Il Consiglio di Stato pubblica altre tre sentenze in cui dà piena ragione ai ricorrenti Anief che avevano proposto ricorso contro la cosiddetta “soglia 35” imposta dall'Amministrazione nel Bando di concorso 2012 rigettando l'appello del MIUR e confermando, così, le ragioni patrocinate dal nostro sindacato. Migliaia di docenti nel 2012 erano stati illegittimamente esclusi dal Ministero dell'Istruzione per non aver raggiunto la famigerata “soglia 35/50” alle prove preselettive del concorso, ma l'Anief aveva detto subito il suo secco NO a una previsione che risultava essere illegittima e ha patrocinato, mettendo in campo la grande professionalità dei propri legali, i diritti dei tanti candidati esclusi. Marcello Pacifico (Anief-Cisal) “È stata una lunga battaglia, ma non avevamo dubbi sulla validità delle nostre tesi. Come sempre è stato un grande gioco di squadra quello che abbiamo messo in campo: gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Irene Lo Bue, Nicola Zampieri e l'intero settore contenzioso nazionale del nostro sindacato si sono impegnati a rispondere colpo su colpo all'azione del MIUR e abbiamo vinto su tutta la linea”.
Spariscono le fasi di presentazione delle domande, per fare spazio ad un’unica “finestra” temporale durante la quale tutti i docenti potranno o dovranno presentare domanda di trasferimento; cambierà la tabella di valutazione dei titoli posseduti, con la probabile successiva equiparazione del servizio pre-ruolo a quello di ruolo; per le sedi di destinazione, si introduce la possibilità di esprimere fino a 15 preferenze, una parte riguarderanno le singole scuole e l’altra gli ambiti territoriali. Inoltre, si è stabilito che il 60% dei posti vacanti sarà assegnato alle nuove assunzioni, il 30% alla mobilità, il 10% alla mobilità professionale. Viene data la possibilità di presentare domanda di trasferimento indipendentemente dagli anni in cui i docenti sono rimasti in ruolo nella provincia in cui insegnano. Diventeranno comunicanti gli ambiti territoriali e la titolarità su scuola. Tra i punti che occorreva scardinare con l’accordo sulla mobilità, invece rimasti intatti, ci sono poi la valutazione del servizio nella scuola paritaria e il blocco di cinque anni sull’insegnamento del sostegno.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): questa intesa conferma quanto sostenuto sempre dall’Anief sulla mobilità, ovvero che ambiti territoriali e paletti temporali imposti a neo-assunti e personale già di ruolo introdotti con la Legge 107/15 erano e rimangano un vero affronto verso centinaia di migliaia di docenti. Con questo accordo di massima assistiamo ad un minimo avvicinamento a quella libera circolazione dei lavoratori sul territorio, da noi indicata, a tutela del ricongiungimento alla propria famiglia. Certo, siamo contenti che si siano realizzate le premesse per accogliere, nella nuova prossima tabella dei titoli di valutazione, la richiesta formulata da tempo dall’Anief di equiparare il servizio svolto con contratti di lavoro a tempo determinato a quello svolto dai colleghi di ruolo; peccato, però, che questo principio possa valere solo ai fini della costituzione delle graduatorie della mobilità. Su blocco quinquennale sostegno e valutazione del servizio svolto nella scuola paritaria, vorrà dire che per tutelare i diritti dei lavoratori si continuerà ad agire nelle aule di giustizia.
A sostenerlo è l’Anief, nel giorno della ripresa del confronto tra amministrazione e sindacati sui mai superati problemi relativi alle classi concorsuali: analizzando la tabella A del D.P.R. n. 19 del febbraio scorso, contenente gli insegnamenti delle discipline teoriche, e la tabella B, che riassume le classi concorsuali di tecnico-pratiche, sono infatti emerse una serie di problematiche mai individuate e sanate. Alcune anomalie sono state segnalate al Tar che ha di fatto dato ragione ai ricorrenti, con una serie di ordinanze (6141/16) e sentenze (10562/16, 10563/16, 10564/16) che sollecitano il Miur a fornire delucidazioni. Rischia di finire in tribunale pure il problema sorto per la A023, (alloglotti): il Concorso a cattedre 2016 ha decretato oltre 500 vincitori che, in molti casi, non possono essere assunti perché gli uffici scolastici non hanno ancora inserito la nuova materia in organico di diritto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): siamo sempre più convinti che l’accorpamento di diverse classi di concorso risponda all’esigenza di facilitare il Miur nel collocare i docenti in modo più agevole sui posti vacanti, spianando la strada ai processi di mobilità coatta, spesso pure su discipline in cui i docenti non sono sempre ferrati. La filosofia, probabilmente, è la stessa che ha portato il Miur a creare i docenti “potenziatori”, per poi spesso utilizzarli come tappabuchi. Dopo otto anni di attesa, decine di bozze e rinvii, non pensavamo di ritrovarci ancora in questa situazione: vi sono, poi, molte classi di concorso senza più docenti in graduatoria, così come rimane da sanare il problema dei tanti posti da collocare negli organici di diritto e non più in quelli di fatto. Tutte problematiche che la revisione finale delle tabelle coi nuovi codici potrebbe agevolare.
Aver decretato precario anche il personale di ruolo, destinato a perdere la titolarità su scuola per assumere lo status di insegnante “transumante”, costretto ogni tre anni a rifare le valigie, è stato un grave errore; risulta, inoltre, un'operazione vacua e inutile lasciare che sia il dirigente a selezionare il personale scolastico. Le graduatorie, infatti, non si formano mai a caso ma sulla base del computo di titoli, corsi di formazione e aggiornamento, progetti, abilitazioni, specializzazioni e servizio svolto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la verità è che sono le liste di attesa con i punteggi, nel 99 per cento dei casi, a portare dietro la cattedra il personale docente più meritevole. La chiamata diretta si è rivelata, invece, uno strumento di reclutamento non richiesto, poco utilizzato e non affine alle necessità legate all’autonomia scolastica, rivelatosi altresì focolaio di tensioni sindacali ed emotive. Occorre, poi, attuare una riforma della normativa di settore sulla mobilità scolastica, a partire dall'abolizione del vincolo di permanenza per un triennio nella provincia di immissione in ruolo: si tratta di provvedimenti urgenti che non possono attendere.
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