dei 305mila ragazzi che nel periodo 2009-2014 sono stati respinti almeno una volta più della metà ha lasciato i banchi di scuola. Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è la riprova che nelle zone deprivate, senza servizi e più a rischio abbandoni, come Sicilia e Sardegna, occorrono organici maggiorati di docenti e personale Ata.
Uno studente delle scuola superiore che non viene ammesso alla classe successiva ha più possibilità di lasciare la scuola che di continuarla e portarla a termine: è quanto sostiene la rivista Tuttoscuola attraverso il dossier nazionale sulla ‘Dispersione nella scuola secondaria superiore statale’, che ha indagato sulle possibili cause che nell’ultimo quinquennio hanno determinato l’abbandono del percorso d’istruzione e di formazione di 167mila studenti. Da un approfondimento realizzato dalla rivista specializzata risulta, infatti, che praticamente tutti i ragazzi che hanno abbandonato gli studi superiori nel corso quinquennio 2009-2014 sono passati per almeno una bocciatura.
“Nel medesimo periodo – scrive Tuttoscuola – dal 1° al 4° anno di corso vi sono stati circa 305mila bocciature, un dato ricavato applicando al numero degli studenti di ogni anno di corso la percentuale dei respinti riportata negli annuali Focus sugli scrutini finali pubblicati dal Miur”. I ricercatori hanno dedotto “che è improbabile che vi siano stati abbandoni tra gli studenti con successo scolastico, cioè promossi, quei 167mila che risultano dispersi dopo il quarto anno di corso vanno ricercati in larga parte tra i 305mila studenti che hanno subito bocciature lungo il percorso”.
“Si può ritenere attendibilmente che tra i 305mila che hanno subito bocciature, 167mila (55%) hanno abbandonato, mentre gli altri 138mila (45%) sono rimasti a scuola e non hanno lasciato”. La conclusione di Tuttoscuola non ammette repliche. “I numeri confermano: l’insuccesso scolastico concorre in modo considerevole alla dispersione”.
Il dossier nazionale sulla dispersione alle superiori conferma quanto Anief sostiene da tempo: lo Stato ha il dovere di non abbandonare i giovani che frequentano la scuola in territori difficili, dove l’arretratezza culturale delle famiglie unita alla scarsità di servizi e a un inadeguato sostegno sociale spesso prevalgono sui valori trasmessi dalla scuola e dalle figure formative. Così, tantissimi giovani, oltre il 40 per cento in province come Caltanissetta e Palermo, sono oggi ancora condannati a lasciare i banchi prima del tempo.
“Per limitare questi numeri di abbandoni scolastici da mondo arretrato – dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir – il nostro sindacato torna a chiedere pubblicamente al Governo che stanzi finanziamenti ‘ad hoc’ per favorire un orientamento scolastico adeguato: i giovani, soprattutto a 14 anni, hanno bisogno di essere guidati, di comprendere qual è la loro strada formativa e professionale da intraprendere. Soprattutto quando non c’è una famiglia ed un contesto sociale in grado di dare indicazioni”.
“Ecco perché – continua Pacifico – per risollevare il Meridione, in particolare Sicilia e Sardegna, dove gli abbandoni sono da record, servirebbero degli organici maggiorati di docenti e personale Ata: il calo demografico degli ultimi anni, che nelle aree meridionali ha avuto maggiore consistenza, ha invece determinato il processo inverso”.
Tra il 2007 e il 2012 le amministrazioni comunali del Sud hanno infatti riservato all'istruzione sempre meno risorse (-13%), mentre per gli stessi capitoli i Comuni delle Regioni centrali e del Nord hanno rispettivamente la spesa del 4% e dell’8%. Abbiamo poi assistito alla riduzione di insegnanti che operano nelle stesse aree del Paese: per il prossimo anno scolastico, infatti, il Miur ha previsto la cancellazione di 14 cattedre in Abruzzo, 58 in Basilicata, 183 in Calabria, 387 in Campania, 33 in Molise, 340 in Puglia, 27 in Sardegna. La riduzione non risparmia l’area dell’handicap: negli ultimi anni il numero di docenti di sostegno che operano nel Meridione si è ridotto sensibilmente, con la sparizione di oltre 4mila posti di cui 2.275 solo in Sicilia e 900 in Campania.
“A fronte di questi numeri è evidente che occorrono interventi decisi e mirati. Un intervento importante, ma questo su scala nazione, sarebbe quello di estendere l’obbligo formativo a 18 anni, con l’avvio anticipato a 5. Oltre che – conclude il sindacalista Anief-Confedir – introdurre una vera riforma dell’apprendistato, con gli studenti dai 15 anni un su coinvolti in forme di alternanza scuola-lavoro, remunerate, fino alla maturità”.
