Per la stampa specializzata l'ipotesi di contratto, sottoscritta con i sindacati maggioritari al Miur il 10 febbraio scorso, è stata inviata alla P.A. solo il 10 marzo e quest'ultima ha 30 giorni di tempo per fornire il proprio parere. Il Miur, però, sembra sicuro del lavoro svolto e già la prossima settimana vuole pubblicare l'ordinanza e avviare la presentazione delle domande dopo il periodo di sospensione per le festività pasquali. Solo che stavolta “sono ancora da definire i criteri per l'assegnazione dei docenti agli ambiti territoriali”. E non è un dettaglio, perché si tratta di una novità storica, che stravolgerà la collocazione del personale scolastico.
Marcello Pacifico (presidente Anief): non riteniamo valida l’instaurazione di questa specie di ‘patentino’, che permette solo per il momento di girare al largo dagli ambiti territoriali. È una vittoria fittizia e a tempo determinato. La verità è che non si può mercanteggiare su certi terreni. Perché tutti i docenti di ruolo hanno firmato il medesimo contratto e detengono gli stessi diritti e doveri. Confermiamo che non appena sarà pubblicato il CCNI, faremo partire le istruzioni per ricorrere al giudice del lavoro, presentare le domande e richiedere trasferimenti, passaggi e assegnazioni provvisorie. Garantiremo adeguata consulenza al personale interessato alla mobilità in tutti gli sportelli territoriali dell’Anief.
I giudici hanno optato per il riconoscimento integrale dell’anzianità pregressa, mediante la corresponsione delle maggiorazioni dovute agli aumenti stipendiali già riconosciuti ai colleghi insegnanti a tempo indeterminato: con ben sette sentenze ottenute dall’Anief, il Miur è stato condannato per violazione delle norme comunitarie nei confronti dei supplenti cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi negli anni.
IL PARERE DEI GIUDICI: “in assenza di ragioni oggettive di deroga al principio di non discriminazione sussiste il diritto dei ricorrenti alla progressione professionale retributiva, negli stessi termini previsti per il personale di ruolo” ribadendo che “non possono esservi dubbi sul fatto che l’Ordinamento comunitario prescrive come regola la parità di trattamento tra lavoratori a termine e lavoratori a tempo indeterminato nel settore privato come in quello pubblico”.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): quella emessa dai tribunali piemontesi conferma la bontà della vittoria del sindacato presso Corte di Giustizia Europea, attraverso cui è stato imposto a tuti gli stati membri di porre fine al trattamento diversificato e vessante dei precari rispetto al personale già immesso in ruolo. Perché il tempo delle umiliazioni è finito: ora c’è spazio solo per il rispetto del diritto. Anche per i precari della scuola.
I capi d’Istituto percepiscono meno di 59mila euro lordi l’anno. Mentre sono i dirigenti amministrativi di II fascia che operano all’interno dell’amministrazione scolastica centrale (Miur) e periferica (Usr, Ambiti territoriali) a portare a casa circa 100mila euro annui.
Tuttoscuola: eppure il capo d’istituto ha alle proprie dipendenze in media almeno 100 persone (tra docenti e amministrativi), mentre un dirigente amministrativo ne ha mediamente 5-6. Il dirigente scolastico amministra un migliaio di studenti, spesso di settori scolastici diversi, e ne ha la responsabilità civile. Che sono estese alla sicurezza degli edifici scolastici, alla gestione previdenziale, alla trasparenza dei siti web.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): per comprendere la gravità della situazione, basta dire che quattro anni fa la retribuzione media era più alta, ma ora è diminuita di oltre 4mila euro. Gli aumenti previsti dal Miur non cambiano molto la situazione, per questo siamo pronti ad impugnarli e chiedere adeguamenti veri.
Con ben sette sentenze ottenute dall’ANIEF presso i Tribunali del Lavoro di Torino e Ivrea, il Ministero dell’Istruzione è stato condannato per discriminazione e violazione di norme comunitarie nei confronti di 22 docenti precari cui non aveva mai riconosciuto il diritto alle progressioni di carriera e all’anzianità di servizio maturata in ragione dei tanti contratti a termine succedutisi nel corso degli anni. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi – che con la solita professionalità hanno saputo ottenere ragione patrocinando i diritti dei nostri iscritti – dimostrano in tribunale l’illecita discriminazione posta in essere da sempre dal MIUR nei confronti dei dipendenti precari e ottengono la condanna dell’Amministrazione a più di 70.000 Euro di risarcimento.
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