La Legge di Bilancio di fine anno lascia l’istruzione pubblica in balìa delle ingiustizie prodotte dalla riforma Renzi-Giannini e di aumenti contrattuali ridicoli, quasi fossero delle “mance” da elargire dopo sette anni di blocco. La piattaforma rivendicativa della giornata di protesta è quanto mai ampia.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): mai i motivi del dissenso avevano raggiunto una consistenza così forte. Abbiamo una serie di obbrobri normativi da cancellare: per questo motivo, abbiamo presentato oltre 70 emendamenti alla Legge di Stabilità 2017.
Attraverso quattro sentenze dall’esito comune, i giudici del lavoro stabiliscono che il servizio svolto durante il periodo di precariato debba essere a tutti gli effetti ritenuto utile ai fini del computo dei 5 anni di servizio prestati per ottenere il trasferimento da posto di sostegno a posto di disciplina comune.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): la stessa volontà del Miur di trasformare in organico di diritto appena 5mila cattedre delle quasi 40mila vacanti, destinate ad aumentare per il progressivo innalzamento del numero di alunni disabili iscritti nei nostri istituti, rappresenta un segnale di mancata volontà di eliminare il precariato scolastico. Ad iniziare proprio dal sostegno. Come sempre, il nostro sindacato fa da apripista e segna la strada in tribunale su un terreno inesplorato: mai nessuno, infatti, aveva contestato l’illegittimità dei contratti collettivi sulla mobilità, nella parte in cui imponevano che il vincolo quinquennale di sostegno fosse svolto esclusivamente computando il servizio di ruolo quando, invece, è palese la discriminazione di tale previsione e la violazione della normativa comunitaria 1999/70/CE.
Anche a tutela dei diritti degli studenti disabili e delle loro famiglie, per avere più docenti di sostegno, per l’adeguamento dell’organico di fatto a quello di diritto, per cancellare il vincolo quinquennale per tutti i neo-assunti, per chiedere, poi, rispetto e pari dignità per il servizio svolto durante il precariato non solo nelle operazioni di mobilità ma, inoltre, anche ai fini dell’integrale ricostruzione di carriera una volta immessi in ruolo, Anief ha deciso di scioperare e indire un presidio davanti Montecitorio il prossimo 14 novembre.
Il servizio svolto durante il periodo di precariato deve essere a tutti gli effetti ritenuto utile ai fini del computo dei 5 anni di servizio prestati per ottenere il trasferimento da posto di sostegno a posto comune. Questo quanto emerge a chiare lettere dalle prime 4 sentenze ottenute oggi dall’Anief presso il Tribunale del Lavoro di Roma grazie al prezioso intervento degli Avvocati Salvatore Russo, Ida Mendicino, Fabio Ganci e Walter Miceli. “Come sempre il nostro sindacato fa da apripista e stiamo segnando la strada in tribunale su un terreno mai battuto prima – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – Mai nessuno aveva contestato l’illegittimità dei Contratti Collettivi sulla mobilità nella parte in cui imponevano che il vincolo quinquennale di sostegno fosse esperito esclusivamente computando il servizio a tempo indeterminato, quando è palese, invece, la discriminazione di tale previsione e la violazione della normativa comunitaria 1999/70/CE. Siamo soddisfatti: ancora una volta l’Anief ha imposto al Ministero pieno rispetto per il servizio svolto a tempo determinato”. Lo sciopero del prossimo 14 novembre con presidio davanti Montecitorio organizzato dall’Anief è stato fortemente voluto anche per portare la voce dei precari e del personale di ruolo in piazza e richiedere rispetto e pari dignità per il servizio svolto durante il precariato non solo nelle operazioni di mobilità, ma anche ai fini dell’integrale ricostruzione di carriera una volta immessi in ruolo.
A seguito della riforma, la Legge 107/15, il sistema si prepara ad essere stravolto: prima, però, ci sarà un “buco” temporale di minimo due anni nella revisione del reclutamento dei nuovi insegnanti. Secondo fonti autorevoli risulta, però, che il terzo ciclo dei tirocini formativi attivi non inizierà prima della metà di gennaio, poiché non avrebbe senso avviarlo a ridosso della pubblicazione della delega sul “Nuovo reclutamento, formazione iniziale e in servizio degli insegnanti”, in arrivo per quella data. Già in estate, il Miur aveva dichiarato l’avvenuto deposito della documentazione relativa al nuovo ciclo. Preoccupa non poco, inoltre, che nell’Atto di indirizzo ministeriale sugli obiettivi da raggiungere nell’anno 2017 non vi sia traccia del Tfa.
Marcello Pacifico (presidente Anief): è giunta l'ora di avere notizie certe e avviare il nuovo ciclo abilitante. Non si possono lasciare tante migliaia di persone in attesa di provvedimenti urgenti, ma rimandati sistematicamente a data da destinarsi. I tempi d'approvazione della legge delega che andrà a revisionare la formazione iniziale non sono brevi: dopo la pubblicazione del decreto delegato, occorre espletare una serie di verifiche istituzionali e diversi altri atti successivi. Questo lasso di tempo deve essere coperto dall’immediato avvio di un nuovo ciclo Tfa: ancor di più, se tutti i documenti sono stati già depositati lo scorso giugno.
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