Per approfondimenti:
Gli studenti che abbandonano la scuola diventano ‘fantasmi’: 3 su 4 sono Neet infelici
Al Sud dispersione da record, in Sicilia e Sardegna lasciano i banchi il doppio degli alunni europei
Primaria a 5 anni e obbligo fino a 18: Anief presenta la proposta a Palazzo Madama
La rivista "Der Spiegel" riferisce che in Baviera, ad Amburgo e in altre città tedesche i cittadini puntano ad un referendum a favore del ritorno del Gymnasium a nove anni: perché i docenti sono costretti a saltare argomenti basilari per mancanza di tempo e i genitori sono sul piede di guerra in quanto i loro ragazzi sono stressati, abbandonano le attività pomeridiane e si ritrovano a sgobbare per gli esami senza approfondire le cose.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): se nei Paesi dove la riduzione è stata introdotta in modo frettoloso si torna indietro, i nostri decisori politici non possono far finta di nulla. Lascino da parte progetti rischiosi e aprano un confronto vero e senza preconcetti. Quanto sta accadendo in Germania - continua il sindacalista - dovrebbe perlomeno far sorgere il dubbio ai nostri decisori politici e aprire un confronto vero sulla necessità di riformare i cicli scolastici nazionali abbreviandone di 12 mesi la durata.
Mentre in Italia il Governo è sempre più intenzionato a ridurre di un anno il percorso scolastico, probabilmente eliminando uno dei cinque anni delle attuali scuole superiori, come oggi ribadito dal sottosegretario Roberto Reggi in un'intervista alla carta stampata, nei Paesi dove questo modello è già stato adottato cresce il malcontento e si sottoscrivono petizioni popolari per tornare all'antico, perché la formazione ridotta si è rivelata un flop.
La notizia, fornita in queste ore dalla stampa specializzata italiana è stata ripresa da "Der Spiegel", la rivista settimanale tedesca con maggiore tiratura: nell'articolo si spiega che "in Germania vogliono abolire la riforma di dieci anni fa che impose gli anni del Gymnasium", l'equivalente del liceo italiano ma che comprende anche le nostre ex scuole medie, "da nove a otto anni”. La protesta è "iniziata il 3 luglio in Baviera con una raccolta firme per indire un referendum a favore del ritorno del Gymnasium a nove anni (definito per brevità "G9″): dovranno essere raccolte 950mila firme entro il 16 luglio, ma iniziative simili sono state prese ad Amburgo e in altre città tedesche".
Nell'articolo si spiga che "l'abbreviazione di corso, varata nel 2004, è stata definita «una delle riforme dell'istruzione più controverse degli ultimi anni»: faceva parte di una serie di provvedimenti presi dalla Germania in seguito ai bassi risultati ottenuti nel 2001 dal test PISA (Programme for International Student Assessment) fra i quali il cambiamento di alcuni libri di testo e la possibilità di restare a scuola anche nel pomeriggio, fatto poco comune in Germania".
Per l'Economist è evidente che in Germania "l'applicazione della norma fu troppo frettolosa, e portò a «insegnare le stesse cose in un minore periodo di tempo». Heinz-Peter Meidinger, un filologo tedesco che insegna al Gymnasium contattato dall'Economist, ha detto che per mancanza di tempo la maggior parte degli insegnanti di storia è costretta a saltare argomenti molto importanti, come la guerra civile americana. I genitori, invece, negli anni si sono lamentati perché «i ragazzi sono stressati, sono costretti ad abbandonare le proprie attività pomeridiane e si ritrovano a sgobbare per gli esami senza approfondire le cose»".
Il taglio di un anno delle superiori non piace nemmeno alle istituzioni germaniche: "il ministro per l'Istruzione tedesco, Johanna Wanka – che fa parte della CDU, il partito di centrodestra del cancelliere Angela Merkel – ha recentemente detto che «io sono sassone, e in Sassonia il Gymnasium a otto anni funziona alla grande»".
Per la rivista "La Tecnica della Scuola" non vi sono dubbi: "sicuramente da quelle parti (in Germania ndr) si discute su un provvedimento che non avrebbe dato i risultati attesi, mentre da noi è ormai costume dare numeri sbagliati, come quello che nel resto d'Europa si faccia un anno in meno al liceo. Che non è così".
"Viene da chiedersi come mai il nostro Governo insista su un progetto che altrove, dove è stato praticato, si sta rivelando fallimentare", commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e segretario organizzativo Confedir. "Quanto sta accadendo in Germania - continua il sindacalista - dovrebbe perlomeno far sorgere il dubbio ai nostri decisori politici e aprire un confronto vero, senza preconcetti, sulla necessità di riformare i cicli scolastici nazionali abbreviandone di 12 mesi la durata".
"Il Governo abbandoni questo progetto di compressione dell'offerta formativa, utile solo in chiave di risparmio economico, e si concentri, piuttosto, sull’estensione dell’obbligo formativo sino alla maggiore età. Perché - conclude Pacidico - gli alunni devono frequentare le nostre scuole per tutta la durata degli studi superiori: solo così si ridurrebbero dispersione e Neet".
Ridurre di un anno il percorso formativo non avrebbe effetti nefasti solo per la didattica. Anief è convinta che anticipare di un anno l’uscita dal percorso formativo di quasi mezzo milione di studenti aumenterebbe la percentuale di disoccupati: poiché sempre meno diplomati, poco più della metà, continuano il percorso formativo all’Università, buona parte dei 200mila giovani rimanenti rischierebbero di diventare nuovi Neet: considerando le difficoltà oggettive nel trovare un impiego, questi ragazzi avrebbero alte possibilità di aggiungersi ai 2 milioni e 200mila giovani che, come ricordato in questi giorni da un’ampia ricerca di Tuttoscuola, costano allo Stato italiano “32,6 miliardi di euro l’anno”.
Per approfondimenti:
Dopo il Ministro, anche il PD pensa di ridurre un anno le superiori
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